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ISSN 2282-1694
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Numero 3 / 2020

Recensioni

Leadership al femminile e cooperazione. Un binomio virtuoso

Arianna Radin

Andrea Bassi, Paola Miolano (2020), Leadership al femminile e cooperazione. Un binomio virtuoso, Franco Angeli, Milano.


In Italia, più che in altri Paesi europei, l’opportunità lavorativa e di carriera delle donne è ostacolata dalla mancanza di servizi per le famiglie, da una divisione del lavoro domestico squilibrata, spesso a favore degli uomini, dal lavoro di cura che, dalla prole in crescita ai genitori ormai anziani, sembra non mancare mai alle donne. Tuttavia, o forse proprio per questo, la crisi economica sembra aver avvantaggiato, per così dire, le lavoratrici, soprattutto quelle che scelgono settori a loro “riservati” – ad esempio il lavoro di cura retribuito – o di avere un orario lavorativo ridotto. Il mondo cooperativo sembra il naturale bacino di occupazione per le donne. Quali siano le buone – e le cattive? – prassi del settore è l’oggetto di “Leadership al femminile e cooperazione. Un binomio virtuoso”, disponibile in formato e-book per la sezione open-access di Franco Angeli.

Il volume di Andrea Bassi, autore delle parti introduttive e conclusive, e di Paola Miolano, che ha scritto i due capitoli di scenario e il capitolo della ricerca, s’interroga sulle disparità di genere in un settore, il mondo cooperativo, particolarmente popolato da lavoratrici. Attraverso una suddivisione in capitoli ben articolata, gli autori guidano il lettore a rispondere in autonomia agli interrogativi che hanno mosso l’indagine e la scrittura, portandolo prima ad intraprendere un viaggio nel lavoro femminile italiano (capitolo 1), poi nel mondo femminilizzato delle cooperative dell’Emilia Romagna (capitolo 2), infine, grazie ad una ricerca svoltasi nel 2017 con fondi della Fondazione Giovanni dalle Fabbriche di Faenza, facendogli ascoltare le voci delle protagoniste (capitolo 3).

Dalla lettura complessiva del volume emergono alcuni temi particolarmente interessanti. Innanzitutto, la “questione tempo” che ha una triplice chiave di lettura: si tratta sia del tempo-carriera (ovvero l’importanza della longevità di permanenza nella stessa azienda), sia del tempo-dedicato all’azienda e, conseguentemente, del tempo “rubato” alla vita familiare. La conciliazione lavoro-famiglia o, per dirla in maniera più neutrale, lavoro-qualità della vita, è certamente un tema rilevante per chi voglia occuparsi di disparità di genere, non solo nel settore cooperativo. In secondo luogo, i tre famosi pregiudizi quando si tratta di donne che lavorano – fanno meno bambini, sono madri peggiori e sono infelici (Del Boca et. al., 2012)[1] – restano qui ancora da sfatare.

Se è vero che, come ha recentemente sostenuto Nixey, “nel Novecento, quando finalmente le donne entrarono nel mondo del lavoro, gli angeli del focolare, persero le ali” (Internazionale, 3 luglio 2020, p. 92), l’associazione donna-figura materna sembra in questo volume aver spiccato il volo. Infatti, si sottolinea come il valore aggiunto delle donne che lavorano, per di più in posizioni apicali, sia “la capacità di ascoltare (…), pazienza e ascolto, ma anche una minore rigidità gerarchica” definiti esplicitamente come “tratti distintivi vicini all’universo materno” (p. 81). Tralasciando la criticità del sostenere, più o meno implicitamente, che le famiglie non siano organizzazioni gerarchizzate – generazioni di figli che si sono sentiti dire “perché te lo dice tua madre!” potrebbe dissentire! – stupisce in particolar modo come questa immagine sia radicata nelle apicali intervistate. E stupisce ancora di più perché, in terzo luogo, sono le stesse partecipanti alla ricerca a sottolineare l’importanza del cambiamento dell’immaginario maschile nei confronti delle donne per il miglioramento della situazione lavorativa, incolpando le donne di essere allo stesso tempo poco caparbie nell’ottenere ciò a cui aspirano…con buona pace delle lotte femministe!

Con un utilizzo efficace e puntuale delle banche dati e relative statistiche a disposizione sul tema, il volume si propone come strumento di lettura per analizzare il fenomeno dell’occupazione femminile nel mondo cooperativo, mostrando certamente i lati più virtuosi dell’esperienza dell’Emilia-Romagna. Tuttavia, si avverte la mancanza di un approfondimento della letteratura su manager e managerializzazione del settore e, soprattutto, sul tema delle carriere al femminile.

L’interessante approfondimento del cosiddetto “soffitto di cristallo” – il fenomeno della scarsa presenza femminile ai livelli dirigenziali e apicali, nonostante l’aumento della loro partecipazione al mercato del lavoro – sembra stonare con la parte del volume dedicata alla ricerca soprattutto perché le partecipanti sono donne che, in qualche modo, sono riuscite a incrinare questo soffitto e si trovano in posizione apicale all’interno della loro organizzazione. L’eventuale utilizzo della metafora “porta di vetro”[2] o della “porta di cristallo”[3], ad indicare le diverse difficoltà per le donne di ingresso nel mondo del lavoro, avrebbe invece valorizzato alcune importanti riflessioni del volume, ad es. “pare evidente che la penalizzazione di genere avvenga al momento della scelta lavorativa” (p.21).

Il merito della ricerca qualitativa, che sopperisce all’esiguo numero di partecipanti con un campionamento per quote, è di proporre una fotografia nitida della questione di genere e leadership nel mondo cooperativo in Emilia-Romagna, regione particolarmente significativa. Per questo resta la voglia, una volta terminata la lettura del volume, di un ulteriore approfondimento, auspicabile anche alla luce dei cambiamenti che il mondo lavorativo tutto e il settore cooperativo in particolare si trova ad affrontare in epoca di post(?)-Covid.

La lettura, virtuosa come il binomio a cui si fa riferimento nel sottotitolo del volume, è raccomandata a chi voglia avvicinarsi al tema della disparità di genere nel settore lavorativo, a chi voglia osservare con altri occhi il mondo della cooperazione e, infine, a chi voglia leggere una bella ricerca di una volta.


DOI: 10.7425/IS.2020.03.09

 

Note

  1. ^ Del Boca D., Mencarini L., Pasqua S. (2012), Valorizzare le donne conviene, Il Mulino, Bologna.
  2. ^ Carli L.L., Eagly A.H. (2016), “Women face a labyrinth: An examination of metaphors for women leaders”, Gender in Management: An International Journal, 31(8), pp. 514-527.
  3. ^ Hassink W.H.J., Russo G. (2010), “The Glass Door: The Gender Composition of Newly-Hired Workers Across Hierarchical Job Levels”, IZA Discussion Paper No. 4858. https://ssrn.com/abstract=1584189
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