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ISSN 2282-1694
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Numero 4 / 2020

Introduzione

Valutare la valutazione: introduzione

Redazione

Introduzione

Questo numero di Impresa Sociale presenta un articolato Focus sul tema della valutazione. Lo si è progettato con un intento chiaro: dare spazio a voci e argomentazioni diverse e in alcuni casi contrastanti, ad approcci e punti di vista differenti, nella speranza di offrire al lettore un quadro utile ad orientarsi su uno dei temi maggiormente discussi in questi anni, formandosi proprie opinioni.

Si troveranno contributi di chi si riconosce nei metodi della valutazione di impatto e chi sostiene posizioni critiche su questo tema; di studiosi legati a metodologie controfattuali e di altri che ne argomentano i limiti; di chi intende la valutazione come processo con cui dare conto ad un investitore del valore sociale prodotto e chi insiste sugli aspetti di learning connessi all’azione valutativa; di autori con professionalità nel campo della ricerca e di altri che si trovano a gestire nella pratica esperienze di valutazione anche molto significative.

Il Focus è aperto da un saggio di Sara Depedri che, a fronte del moltiplicarsi degli approcci proposti per la valutazione di impatto, sostiene la necessità di riflettere su quale risulti più utile in relazione agli obiettivi che un ente si pone.

Seguono due contributi, rispettivamente di Gian Paolo Barbetta e di Marco Musella, che costituiscono un confronto a distanza sul tema della valutazione con metodo controfattuale: Barbetta auspicando e sostenendo, ogni qual volta possibile, l’adozione di un’impostazione controfattuale, Musella sollevando dubbi e perplessità su tale approccio.

I successivi due articoli guardano al tema della valutazione a partire dai lavori svolti: Luigi Corvo e Lavinia Pastore lo fanno sulla base di un’analisi di ampia portata che riassume gli esiti di oltre 300 report realizzati nei diversi continenti per trarre conclusioni sull’impatto sociale complessivo generato; Coda Moscarola e Demarie sviluppano considerazioni a partire dalle diverse iniziative di valutazione dei progetti di uno dei principali soggetti filantropici del nostro Paese, la Compagnia di San Paolo.

Infine, gli ultimi due contributi sviluppano il tema della valutazione nell’ambito di processi di learning, non risparmiando critiche agli approcci oggi più diffusi. Marocchi individua l’urgenza di una valutazione in grado di contribuire all’evoluzione delle strategie delle organizzazioni e ancor più delle politiche; Stame fa emergere due diverse concezioni della valutazione, l’una tesa all’accountability, l’altra al miglioramento e quindi alle funzioni di learning.

In questa articolazione di punti di vista non sempre coincidenti, l’intento della rivista non è di sostenere una tesi a discapito di un’altra, ma di offrire spunti diversi lasciando al lettore le valutazioni del caso.

Se questa è, da una parte, una professione di neutralità, dall’altra rappresenta oggi una presa di posizione per nulla scontata. Perché un problema, nella narrazione prevalente sul tema, lo si riscontra, e la scelta editoriale sopra argomentata proprio lì va ad intervenire: il problema sta nel fatto che il tema della valutazione – e segnatamente della valutazione di impatto – è troppo spesso trattato in modo acritico. Colpa dei sostenitori delle posizioni “impattiste” e della loro tendenza a propugnare le proprie tesi con partigianeria? Colpa di chi ha posizioni diverse, che troppo spesso rinuncia anche solo al confronto nel merito?

Quale che sia la risposta di ciascuno, questo Focus rappresenta uno dei non molto numerosi esempi di dibattito scientifico che si sviluppa senza timore di mettere in questione il pensiero mainstream su questi temi: quello che appunto una rivista ha il dovere di fare, a servizio dei propri lettori.

Buona lettura!

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