Impresa Sociale intervista Marco Crescenzi, autore di un articolo sul numero 2/2025 in cui si esplora il rapporto tra giovani e organizzazioni di Terzo settore, alla ricerca di indicazione per fare del Terzo settore un "ecosistema generativo del talento" da cui potranno emergere i protagonisti di domani.
L'incontro tra giovani e organizzazioni di Terzo settore oggi non può essere dato per scontato, per molti motivi. In primo luogo, l'effettiva "eticità" del Terzo settore non è un elemento - come un tempo - dato per acquisito, ma è oggetto di un esame da parte del giovane, che valuta se valga effettivamente la pena di investire energie nell'organizzazione, anche su parametri, come l'inclusività e la parità di genere nella leadership, su cui non sempre il Terzo settore è abituato a misurarsi. In secondo luogo, le giovani generazioni spesso rifuggono dall'idea di attribuire al lavoro un peso troppo ampio, ritenendo che esso vada bilanciato con altri ambiti della loro vita - relazioni, tempo libero -, in contrasto con il modello di molti enti di Terzo settore che richiedono invece un investimento personale assai significativo. Ancora, molti giovani possono manifestare delle fragilità che inducono ansia e depressione, aspetto che può risultare quantomai problematico in un ambito in cui è normale lavorare in situazioni critiche.
Tutti questi elementi rendono problematico l'incontro tra i giovani talenti e il Terzo settore e la possibilità di intercettare e far crescere una nuova leadership sociale capace di portare avanti nuove battaglie di civiltà. Di fronte a questa situazione, Marco Crescenzi propone alcune indicazioni per un Terzo settore che voglia attrezzarsi per riuscire ad intercettare e poi a valorizzare le giovani generazioni.
Per approfondire, leggi l'articolo "Giovani, talento e Terzo settore: come attrarre i giovani e gestire meglio le nostre persone?" di Marco Crescenzi su Impresa Sociale 2/2025.
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