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ISSN 2282-1694
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Numero 14 / 2019

Editoriale

La rivista Impresa Sociale: una storia lunga trent’anni

Redazione

Il numero 14.2019 chiude un ciclo di pubblicazioni di Impresa Sociale, che si prepara, nel 2020 ad un punto di svolta. Non il primo, perché nella sua ormai lunga storia, la rivista si è più volte rinnovata.

Il numero zero uscì nell’ottobre 1990, quando la 381/1991 ancora non esisteva e l’aspirazione a vedere riconosciuta giuridicamente la cooperazione sociale era legata all’incertezza dei dibattiti parlamentari e dei possibili accordi tra le forze politiche della Prima Repubblica. Nata per iniziativa del Consorzio Gino Mattarelli e diretta da Felice Scalvini e Stefano Lepri, delineava sin da subito con chiarezza la linea editoriale che l’avrebbe caratterizzata:

“Nel corso degli anni Ottanta in Italia si è assistito ad una notevole diffusione di iniziative private con finalità solidaristiche. Ciò è avvenuto nei tradizionali ambiti di politica sociale (assistenza, sanità e istruzione), ma anche in altri settori, quali la tutela ambientale e la cultura. … Si tratta di esperienze di grande significato in ordine alla soddisfazione di istanze collettive e alla coesione delle comunità locali. […] Emerge allora una questione di fondo: è possibile e auspicabile organizzare in forma imprenditoriale ma senza scopo di lucro la produzione di beni e servizi di interesse collettivo? Per affrontare tale questione e cercare possibili risposte nasce Impresa Sociale: per mettere in luce le caratteristiche, i vantaggi, le potenzialità e i limiti delle iniziative che assumono come scopo quello di procurare i più ampi benefici alla collettività e specialmente alle persone svantaggiate, attraverso un’organizzazione ottimale e innovativa delle risorse umane e materiali ed entro un quadro di compatibilità economiche.”

Insomma, la mission della rivista era già tracciata: essere un luogo di riferimento per lo sviluppo della riflessione sull’impresa sociale, di cui si intuiva la novità dirompente a livello sociale e politico e le potenzialità in termini di beneficio alla comunità (“esperienze di grande significato in ordine alla soddisfazione di istanze collettive e alla coesione delle comunità locali”), ma con la consapevolezza della necessità di sviluppare un discorso serio e approfondito e non una semplice collezione di scritti promozionali (“le caratteristiche, i vantaggi, le potenzialità e i limiti”) e di cogliere tanto i fenomeni consolidati quanto tendenze e direzioni di sviluppo (lo era, in quella fase, la diffusione di imprese sociali in ambito culturale e di tutela ambientale).

La storica “Serie rossa” (la cui direzione nel frattempo era stata affidata a Felice Scalvini, Carlo Borzaga e Marco Maiello) lascia a fine 1998 il campo alla “Serie verde”; è l’Impresa sociale della “prima maturità”, quando non si tratta solo più di raccontare un fenomeno allo stato nascente, ma di “sviluppare un approccio più sistematico nel trattare la complessità ormai istituzionalizzata del settore combinando contributi di carattere specialistico e aspetti di scenario, interventi di riflessione teorica e esperienze di attività progettuale”.

Dal 2006 la rivista (“Serie bianca”) è editata da Euricse, ha una vocazione più spiccatamente monografica e vede l’ingesso nel gruppo di direzione di Luca Fazzi: l’esigenza non era più una conoscenza generale del fenomeno, ormai diffuso e radicato, ma l’approfondimento di specifiche tematiche che richiedevano il confronto di sensibilità, competenze disciplinari e punti di vista diversi. Era una rivista corposa, di anche 300 pagine a numero, costruita intorno ad approfondimenti su specifici temi caratterizzanti ogni uscita (dall’inserimento lavorativo all’immigrazione, dai buoni servizio all’agricoltura sociale, solo per fare alcuni esempi).

Nel 2013, dopo un periodo di interruzione delle pubblicazioni, la nuova svolta: Impresa Sociale diventa una rivista online pubblicata da Iris Network, la rete italiana degli istituti di ricerca sull’impresa sociale. Guidata da Felice Scalvini, Carlo Borzaga e – cui poi si aggiunge Marco Musella con l’inizio della sua presidenza a Iris Network – è una rivista web con un taglio marcatamente scientifico (riconosciuta come tale dall’ANVUR) e la strutturazione che oggi possiamo apprezzare su www.rivistaimpresasociale.it; si caratterizza per saggi scientifici di grande spessore metodologico e con bibliografie estese, punto di riferimento per studenti e studiosi del tema; oltre che casi studio relativi a imprese sociali innovative, segnalazioni e commento di documenti normativi e di policy, recensioni di libri. Questa è la rivista che anche oggi state consultando e che si prepara ad una ulteriore evoluzione.

Dal 2020 nel gruppo di direzione – accanto a Carlo Borzaga, Marco Musella e Felice Scalvini – entra Gianfranco Marocchi. Il prossimo numero aprirà un nuovo ciclo dell’ormai trentennale storia di Impresa Sociale. Rimane e si rafforza l’Impresa Sociale luogo di approfondimento scientifico, con l’ambizioso obiettivo di portare (nei prossimi tre anni) la periodicità dall’attuale pubblicazione semestrale a trimestrale (già dal 2020) e poi bimestrale. Ma si aggiunge anche la volontà di sviluppare – sia nell’ambito della rivista vera e propria, sia nel nuovo sito web che vedrà la luce a marzo – una vocazione ulteriore: quella di ospitare contributi seri ed articolati sui temi di attualità per l’impresa sociale; ciò significa pubblicare, oltre ai saggi scientifici, anche testi più brevi, che aiutino con punti di vista qualificati chi lavora nelle imprese sociali a formarsi un’opinione fondata e documentata sulle questioni di maggiore rilievo.

In questo percorso ci accompagneranno alcuni temi che, anche se non daranno vita a veri volumi monografici (come nel caso dell’Impresa Sociale “Bianca” del 2006), saranno approfonditi attraverso una pluralità di punti di vista: focus tematici all’interno di uno specifico numero, dibattiti che si sviluppano in periodi successivi, alternanza di opinioni diverse sugli stessi temi.

E proprio questo – la pluralità dei punti di vista – sarà un aspetto che ci caratterizzerà. Impresa Sociale si propone di continuare ad essere un luogo di confronto aperto, dove hanno cittadinanza opinioni diverse e talora anche contrapposte. Di questo vi è un gran bisogno, perché nel dibattito recente sembra profilarsi il rischio di un “pensiero unico” trainato, paradossalmente, da tesi che prescindono da elementi fattuali. Ci si innamora di posizioni che, grazie ad espedienti linguistici, si presentano come novità dirompenti, pur essendo prive di riscontri empirici o di argomentazioni teoriche fondate. Ecco, il nostro impegno sarà quello di lavorare in modo serio con gli autori, chiedendo loro di confrontarsi, nella ricchezza delle diverse opinioni, a partire da elementi e ragionamenti solidamente argomentati.

E quindi, appunto, i temi.

L’impresa sociale fa politica? Di qui partiremo, nel prossimo numero, con una riflessione che può apparire discordante rispetto all’enfasi sugli elementi aziendalistici e sugli elementi di mercato oggi prevalenti. Sarà un confronto a più voci che farà emergere elementi anche contraddittori.

E poi, l’impresa sociale tra distintività – gli elementi che la identificano nella sua singolarità – e tendenze isomorfiche che portano sia il for profit ad assumere elementi e linguaggi dell’impresa sociale, che l’impresa sociale a cercare innesti con le imprese for profit (sia dal punto di vista organizzativo che delle azioni imprenditoriali).

E ancora, l’impresa sociale al centro di una delle evoluzioni più rilevanti nelle politiche pubbliche, che stanno in questi anni scoprendo in modo sempre più diffuso forme collaborative (coprogrammazione, coprogettazione) accanto a quelle competitive (appalti) forse ancor oggi prevalenti.

E molto altro. Ma ci sarà tempo e luogo per parlarne, in questi prossimi periodo.

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