Come i sistemi normativi dei diversi paesi considerano il tema della valutazione? E, in specifico, le innovazioni introdotte dalla riforma aprono strade nuove per i soggetti finanziari orientati all'impatto sociale?
La valutazione di impatto, oltre ad essere oggetto di confronto tra gli studiosi, è diventata oggetto di previsioni normative, nel nostro paese così come in altri.
Laura Berardi, Giulia Bellante e Michele Rea propongono un confronto tra Italia, USA, Regno Unito e Canada su alcuni temi specifici, tra cui quello della misurazione dell’impatto e in generale delle forme di rendicontazione sociale, talvolta oggetto di specifiche previsioni normative, talvolta di strumenti atti a favorire e uniformare queste pratiche.
Dopo questo saggio introduttivo, i successivi due contributi riguardano ciò che la riforma del Terzo settore ha previsto in tema di finanza. In specifico Guido Cisternino argomenta, poco dopo l’approvazione del Codice del Terzo settore, che in specifico l’introduzione dei “Titoli di solidarietà” apre la strada ad un riconoscimento del ruolo della finanza come strumento in grado di favorire gli investimenti in progetti capaci di produrre e sostenere impatto e azioni in favore dei più deboli o più in generale ricadute sociali positive.
Ma la Riforma del Terzo settore è stata spesso chiamata in causa per avere reso più conveniente per l’investitore apportare i propri capitali ad un’impresa sociale, grazie alla nuova disciplina sulla distribuzione degli utili; di parere opposto è Carlo Borzaga che critica tale affermazione, sostenendo che di fatto la nuova normativa non innova in modo decisivo il quadro preesistente e proponendo strade alternative per chi intende effettivamente sostenere lo sviluppo dell’impresa sociale.
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