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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura:  3
Argomento:  Policy
data:  05 gennaio 2021

Cooperative verso la sostenibilità

Simone Gamberini

Il bando Coop 2030 lanciato da Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop, ha visto, malgrado il difficile periodo, ben 43 proposte di cooperative di 14 regioni, di cui la metà da cooperative sociali, che hanno presentato progetti di innovazione e sviluppo all'insegna della sostenibilità.


Ci sono le cooperative sociali che si lanciano verso il turismo sostenibile e l’educazione ambientale ma anche la telepsichiatria, la tipografia che immagina un futuro (quasi) senza carta, la cooperativa di taxisti che si riconverte alla mobilità smart e quella che lavora per l’autoconsumo collettivo di energia elettrica. Dieci piste per capire come anche la cooperazione oggi possa provare – quando ne ha l’occasione – a reinventare sé stessa e le proprie attività in un percorso di transizione verso la sostenibilità.

La fotografia arriva dal bando Coop 2030 lanciato da Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop, durante lo scorso autunno. Nonostante a causa delle conseguenze della pandemia in corso il momento non fosse forse il migliore per pensare al futuro, in poche settimane hanno risposto 43 cooperative. La metà delle domande, ben 22, è arrivata da cooperative sociali. Quattordici le regioni rappresentate, da nord a sud, la metà concentrata nelle prime tre: Emilia-Romagna con 10 e Lombardia e Liguria con 6 a testa.

Questo esito manifesta come la cooperazione sia pronta non solo ad investire per ripartire, ma a farlo in direzione di un’economia sostenibile, capace di coniugare lavoro e mercato, impresa e ambiente.


Il bando Coop 2030

Il bando “Coop 2030” ha messo in campo uno stanziamento di 650mila euro ed era aperto a tutte le imprese associate a Legacoop con un valore della produzione compreso fra i 450mila e i 50 milioni di euro. Per la seconda fase sono state selezionate queste dieci cooperative che riceveranno per otto settimane affiancamento e supporto da parte di un team specializzato di mentor e esperti costruito in base alla singola iniziativa, per un valore di 15mila euro per ogni cooperativa.

Alla fase tre, i piani di riposizionamento verranno nuovamente selezionati. I progetti che dimostreranno una reale sostenibilità e una possibilità di implementazione immediata, saranno sostenuti con un co-investimento da parte del Fondo (fino al 70%) e degli strumenti di sistema per l’avvio di una sperimentazione. A seguito della sperimentazione, i piani saranno pronti per affrontare la fase quattro, che vedrà la presentazione dei piani di sviluppo a fondi di finanza di impatto e investitori istituzionali.


WeForGreen Sharing non sta vivendo una vera e propria transizione: è nata sostenibile e così continua a crescere. Specializzata nella creazione e gestione di comunità energetiche di produzione e consumo, conta oggi 638 soci e ha partecipato al bando con un progetto che prevede la realizzazione di una comunità di autoconsumo collettivo di energia elettrica prodotta da un impianto di produzione condiviso di circa 200 KW/p con il coinvolgimento di almeno 50 nuovi soci su tutto il territorio italiano.

Puntano invece a una riconversione, o almeno ad una forte integrazione in chiave sostenibile, gli oltre 600 soci di Cotabo, la cooperativa che a Bologna riunisce la maggior parte dei taxisti. Il progetto prevede di realizzare una piattaforma digitale cooperativa che offra servizi di pianificazione della mobilità in ambito urbano in un’ottica di intermodalità e aggregazione smart di tutti i servizi di trasporto condiviso e pubblico disponibili sul territorio. Insomma, un servizio old che prova ad andare a braccetto con il futuro.

Prima si è impegnata a sperimentare altre modalità per far arrivare ai potenziali clienti i classici volantini con le offerte dei supermercati, investendo sul digitale, anche per rispondere alle nuove esigenze determinate dalla pandemia. Approfittando del bando, Cooptip – tipografia modenese con 60 soci e 81 dipendenti – ha iniziato a valutare ipotesi di prodotti sostenibili, compostabili, con certificazioni ambientali per incentivare, anche nella gestione caratteristica, l’utilizzo di carta certificata FSC proveniente da foreste rigenerate o da carta da macero.

Dalla Lombardia arriva invece la prima delle tante cooperative sociali che provano scommettere sulla sostenibilità: Genera sviluppa interventi socio- educativi, socio-sanitari e abitativi con 121 soci (di cui 119 donne) e 284 dipendenti. Due mesi prima del lockdown aveva aperto il primo Villaggio Alzheimer di Milano, ora vuole avviare una seconda comunità a carattere abitativo per persone con demenza all’interno del borgo milanese di Chiaravalle. Obiettivo: avere luoghi di cura aperti e abitati non solo da persone anziane. Un deciso passo avanti sul fronte della sostenibilità sociale.

La cooperativa San Vitale si occupa di inserimento lavorativo e integrazione di persone svantaggiate. Conta 274 soci, di cui 195 donne, e 450 dipendenti. Per avviare un percorso di crescita che incroci le esigenze (e le opportunità) della sostenibilità ha acquisito un vecchio mulino nelle campagne di Lugo, nel ravennate, inutilizzato da anni, per recuperarlo e adibirlo alla trasformazione di propri prodotti agricoli biologici, anche con l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate. I vecchi macchinari in legno del mulino saranno ristrutturati per creare dei percorsi di visita guidata. Camminando verso la sostenibilità il sociale incrocia così la cultura e il turismo, avviando integrazioni di grande interesse, per tutti.

Lo conferma anche la parabola di Accento, una cooperativa che si occupa di gestione di nidi e scuole dell'infanzia e servizi per i minori. Conta 280 soci di cui ben 202 under 40 e dà lavoro a 575 persone:

in un immobile di sua proprietà vuole avviare servizi all’ospitalità e ristorazione, con l’inserimento di persone svantaggiate e lo sviluppo di nuove competenze e prospettive di sviluppo, per un turismo sostenibile di prossimità e la promozione delle risorse del territorio. Così l’integrazione di quelli che prima erano settori ben distinti appare davvero una cifra che contraddistingue tutti questi progetti.

La Casa davanti al sole è una cooperativa che realizza progetti di comunità e si occupa di accoglienza residenziale e di housing. Conta 16 soci di cui 13 donne, con 24 dipendenti. Nel 2019 ha preso in gestione per 12 anni un appezzamento di 10 ettari (8 di bosco e 2 di terreno agricolo) all’interno dell’Area protetta “Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate” per sviluppare azioni di educazione ambientale. Ora vuole introdurre un’area di produzione agricola promuovendo la nascita del ramo B con assunzione di persone in situazione di fragilità e sviluppando nuove modalità di collaborazione con le scuole.

Punta a migliorare i servizi per la salute mentale la cooperativa Spazi nuovi, con interventi di telepsichiatria e incontri d’informazione e sensibilizzazione. Obiettivo: ridurre l’intervallo di tempo fra esordio dei sintomi e inizio del trattamento, per accelerare il processo di guarigione.

Il CE.STO è una cooperativa sociale con 20 soci che vuole avviare una transizione verso un modello di cooperativa di comunità per il centro storico di Genova, dove gestisce già i Giardini Luzzati, per il rilancio del quartiere coinvolgendo e formando chi vi abita.

Nuovo Cilento, infine, è un’impresa agricola con oleificio ed agriturismo. Conta 404 soci. Obiettivo del progetto con cui ha vinto il bando Coop 2030 è il riposizionamento strategico in area montana, lavorando su una nuova configurazione dei suoli, la realizzazione di strutture e l’acquisto di attrezzatture che consentiranno di assicurare processi di lavorazione compatibili con l’ambiente, rispettosi della salute e del benessere degli animali e della sicurezza dei lavoratori, favorendo – anche qui – l’integrazione tra l’attività agricola e quella turistica.

 

 


 

Rivista-impresa-sociale-Simone Gamberini Coopfond S.p.A.

Simone Gamberini

Coopfond S.p.A.

Direttore generale di Coopfond spa, Fondo Mutualistico di Legacoop, dal gennaio 2020. Vicepresidente di Cooperare spa e membro del Cda di Coop Alleanza 3.0. Direttore Generale di Legacoop Bologna dal 2015 al 2019. Dal 1994 si occupa della promozione di cooperative nel settore delle Industrie Culturali e Creative. Dal giugno 2008 è presidente dell’Istituto nazionale per lo studio e il controllo dei tumori e delle malattie ambientali “B. Ramazzini”.Dopo una esperienza amministrativa in qualità di Sindaco del Comune di Casalecchio di Reno (2004-2014), rientra nel modo cooperativo per occuparsi dei progetti di innovazione e trasformazione Digitale delle imprese cooperative. Nel 2015 è nominato Direttore generale di Legacoop Bologna ed è coordinatore del Progetto Biennale dell’Economia Cooperativa. Coordina e promuove i progetti Coopstartup e Going Digital Legacoop. Dal gennaio 2020 viene nominato Direttore generale di Coopfond spa.

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