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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura: 
Argomento:  Ricerca empirica
tag:  Covid-19
data:  03 febbraio 2022

Le cooperative trentine di fronte alla pandemia

Chiara Carini

Euricse ha presentato la seconda edizione del rapporto "La cooperazione in trentino" in cui sono analizzate le reazioni della cooperazione all'emergenza sanitaria, chiedendosi infine se le cooperative saranno in grado di trasformare la resilienza e lo spirido di innovazione in un motore di cambiamento.


Il rapporto è stato curato da Chiara Carini ed Eddi Fontanari, ricercatori di Euricse nell’ambito dell’accordo di programma con la Provincia autonoma di Trento. Il rapporto completo è disponibile alla pagina: https://www.euricse.eu/it/publications/la-cooperazione-in-trentino-struttura-ruolo-e-dinamiche-durante-la-pandemia/

La crisi sanitaria ha prodotto degli effetti estremamente complessi impattando in maniera drastica sulla struttura economica e sociale della società trentina ed ha portato ad un ripensamento degli stili di vita, della vita sociale, familiare e lavorativa, del rapporto con l’ambiente, ovvero di tutta una serie di paradigmi su cui si basa la società moderna.

Ciò, naturalmente, vale anche per la provincia di Trento, dove diverse realtà economiche hanno risentito duramente degli effetti della crisi sanitaria ed economica innescata dalla pandemia, inclusi alcuni settori del movimento cooperativo come quello sociale che, nel 2020, contava al suo attivo106 cooperative, un fatturato consolidato di 220 milioni, un valore aggiunto di 154 milioni e poco meno di 11 mila posizioni lavorative.

In questo quadro, il nuovo rapporto Euricse sulla cooperazione trentina cerca di comprendere, attraverso l’utilizzo congiunto dei dati di fonte INPS e dei dati delle indagini condotte su un campione di cooperative trentine e su un campione di lavoratori di cooperative sociali, quale sia stato l’impatto della pandemia sulle cooperative sociali trentine e sui loro lavoratori al fine di comprendere anche se e come le cooperative hanno reagito alle difficoltà emerse negli ultimi due anni mettendo in luce colpi inferti dalla pandemia ma anche punti di svolta e di crescita del settore.

La valenza di questo Rapporto condotto da Euricse è duplice.

Da una parte la ricerca prosegue il precedente monitoraggio uscito nel 2019, fornendo un quadro aggiornato del valore economico, occupazionale e sociale della cooperazione trentina sottoponendone anche a verifica i punti di forza e di debolezza; dall’altra queste analisi possano essere utili alle cooperative per una migliore gestione futura, ma anche alle istituzioni, per individuare le politiche di sostegno più idonee.

Inoltre, anche se focalizzata su un territorio relativamente piccolo, questa ricerca offre spunti su un modello di sviluppo economico, quello cooperativo, che è in linea con i principi di sostenibilità ambientale e sociale, così come delineato nel Piano d'azione per l'economia sociale, presentato dalla Commissione Europea.

Stando ai numeri della cooperazione sociale, è evidente che dopo anni di crescita costante del settore, lo stesso abbia subito una battuta d’arresto. Oltre due terzi delle realtà intervistate, infatti, ha subito l’interruzione forzata dell’attività dettata dai provvedimenti governativi per il contenimento della diffusione del virus Covid-19, con evidente conseguenza nel calo di fatturato e di occupazione. A ciò si aggiunge il calo generalizzato delle ore lavorate per una cooperativa sociale su due e la necessità di ricorrere alla cassa integrazione o a strumenti simili (80% delle cooperative) per tutelare l’occupazione.

Tuttavia, non è stata scalfita la solidità economica della maggior parte delle cooperative sociali: per oltre otto cooperative su dieci, infatti, non si sono registrati problemi di liquidità e non è stato necessario accendere nuovo debito bancario per far fronte alle difficoltà contingenti del periodo. Inoltre, il 77% delle cooperative sociali intervistate ha assunto dall’inizio della pandemia, anche se circa un terzo dichiara di aver diminuito il numero di assunzioni rispetto a quanto previsto prima della comparsa della pandemia.

Nonostante tutto, le cooperative hanno saputo investire e la crisi ha favorito un ammodernamento e l’introduzione di innovazioni organizzative (“soft”) soprattutto per quanto riguarda la digitalizzazione dei processi e la formazione dei lavoratori.  Risulta dalle interviste che sei cooperative su dieci hanno dichiarato di aver introdotto nel corso del 2020 o nei primi mesi del 2021 una o più innovazioni che nel 58% dei casi hanno riguardato il modello organizzativo e nel 42% i processi interni alle organizzazioni. In aggiunta, per una cooperativa sociale su due, le difficoltà prodotte dalla pandemia hanno aumentato le occasioni di cooperazione con altri operatori economici e per quasi l’80% l’informatizzazione dei processi intercorsa negli ultimi due anni ha favorito una migliore gestione della conoscenza e del flusso informativo.

Tutto ciò nella percezione che la battuta d’arresto sia stata solo momentanea e che nel 2022 si intraveda la fine del tunnel: circa la metà delle cooperative intervistate prevede, infatti, una stabilità nel fatturato per il 2022, mentre un altro 40% prevede un aumento. Prospettive confermate anche sul fronte dell’occupazione con una cooperativa su tre che prevede di incrementare il numero di occupati e meno di una cooperativa su dieci che, al contrario, pensa sarà necessario ridurre ulteriormente i livelli occupazionali.

Sul fronte dei lavoratori, il quadro che emerge dai dati INPS conferma il ritratto del comparto sociale già emerso nel report pubblicato nel 2019 a cura di Istat ed Euricse. Delle oltre 10 mila posizioni lavorative delle cooperative sociali, più di 7 mila (69%) erano occupate da lavoratrici, poco più della metà dei dipendenti (55,9%) era occupato a tempo indeterminato e il 70% era part-time.

I dati INPS confermano che, anche nella provincia di Trento, il lavoro part-time è ancora sinonimo di lavoro femminile: la quota a part-time tra le lavoratrici è prossima al 79%, mentre tra i lavoratori di sesso maschile tale percentuale scende sotto il 50%. Non stupisce, ma dovrebbe far riflettere, che quasi quattro lavoratori su dieci (nella quasi totalità donne) dichiarano di lavorare a tempo parziale per conciliare il lavoro con i carichi familiari. Mentre per il 30% dei lavoratori intervistati il lavoro part-time è stato imposto dalla cooperativa per esigenze organizzative.

La soddisfazione media per il proprio lavoro è elevata (7,8 in una scala da uno a dieci), anche se la soddisfazione media per i singoli aspetti del lavoro risulta piuttosto variabile. Il livello medio di soddisfazione, infatti, è molto buono per quanto riguarda i rapporti con colleghi e superiori, la stabilità e l’autonomia del lavoro, mentre raggiunge (o supera di poco) la sufficienza per quanto riguarda il carico di lavoro, il coinvolgimento nelle decisioni della cooperativa e il riconoscimento del proprio lavoro da parte dell’organizzazione. Valori più bassi invece si registrano per la retribuzione e le prospettive di carriera che, mediamente, vengono valutate come insufficienti.

Ed è proprio su carichi di lavoro e stress che si registra il maggior impatto negativo della pandemia. Il Covid-19 e le difficoltà lavorative ed economiche che ne sono derivate hanno aumentato i carichi di lavoro e lo stress, rendendo più difficile conciliare la vita lavorativa con quella personale e familiare, fattore questo che risulta basilare per i lavoratori intervistati.

Potrebbe quindi essere importante valorizzare – ove possibile – modalità come, per esempio, lo smart working, che non ha comportato problemi in termini di produttività durante la pandemia, ma la cui introduzione definitiva potrebbe facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Allo stesso tempo, l’attività formativa potrebbe accrescere il livello di capitale umano favorendo una più elevata produttività del lavoro in un’ottica di miglioramento anche dei livelli retributivi.

Nonostante le difficoltà sorte con la pandemia, quasi un lavoratore su sei delle cooperative sociali intende restare il più possibile a lavorare nell’attuale cooperativa. A questi si aggiungono altri tre lavoratori su dieci che puntano a restare ancora per qualche anno.

Le motivazioni che potrebbero portare ad accettare un’ipotetica offerta di lavoro riaccendono l’attenzione sui fattori che si sono rivelati come critici per i lavoratori delle cooperative sociali, ossia il trattamento economico e la coerenza tra il proprio percorso formativo e il lavoro svolto. Un terzo dei lavoratori intervistati (31,8%) indica infatti che potrebbe accettare un’offerta di lavoro nel caso di un migliore trattamento economico, mentre poco meno di un altro 30% indica la coerenza tra lavoro e formazione quale possibile motivazione per cambiare lavoro.

Questi sono solo alcuni dei risultati emersi dal rapporto Euricse che mette in evidenza le difficoltà sostenute dalle cooperative sociali, e più in generale dalle cooperative trentine, ma anche le sfide e le opportunità che la pandemia ha posto alle cooperative per dimostrare il proprio ruolo non solo economico ma di sostegno alle comunità in cui esse si trovano ad operare.

La fase aperta dall’emergenza pandemica ha probabilmente superato il momento di maggior criticità, ma gli effetti sul sistema economico e sociale sono destinati a durare ancora a lungo. Si apre ora la fase di ricostruzione e ripartenza nella quale anche il nostro Paese sarà chiamato a dotarsi di una strategia per sostenere il consolidamento e il rafforzamento dell’economia sociale, ivi incluse le cooperative sociali, a livello nazionale, regionale e locale. Si apre quindi la possibilità per le cooperative sociali di posizionarsi sul fronte delle nuove richieste sociali, delle nuove attività imprenditoriali, delle professioni e delle competenze che emergono come conseguenza della trasformazione dei modelli di produzione e di consumo contribuendo attivamente al cambiamento del paradigma imprenditoriale che la crisi sembra avere innescato. Sta ora alle cooperative sociali trasformare la resilienza e lo slancio innovativo mostrato negli ultimi due anni in un motore di cambiamento e crescita che favorisca il cambiamento del paradigma imprenditoriale oggi prevalente.


I curatori scientifici del Rapporto sono Chiara Carini ed Eddi Fontanari, ricercatori di Euricse. Il Rapporto è stato curato da Euricse nell’ambito dell’accordo di programma con la Provincia autonoma di Trento. Il rapporto completo è disponibile alla pagina: https://www.euricse.eu/it/publications/la-cooperazione-in-trentino-struttura-ruolo-e-dinamiche-durante-la-pandemia/

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Chiara Carini

Euricse

Laureata in Teorie e metodi per la gestione dell’informazione, è ricercatrice presso Euricse.

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