Come valutare l'operato di un'impresa sociale o in generale un intervento sociale? Vanno utilizzati per quanto possibile gli stessi metodi e criteri di ogni altra azione, o vi sono strategie per cogliere specificità altrimenti trascurate?
Benché talune proposte strutturate fossero presenti anche nella precedente sezione come nel caso del saggio di Zamagni, Venturi e Rago, in questa sezione sono presenti contributi a ciò specificamente dedicati.
Gian Paolo Barbetta propone nel numero 4/2020 una visione netta della valutazione dell’impatto, utile a rispondere alla domanda che sta alla base della valutazione: “sono utili gli interventi sociali?” La risposta è orientata a sviluppare, per quanto possibile, un metodo controfattuale che ci permetta di individuare in che misura un determinato intervento ha effettivamente contribuito a modificare lo “stato del mondo” su cui è intervenuto.
Risale a qualche anno prima il contributo di Andrea Bassi che si concentra sulla rilevazione del “Valore Aggiunto Sociale”. Il punto di partenza è l’individuazione del valore aggiunto prodotto a livello micro (persone), meso (organizzazioni) e macro (comunità) dall’azione del Terzo settore per poi applicare il modello della catena di creazione del valore sviluppato da un gruppo di ricerca dall’Università di Harvard e inserire gli esiti entro un modello funzionalista AGIL.
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