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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura:  2 minuti
Argomento:  Libri
data:  01 agosto 2020

Libro - Diritti oltre alla frontiera. Migrazioni, politiche di accoglienza e integrazione

Redazione

Francesca Biondi Dal Monte e Emanuele Rossi hanno curato il volume Diritti oltre alla frontiera. Lo Stato pensando l’immigrazione pensa se stesso e riflettere sull’immigrazione significa interrogare lo Stato, i suoi fondamenti, i suoi meccanismi di strutturazione e di funzionamento.


Francesca Biondi Dal Monte e Emanuele Rossi hanno curato il volume Diritti oltre alla frontiera. Migrazioni, politiche di accoglienza e integrazione, Pisa University Press. Il volume è liberamente scaricabile a questo indirizzo e si sviluppa in quattro parti.

Nella prima, Ingresso sul territorio e diritti fondamentali, analizza alcuni tratti generali della legislazione in tema di immigrazione: la condizione giuridica dello straniero, il sistema degli ingressi e la genealogia del diritto dell’immigrazione in Italia. A 30 anni dalla legge n. 39/1990 (nota come “Legge Martelli”), la gestione del fenomeno migratorio è divenuta più articolata, così come il sistema dei permessi di soggiorno e i conseguenti diritti dei migranti residenti sul territorio, oggetto di numerosi interventi legislativi. I saggi di questa sezione affrontano il tema da più punti di vista: la frammentazione tra le varie discipline nazionali e regionali, la tendenza a privilegiare le persone da più tempo presenti sul territorio nazionale (è questo il caso del diritto alla casa, oggetto anche di recenti sentenze della Corte Costituzionale), l’evoluzione delle ragioni di ingresso nel nostro Paese, con i motivi di lavoro che diventano residuali rispetto alla famiglia e all’asilo.

La seconda parte, Asilo e altre forme di protezione, aperta da un saggio di Emanuele Rossi, è invece dedicata alle forme di protezione che discendono dal comma terzo dell’art. 10 della Costituzione, il quale dispone che lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche, «ha diritto di asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». La disposizione fu oggetto di un intenso dibattito in Assemblea costituente, che nel contributo dedicato al tema viene analizzato al fine di ricostruire la nozione costituzionale di asilo, dedicando una particolare attenzione alla dimensione oggettiva, ovvero quali diritti devono essere garantiti ai soggetti cui è concesso asilo, e alla dimensione soggettiva, ovvero a quali soggetti questa protezione può e deve essere accordata. Tale indagine presenta un rinnovato interesse in conseguenza dell’entrata in vigore del d.l. n. 113/2018 (il “Decreto Salvini), che ha abrogato le previsioni normative in tema di protezione umanitaria, incidendo su una delle tre forme di protezione che, secondo la giurisprudenza, hanno dato attuazione all’art. 10 della Costituzione. Lo stesso provvedimento ha inciso altresì sul sistema di accoglienza, riservando, come evidenziato in un altro saggio, l’accesso all’ex Sprar, ora ridenominato “Siproimi”, ai soli titolari di protezione internazionale oltre che ai minori stranieri non accompagnati e ai titolari dei permessi di soggiorno per casi speciali. Ancora, viene affrontato il tema di come capitolato di appalto per la gestione dei centri incida fortemente sulla condizione dei migranti e sui servizi che possono essere erogati, con particolare riferimento ai c.d. CAS (centri di accoglienza straordinaria), divenuti sempre più “campi” volti a separare ed isolare i richiedenti asilo dal resto della società.

La terza parte, Immigrazione e sussidiarietà, è volta ad esplorare i profili della sussidiarietà verticale e orizzontale, indagando il tema delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali nonché il ruolo del Terzo settore. Viene approfondito il tema della ripartizione di competenze tra livello statale e regionale, mentre Luca Gori analizza invece il rapporto tra immigrazione, terzo settore e pubbliche amministrazioni nel quadro del Codice del Terzo settore (d.lgs. n. 117/2017), che ha qualificato l’«accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti» come una delle attività di interesse generale che possono essere svolte, in via principale o esclusiva, da un ente del Terzo settore. Una particolare attenzione viene dedicata alla disciplina della collaborazione fra enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, analizzando nello specifico la co-progettazione e l’affidamento dei servizi di accoglienza.

La quarta ed ultima parte, Attori ed esperienze in tema di immigrazione e asilo, è dedicata al ruolo degli attori istituzionali e del privato sociale, anche con riferimento ad uno specifico progetto realizzato in Toscana entro cui il volume è inserito.

In conclusione, se è vero, come scrivono gli autori, che «lo Stato pensa se stesso pensando l’immigrazione», in quanto riflettere sull’immigrazione in fondo «significa interrogare lo Stato, i suoi fondamenti, i suoi meccanismi interni di strutturazione e di funzionamento», è utile aprire una riflessione che porti ad un nuovo approccio alla migrazione, oltre le ragioni della “frontiera”, non solo fisica ma anche immateriale, auspicabilmente approdando alla definizione di una “comunità di diritti e doveri” più ampia di quella fondata sulla cittadinanza nazionale.

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