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ISSN 2282-1694
Tempo di lettura:  2 minuti
Argomento:  Attualità
tag:  Politica
data:  10 agosto 2021

Terzo settore e politica: il dibattito continua

Sergio D'Angelo

Prosegue il dibattito sul ruolo del Terzo settore nella politica, innescato dalla candidatura a sindaco di Napoli di Sergio D'Angelo, storico esponente del Terzo settore campano e dalle successive prese di posizione su questo Forum da parte di Marco Musella e Guido Memo. 


La candidatura di Sergio D’Angelo a sindaco di Napoli è stata l’occasione per sviluppare sul nostro forum un dibattito circa il ruolo del Terzo settore nella politica, tema già approfondito in un focus del numero 1/2020. Soggetto di pressione esterno alle istituzioni, o mondo in grado di esprimere, attraverso un proprio candidato, le istanze sociali per cui lavora? E, in questo secondo caso, come evitare il rischio che, pur partendo con le migliori intenzioni, si finisca per essere omologati e quindi resi funzionali proprio agli schemi politici che si vorrebbero radicalmente cambiare o emarginati nei fatti e quindi resi inconsistenti dopo essere stati ingaggiati nel momento della competizione elettorale per raccogliere i voti della propria area sociale? Su questo tema si sono espressi su Impresa Sociale il presidente di Iris Network Marco Musella e Guido Memo; al di là delle specifiche posizioni e delle vie individuate, è emersa la necessità di una stagione fondativa, in cui il Terzo settore recuperi la consapevolezza del senso eminentemente politico del proprio agire. Questo percorso di riflessione continua oggi con la pubblicazione di un intervento di Sergio D’Angelo pubblicato sotto forma di lettera alcuni giorni fa sul Corriere del Mezzogiorno; al di là della sua scelta personale rispetto alla candidatura a sindaco di Napoli (rispetto alla quale D’Angelo ha scelto di ritirarsi dalla competizione, appoggiando uno degli altri candidati), la lettera riprende e sviluppa alcuni dei temi proposti da Musella e Memo ed è utile quindi pubblicarla anche su questo forum a prosecuzione del dibattito intrapreso.


Non basta candidarsi se poi si resta prigionieri - omologati o emarginati - di un sistema vecchio.
Serve attivare reti civiche consapevoli della propria dimensione politica per aprire scenari diversi nel confronto con le organizzazioni di partito tradizionali.
La mia candidatura a sindaco di Napoli si è inscritta in un lungo percorso di attivismo politico espresso in questi anni dal terzo settore, dai movimenti e dalle reti civiche, a cui appartengo per scelta di vita da oltre quarant’anni.
Ho cercato, nel mio lungo percorso in questo ambito, di rappresentare un’esperienza di gestione dei processi di economia sociale e di partecipazione attiva alla politica, propria del terzo settore moderno.
Come ben approfondito in articoli e ricerche scientifiche da Marco Musella e Guido Memo, il complesso mondo del volontariato esprime con il terzo settore non solo un’imprenditoria sociale che contribuisce fortemente a servizi di promozione del benessere che generano un’importante fetta del PIL, ma anche una realtà di relazioni civiche e territoriali in grado di intercettare i bisogni e le aspettative dei territori e delle comunità, e di tradurli in pratica politica.
I due esperti di terzo settore ed economia sociale hanno ben espresso i limiti di tali azioni negli ultimi decenni, in particolare l’incapacità di andare oltre posizioni di tutela e promozione delle organizzazioni civiche e di impresa sociale, quindi in fondo corporative e politicamente subalterne.
Posizioni che, seppur alimentando fermenti locali che hanno prodotto molte “politiche di settore”, non sono riuscite ad incidere sul cambiamento nella democrazia rappresentativa, comunque delegata a governare le nostre istituzioni pubbliche.
Ma questo fenomeno è in ogni caso una pagina importante nella vita democratica del nostro Paese se consideriamo che le proposte di riforma, attuate o no, non si sono originate dai partiti, ma da movimenti la cui anima in genere è stata costituita da organizzazioni appartenenti al variegato mondo della cittadinanza attiva e delle reti di comunità.
Oggi ha avuto senso ed è ancora più attuale una candidatura di questa area sociale, ma da sola non può bastare e bisogna impegnarsi nell’andare oltre, per promuovere la partecipazione dal basso a processi elettorali, in particolare locali, attraverso una collaborazione attiva tra reti civiche e partiti.
Continuerò a porre nel dibattito politico cittadino non solo un problema di riforma delle istituzioni, ma prima ancora una questione di riforma dei partiti e, in particolare, di quelli che vogliono svolgere una funzione innovativa e di giustizia sociale, appartenenti all’area di centro/sinistra.
Un cambiamento di sistema è un processo lungo che presuppone una strategia e una base sociale: non è una questione di mere elezioni, che sono solo uno strumento. E poiché per me appartenere al mondo del cosiddetto “civismo” costituisce da sempre la spinta a produrre cambiamento reale, la mia candidatura ha inteso rafforzare un comune cammino nel quadro delle alleanze della coalizione di centro sinistra.
È per questa ragione, in virtù del senso di responsabilità verso il mondo che ho sempre rappresentato, che ho deciso di fondere il mio impegno con quello di Gaetano Manfredi con il proposito di dar luogo a un laboratorio politico di confronto tra reti di comunità e partiti.
Un soggetto organizzato, capace di concepire, raggruppare, creare alleanze e guidare questo processo verso l’elaborazione di un nuovo modello di governo che, senza subalternità tra le diverse anime sociali, culturali e politiche coinvolte, rafforzi il dialogo tra il civismo e i partiti fino a incidere sui processi politici anche in una dimensione nazionale.
In questi anni i numerosi tentativi di riforma hanno avuto impatti limitati poiché sono sempre stati intesi come una contesa di potere tra le istituzioni della democrazia rappresentativa, e non come una nuova pratica democratica tesa a coinvolgere aree più ampie di cittadini.
Per questo ho lanciato un appello alle reti di comunità, ai movimenti di cittadinanza attiva e ai partiti di sinistra affinché ci si impegni ad attivare, a partire dalla formulazione delle prossime liste di candidatura, una mobilitazione in grado di coinvolgere giovani esponenti delle reti civiche e dei partiti di sinistra.
Per un laboratorio comune, che avvii un cammino a sinistra per costruire una nuova pratica di partecipazione attiva ai processi amministrativi cittadini, così come raccomandato da Agenda 2030.
Perciò il mio impegno in prima persona va avanti e il vero lavoro comincia adesso.
Nel corso degli incontri con Gaetano Manfredi ho valutato che è possibile mettere in campo un’azione che punti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini partenopei, di chi vive a Napoli per studio, lavoro o per chi viene semplicemente a conoscere la nostra città. Nei nostri incontri, abbiamo stabilito che si poteva ed era un dovere andare oltre le logiche elettorali, lavorando su valori imprescindibili di democrazia, giustizia sociale e contrasto alle disuguaglianze.
Nei prossimi giorni presenterò una lista e non rinuncerò a nessuna delle mie idee. è per dare un segnale a tutte le persone – migliaia – che hanno chiesto e sostenuto la mia candidatura a sindaco, che resterò comunque in campo, candidandomi a consigliere con la mia lista, nello schieramento di Manfredi.
Convinto che insieme potremmo contribuire a declinare in chiave propositiva, nella dimensione Sud Italia, gli obiettivi di sviluppo su cui sarà chiamato a operare il prossimo governo locale della città e dell’area metropolitana di Napoli.

Rivista-impresa-sociale-Sergio D'Angelo Esponente del Terzo settore campano ed ex assessore al Comune di Napoli

Sergio D'Angelo

Esponente del Terzo settore campano ed ex assessore al Comune di Napoli

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Argomento:  Attualità
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data:  10 agosto 2021
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