Sostienici! Rivista-Impresa-Sociale-Logo-Mini
Fondata da CGM / Edita e realizzata da Iris Network
ISSN 2282-1694
Tempo di lettura: 
Argomento:  Esperienze
data:  26 novembre 2022

Bagni La Capannina: quando l'impresa investe su comunità e territorio

Giusy Moriggi

Sorti nel parco naturale della Sterpaia in Toscana, i Bagni La Capannina sono un esempio di impresa che concepisce la propria attività economica come un elemento per lo sviluppo sostenibile e la crescita del capitale sociale del territorio in cui opera.


Il parco naturale della Sterpaia è uno dei simboli dell’impegno pubblico e privato per la salvaguardia della legalità e dei valori morali[1]. Nasce infatti come esito di un intenso periodo di lotta civile contro l'abusivismo edilizio, contro il prevalere dell’interesse del privato su quello del pubblico. Due campagne di bonifica distanti nel tempo (la prima nel XVI secolo, la seconda nel XIX secolo), restituirono alla comunità un territorio importante sia per le attività agricole e silvo-pastorali e sia perché considerato particolarmente adatto per la cura di diverse patologie. Nel pieno degli anni della prima grande cementificazione, in una situazione di seppur precario benessere economico, quest’area è stata interessata invece dall’abusivismo edilizio, contrastato però con determinazione soprattutto a partire dal 1976: azioni concrete hanno portato prima alla demolizione degli immobili sorti senza autorizzazione (tra il 1994 e il 1998) e poi all’ iscrizione di questo tratto di costa tra le aree protette toscane. Si tratta di un paesaggio testimonianza di un’intensa e costante collaborazione tra potere pubblico e privato e tra uomo e natura.

Questo territorio conserva traccia delle più significative tappe di un processo di aiuti concepito e messo in pratica nell’immediato dopoguerra per cancellare le povertà. Questo si è sostanziato in prima battuta unicamente nell’investimento sulla rapida realizzazione di impianti industriali, per poi conoscere una profonda revisione a partire dagli anni Settanta, per effetto di una nuova consapevolezza maturata proprio osservando gli effetti reali prodotti sulla società, quando cioè si è compreso che uno sviluppo equilibrato richiede l’impegno solidale per la costruzione di una società che sappia riconoscere ad ogni suo membro pari valore e che sia cosciente del valore essenziale della complessa rete di relazioni che sta alla base dell’esistenza. Il cambio di rotta ha dunque posto al centro la progettazione di attività sostenibili per l’ambiente e per la società, nell’ottica di soddisfare i bisogni delle comunità di oggi e di quelle di domani.

In questa nuova fase, nel cuore del ricco e delicato Parco della Sterpaia, a due passi dai colossi industriali piombinesi, sorge lo stabilimento balneare Bagno la Capannina, gestito a partire dal 2003 da Fabrizio Lotti e dalla sua famiglia proprio con il dichiarato obiettivo di realizzare un’attività economica che realizzasse profitti valorizzando allo stesso tempo il territorio e la comunità locale. Nel 2018 lo stabilimento ha subito pesanti danneggiamenti per effetto della mareggiata che a fine ottobre ha devastato questo tratto di costa; la sua ricostruzione è stata affiancata a un investimento complessivo sulla sua identità determinata dai valori in cui sceglie di riconoscersi. Parte di questo processo di ridefinizione si concretizza in un “progetto di educazione ambientale e di promozione del territorio”, attraverso il quale La Capannina afferma anzitutto il fondamentale legame con il tempo e con il contesto in cui opera[2] scegliendo di operare in modo rispettoso rispetto alla comunità e del territorio in cui opera e investendo nella sostenibilità e nella generazione di un effetto positivo sulla società.

Il progetto, nato da un’idea e dalla capacità di Alberto Lotti, si chiama Facciamo capanna e si articola in quattro diverse proposte relative a tematiche specifiche, (secondo un calendario pubblicato sul sito www.bagnolacapannina.com), titolate Capanna mare, Capanna corpo, Capanna ambiente e Capanna storia. Ognuna si articola in momenti di incontro e di partecipazione durante il quale agenzie educative del territorio (tra le quali WWF Livorno, G.N.R.A.C., Microcosmo, Istituto ISIS di Follonica, Mondo Balneare, Centro Guide Costa Etrusca, Parchi Val di Cornia e Comando della Guardia Costiera di Piombino) propongono momenti di informazione e attività laboratoriali allo scopo di consentire di familiarizzare con le molteplici e complesse dinamiche che garantiscono e hanno consentito la sopravvivenza dell’ecosistema e la crescita delle comunità locali. Se l’esperienza portata dai soggetti partner permette di cogliere specificità e contenuti in maniera adeguata, il coinvolgimento pratico e immersivo della Capannina offre la possibilità di vivere in prima persona l’esperienza di essere parte di ciò che ci circonda e con cui interagiamo con ogni nostra azione. A un pubblico così profondamente consapevole e motivato vengono fornite indicazioni circa gli atteggiamenti virtuosi e responsabili che il paesaggio costiero chiede per poter soddisfare i nostri bisogni e per poterlo fare anche in futuro.

Lo stabilimento balneare gioca il ruolo di capofila di un gruppo di attività che, come abbiamo visto, appartengono sia al pubblico che al privato: è quindi espressione di quell’invito alla collaborazione spontanea e alla co-responsabilità che la nostra stessa Costituzione riconosce tra i principi più importanti.

Uno dei più importanti obiettivi condivisi dai soggetti coinvolti è la valorizzazione del territorio perché possa esprimere davvero tutte le sue potenzialità; così, oltre a presentare nei particolari ogni elemento dell’ambiente naturale, porta in primo piano alcune delle sue ricchezze fondamentali per la nostra salute: gli elementi della dieta mediterranea, proposti attraverso un programma di formazione sul tema dell’educazione alimentare.

Si offre a possibilità di conoscere per operare scelte consapevoli, si evidenzia il valore di alcune delle principali e tradizionali attività economiche del luogo e così si crea ricchezza condivisa, rispetto reciproco: si costruisce capitale sociale.

È la geografia la più attenta custode delle impronte lasciate da chi prima di noi ha vissuto e costruito. L’attenzione al territorio (con il dichiarato impegno alla valorizzazione) ha anche consentito di individuare alcuni dei luoghi che con più forza testimoniano il ruolo della collaborazione e il reale significato del concetto di dinamiche sociali. Così tra le occasioni proposte in questi primi anni di vita del progetto troviamo alcune passeggiate nel parco: un modo per raccontare un processo di continua costruzione del paesaggio e quindi di continua relazione tra uomo e natura. Sono lo strumento offerto alle giovani generazioni per conoscere esperienze di vita vissute, esempi di scelte operate in momenti distanti nel tempo ma simili nei fatti a situazioni odierni. Sono per questo la possibilità di guardare alla storia con gli occhi di oggi per trarne spunto; il risultato è quello di risvegliare la “forza creatrice” (dunque propositiva) del presente per rispondere alle emergenze attuali. Ma sono al contempo l’occasione data per constatare quanta distanza spesso ci sia tra le intenzioni e i reali risultati conseguiti.

Con lo stesso obiettivo sono previste visite alla Batteria Sommi Picenardi: una notevole architettura militare che offre lo spunto per costruire (o arricchire) la memoria. Immersi nel contesto si diventa protagonisti di un momento di public history, di storia con il pubblico e quindi di dialogo che parte dalle pratiche, per portare alla sensazione e al sentimento attorno a valori, per la condivisione. L’accordo tra luogo, racconto, partecipazione rendono queste pratiche un’esperienza immersiva e i valori che emergono con maggior forza sono quelli del rispetto, del dialogo, della tolleranza, della cooperazione e della reciprocità: gli stessi emersi durante i lavori delle Nazioni Unite che ha portato alla definizione del concetto di sostenibilità.

Il primo passo per dialogare è quello di porsi nelle condizioni di ascoltare e perché ciò sia possibile è fondamentale allontanarci dai pregiudizi, dall’ansia per il futuro, dall’eccesso di pensieri per riagganciarci al presente. Per rendere possibile questa dimensione di apertura il programma prevede anche momenti di meditazione e di alcune pratiche yoga.

In sintesi, La Capannina realizza con semplicità:

  • la valorizzazione della comunità e del territorio;
  • la declinazione della sostenibilità nei suoi diversi significati;
  • cooperazione e inclusività, per portare il beneficio della conoscenza, della consapevolezza della diffusione di buone pratiche;
  • offerta di una forma di turismo rispettoso e dunque costruttore di ricchezze durature;
  • l’effettivo esempio di mediazione tra istanze diverse, trait d’union di competenze diverse per un arricchimento vicendevole.

Soprattutto, La Capannina mostra una risposta a una delle più gravi emergenze sociali del nostro tempo, contrassegnato dal costante invito a concentrare l’attenzione sull’azione del singolo, in cui spesso rischia di venir meno della forza che deriva dal riconoscersi in una comunità. La scelta dei Bagni La Capannina di realizzare la propria attività economica con l’attenzione a generare effetti positivi contrasta la tendenza all’assolutizzazione della ricerca dei profitti che si è imposta in questi anni nel mondo imprenditoriale in un modo così radicale da annullare qualsiasi altro obiettivo e da contribuire in maniera significativa allo svilimento del patrimonio sociale dei territori. Dinanzi a una realtà segnata dal venir meno di spazi e momenti di condivisione, le occasioni per vivere l’esperienza della propria soggettività incrociando sguardi in un luogo diverso dalla casa e dal lavoro sono un esempio concreto e attuale di risposta al bisogno di scoprire i legami tra noi e gli altri[3] e quindi sono anch’essi esempio di finalità di beneficio comune. I risultati conseguiti da La Capannina sono stati anche oggetto dell’attenzione delle testate giornalistiche locali[4], che hanno attestato la qualità dei risultati raggiunti.

La Capannina non è un’impresa sociale e non è nemmeno formalmente una società benefit, anche se di fatto molti elementi di sostanza parrebbero ricollegarla a questa forma; nel suo statuto non c’è l’indicazione specifica dell’impegno verso la generazione di beneficio comune e nel sito internet non c’è traccia del bilancio sociale che attesti i passi compiuti e gli obiettivi raggiunti. Così come non c’è traccia dell’identificazione dei responsabili preposti all’attività sociale che un’impresa si assume come impegno.

Ma, al di là delle definizioni, La Capannina testimonia un modello di impresa attento al contesto in cui opera, agli effetti della propria attività economica e non solamente alla generazione di profitti per i proprietari. Riscopre e continua una tradizione, propria del nostro paese e non solo, che vede nell’attività imprenditoriale qualcosa di più e di diverso dalla generazione del profitto per gli azionisti: un’impresa consapevole di essere immersa nei legami con il territorio che la ospita e che vuole essere protagonista del suo sviluppo sostenibile e della creazione di capitale sociale. Un’impresa che premia il rispetto, il valore, la concretezza, l’equilibrio ed è esempio del «nonostante che diventa rivolta contro le miserie morali»[5]. Forse, un'impresa come tutte le imprese doverebbero essere.

[1] Si veda a tal proposito E.Zanchini, Dall’abusivismo al parco: storia del bosco della Sterpaia a Piombino, Franco Angeli, 2001

[2] Si rimanda a tal proposito quanto riportato sul sito www.bagnolacapannina.com

[3] Si rimanda a tal proposito alla lettura di quanto Musté che accoglie del pensiero di Piovani in Lo storicismo del secondo dopoguerra, a pagina 713 del PDF scaricabile gratuitamente in www.Accademia.edu. U.A. 13/11/2022 ore 18;37).

[4] https://centrostudituristicifirenze.it/blog/sostenibilita-ambientale-e-turismo-facciamo-capanna-a-piombino/?fbclid=IwAR2KMMniHQyUEZm45uWF3oIcMDqta02o1wjJ3a0dPTAyNYEL6ZJs1AazRys)

[5] Il volume Valentino Bompiani. Il prcorso di un editore artigiano, di Ludovica Braida, pubblicato da Sylvestre Bonnard nel 2003 offre alcune significative occasioni di riflessioni circa i punti di contatto tra morale e attività imprenditoriale di costante attualità, fecondi anche in un clima così diverso dai tempi di Bompiani editore. Significativo il suo giudizio sulla nostra epoca, iniziata nel momento stesso in cui l’editore si accingeva a cedere la sua casa editrice: un pensiero per certi versi lungimirante.

Rivista-impresa-sociale-Giusy Moriggi

Giusy Moriggi

Storica e guida turistica collabora con scuole secondarie di secondo grado in progetti di arricchimento dell’offerta formativa. Collabora con alcune associazioni culturali per progetti di valorizzazione del territorio di cui fanno parte, attraverso progetti di public history e ricerche di storia culturale e di storia sociale. Cura progetti di riordino di archivi di impresa.

Sostieni Impresa Sociale

Impresa Sociale è una risorsa totalmente gratuita a disposizione di studiosi e imprenditori sociali. Tutti gli articoli sono pubblicati con licenza Creative Commons e sono quindi liberamente riproducibili e riutilizzabili. Impresa Sociale vive grazie all’impegno degli autori e di chi a vario titolo collabora con la rivista e sostiene i costi di redazione grazie ai contributi che riesce a raccogliere.

Se credi in questo progetto, se leggere i contenuti di questo sito ti è stato utile per il tuo lavoro o per la tua formazione, puoi contribuire all’esistenza di Impresa Sociale con una donazione.