L’emergenza ha spinto tante cooperative a sperimentare, ripensarsi, trovare soluzioni per non abbandonare le persone alla segregazione e le proprie comunità al distanziamento sociale oltreché fisico. Legacoopsociali ha raccolto e pubblicato queste esperienze.
Sono passati circa due mesi, intensi e faticosi, in cui la cooperazione sociale si è rimboccata le maniche e ha fatto la sua parte nel corso dell’emergenza Covid-19 a sostegno dei lavoratori e di tutte le persone di cui si prende cura, oltre che per garantire continuità dell’impresa e dell’occupazione.
L’emergenza non ha impedito a tante cooperative di sperimentare, ripensarsi, trovare soluzioni per continuare – dove possibile – a erogare i propri servizi e non abbandonare le persone alla segregazione e le proprie comunità al distanziamento sociale oltre che fisico.
La reazione è stata tempestiva. Legacoopsociali ha attivato la campagna di storytelling #noicisiamo con la quale ha raccolto le storie di numerose esperienze con l’obiettivo di valorizzare il lavoro di operatori e cooperative e di mettere a fattore comune esempi di riprogettazione fondamentali per un design dei servizi a “norma Covid” e all’altezza dei rinnovati bisogni delle persone.
La difficoltà e lo spaesamento sono stati forti.
“Dal lavorare per costruire si è passati al lavorare per resistere”... “Per me, abituato a essere sul campo e a lavorare a contatto con le persone, una grande difficoltà è quella di esserci, senza poterci essere davvero. Lavorare a distanza per continuare a sostenere un’equipe che lavora sui turni, che è stanca, spaventata e che deve fare i conti con la propria vulnerabilità e le inevitabili tensioni. Si sta cercando di fare di tutto, ma quel tutto sembra non bastare mai” scrivono rispettivamente Fabio e Luca della cooperativa sociale Il Margine di Torino.
“La nostra è una cooperativa giovane e anche il nostro staff è composto prevalentemente da educatori tra i 25/30 anni. La nostra cooperativa si è vista sospendere tutti i servizi il 24 febbraio” scrive Marta della cooperativa sociale GialloGioia, in Veneto.
Altrettanto forte è stata la determinazione ad agire, adesso e per il futuro.
“Le scelte e il lavoro che facciamo ci impediscono di lasciare anche quando ci sembra di non farcela… perché sappiamo molto bene che è proprio da come rispondiamo al nuovo – al termometro, al metro di distanza, alle emergenze – che possiamo fare la differenza. Oggi più che mai mi è chiaro che cosa significa fare cooperativa: la storia dei nostri territori è proprio nel racconto delle telefonate che uniscono luoghi lontani. Storie che sono spesso dolorosamente piene di emergenze, lutti… ma anche di guarigioni e segni di resistenza”, Nadia coordinatrice dei servizi per sostegno alla genitorialità.
“Si può e si dovrà fare certamente di più, nei giorni a venire. Si dovrà ragionare sul domani, su come supportare alcuni settori prima che sia troppo tardi, su come riconvertire alcuni comparti in vista di quello che è e che sarà. Ma oggi abbiamo più ferma la certezza che, continuando a cooperare, potremo cercare tutti insieme soluzioni – mai semplici – a bisogni sempre più complessi” affermano alcuni cooperatori sociali del Lazio.
“La nostra riflessione ci porta a dire che le relazioni sono un bene comune e che noi, cooperative della cura, le maneggiamo e le possiamo utilizzare per creare ponti. Ponti che lungo le vie della vita possono permettere di connettere con la tecnologia le relazioni delle comunità. Perché la tecnologia potrà supportare molte attività, ma le relazioni, bene comune, sono quelle che ne danno e ne daranno il volano” scrive Cristina Dragonetti della cooperativa Minerva.
Ad oggi, sono oltre 50 le storie di #noicisiamo che raccontano e dimostrano questa resilienza di spirito, ma anche di concretezza.
Un’equipe composta da 8 educatori ed un coordinatore della cooperativa sociale Itaca, impegnati nei Centri di aggregazione giovanile che la cooperativa gestisce in 7 Comuni della Bassa friulana e dell’Isontino, con il progetto “CO_ndi_VID_o” è riuscita a trasferire le attività in un unico Centro giovani online, un vero e proprio Cag virtuale.
Per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto, la CAPP, cooperativa sociale siciliana, ha rimodulato le proprie procedure operative del Servizio di Assistenza Riabilitativa Domiciliare, adottando di fatto un nuovo modello di intervento.
Le educatrici dei nidi della Rete Lilliput e della cooperativa sociale Polis, in Umbria, hanno continuato a lavorare a distanza per non spezzare la routine dei bimbi che usufruiscono del servizio di asilo nido in questo momento di grave emergenza sanitaria.
La Cooperativa Sociale E.V.A., che in Campania gestisce cinque centri antiviolenza e tre case rifugio e realizza interventi di inserimento lavorativo per sostenere l’autonomia economica delle donne attraverso un laboratorio per produrre accessori di alta moda in un bene confiscato al clan dei Casalesi, ha rimodulato temporaneamente l’attività nella produzione di mascherine contro il virus.
La Cooperativa Koinè in Toscana ha realizzato degli audiolibri per gli anziani nelle RSA (creando il canale “Nonna Radio”) e laboratori per i bambini rimasti a casa da fare anche insieme ai propri genitori.
Esse rappresentano solo la punta dell’iceberg delle numerose esperienze di reazione e creatività delle cooperative sociali. L’opportunità che oggi, all’inizio della fase 2, si palesa è quella di considerare queste come le altre esperienze non come una pratica del momento, ma l’inizio di un processo di ripensamento, riorganizzazione e innovazione dei servizi, per e con le comunità.
Condividere il lavoro fatto per dare un contributo attivo al conseguimento di un fine comune rientra nel nostro modo di “essere cooperatori” e di praticare lo scambio mutualistico che riteniamo più umano e creativo rispetto alle logiche sterili della contrapposizione che corrono il rischio di prevalere nell’incertezza e nell’inquietudine del momento.
Per questo siano grati a tutti i cooperatori che in questa fase così difficile hanno prestato la loro opera con responsabilità e professionalità ed hanno anche attivato la creatività e lo spirito cooperativo per condividere le esperienze.
Lavoreremo affinché questo proficuo scambio possa essere valorizzato e arricchito per continuare ad essere una base comune di confronto attivo per il lavoro della Associazione e delle cooperative sociali.
Tutte le storie dello storytelling #noicisiamo sono raccolte nella sezione “Dai Territori” del sito www.legacoopsociali.it e nella mappa interattiva disponibile qui.
Impresa Sociale è una risorsa totalmente gratuita a disposizione di studiosi e imprenditori sociali. Tutti gli articoli sono pubblicati con licenza Creative Commons e sono quindi liberamente riproducibili e riutilizzabili. Impresa Sociale vive grazie all’impegno degli autori e di chi a vario titolo collabora con la rivista e sostiene i costi di redazione grazie ai contributi che riesce a raccogliere.
Se credi in questo progetto, se leggere i contenuti di questo sito ti è stato utile per il tuo lavoro o per la tua formazione, puoi contribuire all’esistenza di Impresa Sociale con una donazione.