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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura:  5 minuti
Argomento:  Interviste
data:  10 novembre 2022

Il valore sociale genera valore economico, anche nella culturale e nell'arte

Andrea Tittarelli

Nella sua decima intervista Andrea Tittarelli propone un dialogo con Laura Orestano e Lorenzo Germak: una persona che promuove imprenditorialità sociale e un'altra che, anche grazie alla prima, ha dato vita ad un'impresa sociale in ambito culturale.


In questa occasione ho il piacere di presentare un’intervista doppia i cui protagonisti sono Laura Orestano e Lorenzo Germak. Laura è Amministratrice Delegata di SocialFare, primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia e Presidente di SocialFare Seed, primo veicolo di seed impact investing in Italia. Membro del Consiglio di Amministrazione del Cottino Social Impact Campus, primo campus formativo dedicato alla creazione di social impact culture. Vanta una lunga esperienza industriale in business strategy e innovazione sociale; ha lavorato in UK, USA, Lussemburgo e Germania. Tra i diversi titoli e incarichi ricordiamo: EU Social Innovation Expert, Fellow of the Royal Society of Arts (UK), Jury Member della EU Social Innovation Competition. Nel 2016 ha ricevuto il premio Women Economic Forum “Trailblazer Innovative Woman of the Decade” e nel 2018 è divenuta Partner di ActionAid Onlus.  

Lorenzo è Architetto, founder di Paratissima nel 2005 e CEO di PRS Srl – Paratissima Produzioni & Servizi – Impresa Sociale dal 2017, società che si occupa di eventi e attività nell’ambito dell’arte contemporanea, creatività e design. Svolge inoltre la propria attività professionale come consulente e project manager nei settori del marketing culturale e sportivo, della valorizzazione territoriale e della gestione immobiliare finalizzata a progetti socioculturali. 

Laura, quali sono le attività di SocialFare?

SocialFare è l’unico Centro per l’Innovazione Sociale in Italia e incubatore certificato MISE. La nostra visione è sintetizzata nella dichiarazione esplicita che costituisce una sorta di tesi per la quale costruiamo evidenze e cioè che “il valore sociale genera valore economico”. Cosa significa? Significa che partiamo dal valore “intangibile” delle relazioni e delle interazioni per sviluppare soluzioni innovative alle sfide sociali contemporanee cercando di generare anche nuova sostenibilità economica che integri la sostenibilità sociale ed ambientale nel dna dell’innovazione sviluppata. Come agiamo? Attraverso l’accelerazione di conoscenza e di impresa, cioè attraverso consulenza evoluta che sviluppi nuove capacità, strumenti e modelli che possano, accompagnati da una coraggiosa finanza di investimento, supportare innovazione rilevante per le persone e le comunità e imprese a impatto sociale, proprio perché intenzionalmente fondate per migliorare la vita di tutti noi, guidate dal senso e non solo dal profitto.

Lorenzo, quali sono le attività di Paratissima?

Paratissima è un brand ibrido e multiforme: una cassa di risonanza in grado di amplificare la voce di artisti emergenti destando l’attenzione e la curiosità del grande pubblico, un contenitore capace di dare spazio a grandi appuntamenti espositivi nazionali e internazionali, un’impresa sociale che gestisce e valorizza patrimoni immobiliari generando ricadute positive sul territorio ed elevato impatto sociale. Nata nel 2005 come evento autogestito, nel corso degli anni ha ampliato il proprio raggio d’azione arricchendosi di appuntamenti, opportunità e progetti nati e sviluppati in collaborazione con enti pubblici e privati. Paratissima dal 2019 ha in concessione gli spazi della Cavallerizza Reale ponendosi come punto di riferimento culturale per la Città di Torino con eventi espositivi e appuntamenti live, attività di formazione, laboratori per scuole e famiglie in grado di coinvolgere attivamente la cittadinanza e come incubatore di artisti emergenti con call, bandi, residenze artistiche e opportunità online.

Laura, come consideri il matching tra Impresa Sociale e mondo dell’arte?

Trovo molto interessante e promettente la relazione impresa sociale e mondo dell’arte essenzialmente per due elementi: il primo riguarda l’intrinseco valore dell’arte come azione sociale, consapevole o inconsapevole, ma certamente come sostanza e forma interpretativa e rappresentativa delle sfide sociali che viviamo; il secondo elemento è che l’impresa sociale può supportare in modo assolutamente coerente la visione che l’arte esprime perché adatta a integrare il valore “intangibile” generato come parte del valore complessivo dell’impresa. L’impresa sociale è in grado di eseguire quel trade-off tra investimento e ritorni nel quale concorre non solo il valore economico.

Lorenzo, sappiamo che inizialmente il brand è stato gestito da YLDA - associazione culturale nonprofit. Cosa vi ha portati ad assumere la natura di Impresa Sociale e come vi sentite, dopo circa cinque anni di percorso, in queste nuove vesti?

Il passaggio da Associazione Culturale a Impresa Sociale è stato fatto per svariati motivi. In primo luogo, abbiamo potuto coinvolgere nuovi soci e investitori, dando loro la possibilità di prendere parte ai processi decisionali in merito alle strategie di sviluppo del nostro brand. Importante anche la possibilità di sviluppare l’attività commerciale e i servizi pur mantenendo lo status di noprofit, e quindi continuare a partecipare ai bandi pubblici e continuare a ricevere contributi a fondo perduto. Diventare un’impresa sociale ha sicuramente dato concretezza e solidità alla nostra organizzazione, per la nostra dimensione e il nostro volume d’affari attuale però rimane troppo imponente il peso degli adempimenti burocratici.

Laura, più in generale, nelle attività di capacity building, co-design e sviluppo di soluzioni innovative alle pressanti sfide sociali contemporanee, in base alla tua esperienza che ruolo assume l’ingrediente Impresa Sociale?

L’Impresa Sociale, ora più che mai, assume la potenzialità di proporre un nuovo modello di innovazione e di sostenibilità, divenendo riferimento abilitante coerente per chi sia intenzionalmente impegnato ad operare per il Bene Comune. Sia a livello nazionale che internazionale, abbiamo evidenze chiare di come funzioni e di quali risultati importanti possano essere generati.

Lorenzo, un percorso di accelerazione e di grant ricevuto da Socialfare - centro torinese per l’innovazione sociale - ha permesso al team di PRS di focalizzare l’attenzione sul percorso di crescita e sviluppo dei diversi ambiti di progetto. Come giudichi ex-post questa esperienza?

Il percorso di accelerazione e il grant ricevuto da Socialfare ci hanno permesso di concentrare l’attenzione sullo sviluppo digitale del nostro brand, un tema spesso affrontato in passato ma senza le risorse e le competenze necessarie per attualizzarlo. Con Socialfare abbiamo potuto costruire una road map ambiziosa e attuarne i primi step, ovvero la creazione di un artshop al servizio degli artisti emergenti con alcuni tools efficaci quali la certificazione digitale dell’opera e l’utilizzo della realtà aumentata per favorire la vendita di opere online. Per noi è stato fondamentale il continuo supporto del team di Socialfare anche al termine del percorso di accelerazione. Oggi la presenza di Socialfare fra i soci di PRS da un segnale importante di quanto l’impatto sociale delle nostre attività sia uno dei pilastri fondamentali che guida ogni strategia di azione e sviluppo.

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Andrea Tittarelli

Università di Perugia

Imprenditore sociale con l'incarico di Presidente presso la cooperativa "La Semente" e manager del nonprofit nel ruolo di Direttore Generale in seno alla Federazione di Angsa (Associazione Nazionale Genitori di Soggetti Autistici). Insegna "Impresa sociale e service design" presso il Dipartimento di Scienza Politiche dell'Università degli Studi di Perugia.

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