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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura: 
Argomento:  Economia
data:  03 giugno 2022

L'arresto dello sviluppo umano

Marco Musella

E' difficile leggere gli ultimi dati del Rapporto sullo Sviluppo Umano senza trarre elementi di preoccupazione. La pandemia ha determinato una battuta d'arresto nell'indice dello sviuppo umano e la crescita dell'insicurezza. E ora, la guerra rischi di incidere in modo ulteriormente negativo.

 


Questo grafico, estratto dallo Special Report 2022 (New Threats to Human Security in the Antrophocene. Demanding Greater Solidarity) sullo sviluppo umano dice in modo più chiaro di quanto non possano fare le parole delle incespicare dei processi di avanzamento dell’umanità sulla strada dello sviluppo umano a causa della pandemia. Esso, tra l’altro, non riflette ancora le conseguenze della guerra, di una guerra che ormai dura da più di 100 giorni, e che non potrà non avere un impatto negativo sui processi di emancipazione delle persone e delle comunità dalla fame, dalla malnutrizione, dalla malattia e dall’ignoranza. C’è quindi da attendersi che di qui a qualche tempo vedremo un grafico nel quale quella ripresa dell’indice di sviluppo umano aggregato che avevamo visto nel 2021 venga bloccata da una nuova svolta in negativo della linea. Bisogna agire perché non sia così!

Il rapporto sullo sviluppo umano 2022, già solo per questo dato così preoccupante, è un documento da leggere e da meditare; e speriamo che esso ispiri un’azione politica e culturale che cambi il corso delle cose in una direzione nella quale l’istruzione, la salute, il contrasto alla fame e la promozione della crescita economica - e non il riarmo, le guerre commerciali e quelle guerreggiate con gli strumenti di morte che oggi si moltiplicano nel mondo - tornino al centro dell’attenzione e si dia vita a una stagione nella quale di nuovo non si combattono i  popoli, ma si dichiari guerra contro ciò che rende disumana la convivenza civile.

Vi è, poi, una seconda ragione che rende questo rapporto assai interessante: il suo mettere a fuoco la questione della sicurezza, mostrando come negli ultimi anni, pur a fronte di una significativa ascesa dei valori degli indici di sviluppo umano, non si è registrato affatto un aumento della sicurezza percepita da parte degli individui e delle comunità (si consideri che, per definire il concetto di sicurezza il Rapporto si esprime in questo modo: Human security is about living free from want, free from fear and free from indignity. It is about protecting what we humans care most about in our lives”). E questo fenomeno non ha interessato solo i paesi a basso indice di sviluppo umano per i quali, ovviamente, c’è da attendersi che le condizioni relative a salute, nutrizione e crescita economica comportino una percezione di insicurezza da parte di una quota consistente di popolazione, ma lo si ritrova anche nei paesi che appartengono al gruppo degli intermedi e in quelli che sono ad alto indice di sviluppo umano: nel complesso 6 persone su 7 nel mondo si sentono moderatamente o fortemente insicure.

Va anche sottolineato che il titolo di questo rapporto del 2022 richiama in modo interessante il tema della solidarietà e quindi la necessità di organizzare una risposta all’insicurezza che si va diffondendo nel mondo di oggi che non sia quella del mercato che, inevitabilmente, trasforma questa insicurezza in una opportunità di profitto per chi decide di offrire “prodotti” che proteggono chi li acquista dalle conseguenze negative o nefaste di eventi avversi. 

Procediamo con ordine e rinviando ad altra sede una trattazione più esaustiva degli argomenti

Già in un libro abbastanza recente (Fitoussi, Stiglitz e Durand, Misurare ciò che conta. Al di là del Pil, Il Mulino, 2021), che sintetizza i nuovi risultati della Commissione istituita alla fine dello scorso millennio dal presidente Sarkozy e presieduta inizialmente da Sen, oltre che Stiglitze Fitoussi (si veda il volume “Le misure sbagliate della nostra vita”, Etas, 2010 o il sito https://ec.europa.eu/eurostat/documents/8131721/8131772/Stiglitz-Sen-Fitoussi-Commission-report.pdf) si dice a chiare lettere che la attenzione degli studiosi di scienze sociali al tema dell’insicurezza è stata fino ad oggi insufficiente, presi, come tutti siamo stati, dai temi della povertà e della disoccupazione. Invece, affermano gli autori, si tratta di una problematica di grande rilevanza per il mondo contemporaneo che intacca il ben-essere e il ben-vivere di troppe donne e uomini del nostro mondo di oggi. Una tematica a cui, anche in termini di maggiore e migliore raccolta di informazioni, gli studiosi da oggi in poi devono prestare decisamente più attenzione. Ora questo rapporto del 2022 è un indubbio primo passo nella direzione di un approfondimento di questa tematica anche laddove pone nel titolo, nel sottotitolo, l’attenzione sul tema della solidarietà perché è dalla solidarietà organizzata che potranno venire delle risposte efficienti ed efficaci sul fronte dell’attenuazione di quel senso di insicurezza che caratterizza oggi 6 persone su 7 al mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ma anche come si diceva nel nostro mondo industrializzato e sviluppato.

Aggiungo in conclusione che la guerra, questa dannata guerra che non sembra voler finire, avrà un impatto negativo non di poco su alcune delle cause dell’insicurezza se non altro per gli effetti sull’accesso al cibo e all’acqua potabile.

Al mondo delle organizzazioni non governative, delle imprese sociali, del mutualismo, della solidarietà organizzata, dunque, il compito di mettere in campo da subito strategie nuove per contrastare paure e insicurezze e di coinvolgere i governi a prestare più attenzione a questo tema.

Rivista-impresa-sociale-Marco Musella Università degli Studi di Napoli "Federico II"

Marco Musella

Università degli Studi di Napoli "Federico II"

Professore ordinario di Economia Politica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Presidente di Iris Network. È co-direttore scientifico della rivista Impresa Sociale.

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