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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura:  4 minuti
Argomento:  Esperienze
data:  28 aprile 2020

Dall'idea al progetto. Dal progetto all'impresa sociale. La Fondazione Castello di Padernello

Domenico Pedroni

Un castello che sembrava destinato alla rovina nella bassa bresciana diventa il centro di un'azione di rilancio culturale e produttivo grazie ad una fondazione di partecipazione sostenuta dai soggetti pubblici e dalla società civile del territorio.


Una cosa è ampiamente condivisa, fra le tante incertezze di questa tempesta che ci ha colpito così all’improvviso: quando tutto questo sarà finito, dovremmo avere la capacità di costruire un mondo nuovo, diverso, più solidale. Non si tratta di uno slogan, ma della consapevolezza che il mondo in cui vivevamo non poteva più reggere. Ce lo diceva l’egoismo imperante, lo preannunciava il cambiamento climatico, l’utilizzo di risorse come se fossero infinite in un mondo finito. Ma se il cambiamento è auspicato da molti, si tratta di capire anche in che direzione cambiare. Perché il “come” cambiare è importante, anzi è fondamentale.

Per riassumere in una frase il primo cambiamento che a nostro avviso è necessario, bisognerebbe che agire come se il mondo fosse una gigantesca impresa sociale, che deve raggiungere degli obiettivi di sostenibilità; agire con la stessa efficienza ed efficacia di una azienda for profit, senza fare profit, quindi agendo per il bene comune, per il rispetto del clima, con grande attenzione all’ecologia, alla solidarietà, al superamento delle diseguaglianze. Certo, ci si rende conto che tutto ciò possa apparire ai più un’utopia e forse lo è, ma vi sono storie che dicono quanto ciò potrebbe e può essere possibile.

Si parte da un castello diroccato

Si tratta della storia vera di un piccolo paese chiamato Padernello. (A proposito, a Padernello è tutto vero, anche la storia del fantasma della Dama Bianca). Un piccolo borgo di 76 persone, situato nella bassa più bassa della Bassa Bresciana. Una Chiesa, un Castello e cinque grandi cascine, le più degradate ed abbandonate. Il Castello è abbandonato dagli anni Sessanta del millenovecento. Nel 2005, dopo più di quarant’anni di incuria, la sua sorte sembra segnata. Invece una grande alleanza fra pubblico e privato, permette l’acquisto del Castello e nasce una feconda Fondazione di partecipazione denominata Fondazione Castello di Padernello, che mettendo nuovamente insieme 11 soci fondatori (oggi i soci sono il Comune, che detiene la maggioranza delle quote, la Banca del Territorio Lombardo, la Fondazione Cogeme e altri soci privati), riesce ad invertire la rotta ed a diventare un modello per la salvaguardia dei beni comuni.

Ma partiamo dall’inizio. Padernello è una bellissima operazione generativa, che nasce dal basso, dalla passione, dalla forza, dalla lungimiranza di alcune persone che hanno creduto alla possibilità di restaurare un castello in grande parte caduto e farlo diventare un sistema culturale, motore in grado di creare valore per la propria terra. Sostanzialmente il progetto viaggia su un doppio binario parallelo dove da una parte la Fondazione di partecipazione appositamente creata procede nei restauri architettonici e dall’altra avvia iniziative culturali, progetti di economia territoriale, costruisce mostre per promuovere luoghi ed artisti del territorio, diventa sede di presentazione di libri, di spettacoli teatrali, di incontri filosofici. Il Castello di Padernello rimane ormai aperto più di 300 giorni all’anno, con 220 giorni di apertura con manifestazioni in corso, da quelle che durano sei mesi, a quelle che durano un giorno. Fra le più importanti la creazione del “Mercato della Terra Slow Food di Padernello”. Un piccolo grande esempio di economia territoriale, dove 35/40 produttori portano a far conoscere e degustare i loro prodotti a circa 30.000 persone all’anno, nel segno del buono, del pulito e del giusto. Inoltre, spettacoli musicali e teatrali, presentazione di libri, giornate dedicate al mondo artigiano richiamano una complessiva presenza di circa 60.000 visitatori annui. A questo si aggiunga che nel piccolo paese sono sorti quattro ristoranti con complessivi 50/55 mila passaggi all’anno. La Fondazione nel frattempo ha assunto 5 dipendenti e può contare su 70 volontari e circa 1200 sostenitori; e tutto questo è avvenuto partendo da un Castello in gran parte caduto!

Bellezza, determinazione, buona gestione

Ma come è stato possibile fare tutto questo? Applicando una semplice regola: sognando con i piedi per terra. Cosa che ha significato bilanciare genialità creativa e sostenibilità. Tre sono le parole chiave che hanno contraddistinto l’operare della Fondazione Castello di Padernello.

La prima: la Bellezza. Chi ci muove? La bellezza. Ecco, noi diciamo che la bellezza non può più essere solo un valore estetico. La bellezza deve diventare un valore etico, morale, patrimoniale da ascrivere nei nostri cuori, nelle nostre coscienze. La seconda: le cose si possono fare. Padernello insegna appunto questo, che le cose si possono fare. Certo occorre avere la capacità la forza, la passione, la costanza, la lungimiranza. Allora anche cose ritenute impossibili possono realizzarsi con il risultato di contribuire concretamente a rendere possibile un mondo migliore. La terza: la buona gestione. La Fondazione Castello di Padernello è stata in grado di costruire una sostenibilità economica attraverso quattordici anni di bilanci con piccoli avanzi di gestione. Infatti, la Fondazione è un’impresa, un’impresa culturale, un’impresa di relazioni, ma sempre un’impresa e come tale deve operare, a prescindere dalla sua natura non profit.

Attraverso queste tre parole chiave la Fondazione Castello di Padernello è stata capace di reperire fondi attraverso iniziative, contributi e partecipazione a bandi, per strutturarsi, per dotarsi di un piano di comunicazione strategico e di una governance che affiancasse il grande indispensabile lavoro dei volontari.

Verso il borgo

Consolidata l’operatività nel e per il Castello, la Fondazione ha valutato ormai da qualche anno che bisognava uscire dal Castello e lavorare fuori dal Castello per il restauro delle cascine, nell’ottica di creare un Borgo Artigiano. Ecco allora la nascita del progetto “Verso Il Borgo”, sostenuto da un patto quinquennale sottoscritto con l’Associazione Artigiani di Brescia del Presidente Bortolo Agliardi ed un accordo con il Centro di Coordinamento degli Istituti Professionali. Il progetto prevede di inserire nelle cascine restaurate delle botteghe artigiane, delle scuole-botteghe, stanze per l’Albergo Diffuso, aule per l’alta formazione. Il progetto gode del sostegno della Camera di Commercio di Brescia, della Provincia di Brescia, del patrocinio della Regione Lombardia.

In questo quadro l’acquisto della cascina Bassa a Padernello era il pezzo mancante per chiudere il cerchio del progetto che vede al centro l’idea di creare lavoro per i giovani. Infatti, ormai il lavoro non si deve più cercare, ma bisogna crearlo e quindi chi meglio degli artigiani che lavorano ancora con le mani, la testa e con il cuore poteva essere i protagonisti del Borgo. Ritrovare gli antichi mestieri della tradizione, ma dandogli la forza dell’innovazione. La Cascina Bassa è un’immobile di grandi dimensioni con più di 4.500 metri quadri di immobili e con una vastissima aia interna ed un piccolo campo agricolo che si estende sul lato sud ed ovest, acquisita da tre proprietà. Un terzo della cascina è stato acquistato da un gruppo di imprenditori che gestiscono ristoranti e locali per giovani per inserire un Agribirrificio, un’attività che può spingere anche ad un benefico cambio di colture nelle nostre attività agricole, con coltivazione di farro, orzo, monococco. La seconda parte è stata acquisita dalla Falco Nero di Natale Gallia, proprietario dei ristoranti di Padernello, che inserirà una enoteca dei vini bresciani e delle botteghe per salumi e formaggi. La terza parte è stata acquisita dalla Immobiliare Sociale Bresciana che la destinerà alla creazione dell’Albergo diffuso, con circa 10 stanze, alla creazione di spazi per botteghe artigiane e a stanze per l’alta formazione. Qui potranno partire nuove attività artigianali, coordinate da artigiani docenti e si creeranno posti di lavoro, nella certezza di avere a fianco nella cascina attività consolidate, che potranno dare sicurezza e concretezza ed essere anche una spinta allo sviluppo del turismo esperienziale. Sotto la guida della Immobiliare Sociale Bresciana e con la collaborazione della Fondazione Castello di Padernello è stato già avviato il progetto di ricerca fondi per l’avvio del restauro.

Nasce l’impresa sociale

Lo scomparso Direttore Pettinati, di Cassa Padana, dall’alto starà sicuramente sorridendo. Il progetto Padernello, che lui riteneva uno dei progetti più riusciti compartecipati da Cassa Padana, ha raggiunto uno degli obiettivi fondamentali: avviare la costituzione dell’impresa sociale. E l’avvio avviene attraverso l’acquisto della Cascina Bassa, effettuata in parte dalla Immobiliare Sociale Bresciana, braccio operativo di Cassa Padana nel mutato assetto delle banche di Credito Cooperativo. La condivisione indispensabile del progetto da parte di Stefano Boffini, capofila del progetto sociale di Cassa Padana e la capacità di visione e di guida di Giuseppe Felchilcher, presidente della I.S.B. di Brescia permettono di chiudere un percorso lungo quindici anni. L’impresa Sociale che è stata costituita a febbraio del corrente anno si chiama “Connessioni Srl – Impresa Sociale”. Questa avrà il compito di mettere in atto la nascita del Borgo Artigiano e della gestione delle attività che in esso nasceranno, con il precipuo scopo di creare lavoro per i giovani, creare coesione sociale, bene comune, dare sostegno ai progetti di agricoltura di prossimità, sviluppare sinergie positive per tutta la Comunità.

Padernello si avvia quindi al suo prossimo futuro con la certezza che la strada per l’impresa Sociale è aperta, senza paura, sapendo che da un Castello caduto si è stati in grado di far decollare un esempio concreto e virtuoso, segnalato nei 100 casi della generatività italiana. Sognare con i piedi per terra si può, anzi si deve.

Rivista-impresa-sociale-Domenico Pedroni Presidente Fondazione Castello di Padernello

Domenico Pedroni

Presidente Fondazione Castello di Padernello

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