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ISSN 2282-1694
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Numero 4 / 2023

Saggi

Venticinque anni di Social Accountability 8000: i risultati di un’analisi sistematica della letteratura

Teresa Turzo, Alessandro Montrone, Cecilia Chirieleison


Abstract

La Social Accountability 8000 (SA8000) è lo standard internazionale di riferimento per le imprese che intendono certificare il rispetto dei diritti dei lavoratori e il loro impegno nel miglioramento delle condizioni lavorative, anche lungo la supply chain. Questa certificazione riveste un ruolo significativo anche per le imprese sociali, poiché fornisce loro un’importante opportunità di dimostrare l'attuazione pratica dei valori sociali ed etici che dichiarano di sostenere e diffondere. Il presente studio si propone di fornire una panoramica completa della letteratura esistente sulla certificazione SA8000 e mira a riassumere l'evoluzione del relativo campo ricerca attraverso la literature review degli articoli pubblicati su riviste scientifiche nei primi venticinque anni di vita dello standard, ossia dal 1997, anno di pubblicazione dello standard, al 2022. A tal fine, è stato utilizzato un metodo composto da dieci step, che impiega le best practice metodologiche oggi esistenti per condurre una systematic literature review. Sono stati così individuati sette cluster tematici all'interno della letteratura relativa alla SA8000, relativi a struttura, obiettivi e diffusione dello Standard; comparazione degli standard di sostenibilità e sistema di management integrato; human resource management; gestione della supply chain; disclosure e report di sostenibilità; determinanti e ostacoli nell’adozione della SA8000; effetti della certificazione sulle performance aziendali. Oltre a fornire una sintesi della letteratura esistente nel campo della SA8000, vengono individuati anche dei research gap che studi futuri potrebbero proporsi di colmare.

Keywords: SA8000 ∙ SA 8000 ∙ Social Accountability 8000

 

Introduzione

La Social Accountability 8000 (SA8000) è lo standard internazionale di riferimento nell’ambito della tutela dei diritti dei lavoratori e della sostenibilità nei luoghi di lavoro (Chirieleison et al., 2019; Chirieleison & Rizzi, 2020; Gilbert & Rasche, 2007). La SA8000 è applicabile universalmente, in quanto non presenta limiti geografici o settoriali (Chirieleison et al., 2019).

Data la sua natura di certification-based standard, l’ottenimento della certificazione è subordinato all’esito positivo dell’audit condotto da un soggetto indipendente (Gilbert et al., 2011; Göbbels & Jonker, 2003; Mueller et al., 2009). Le aziende, per potersi certificare, sono tenute a rispettare determinati requisiti in termini di lavoro minorile, lavoro forzato e obbligatorio, libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva, non discriminazione dei dipendenti, salute e sicurezza sul luogo di lavoro, procedure disciplinari, orari di lavoro e retribuzione (Social Accountability International [SAI], 2014). Rispettare tali requisiti vuol dire anche contribuire alla promozione dello sviluppo sostenibile e, dunque, al raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs) individuati dall’Agenda 2030. Infatti, ponendo in essere delle politiche aziendali necessarie all’ottenimento della certificazione SA8000, le aziende non fanno altro che effettuare dei passi concreti verso l’attuazione di diversi SDGs e, in particolare, degli obiettivi legati al lavoro dignitoso e alla crescita economica (SDG 8), al consumo e alla produzione responsabili (SDG 12), all’uguaglianza di genere (SDG 5) e al pagamento di retribuzioni dignitose che aiutano a contrastare la povertà (SDG 1). Dunque, nonostante lo standard SA8000 sia antecedente all’Agenda 2030 e agli SDGs, esso può essere considerato uno strumento prezioso per le aziende poiché il framework proposto dallo standard consente loro di allineare agevolmente le pratiche di responsabilità sociale agli obiettivi più ampi dello sviluppo sostenibile.

La certificazione SA8000 e le imprese sociali

La certificazione SA8000 riveste un ruolo significativo anche per le imprese sociali, che da sempre considerano come aspetto caratterizzante le condizioni dei propri lavoratori – molte di esse hanno forma di cooperative di lavoro – o anche l’esplicita finalità di superare le discriminazioni del mercato del lavoro nei confronti dei lavoratori svantaggiati. L’ottenimento della certificazione SA8000 da parte di un’impresa sociale indica chiaramente che essa si impegna a rispettare i diritti dei lavoratori e a migliorare le condizioni di lavoro all’interno dell'organizzazione. Inoltre, le imprese sociali sono spesso alla ricerca di investitori e finanziatori che condividono la loro mission e i loro valori e che potrebbero essere incoraggiati da questa certificazione a sostenere una determinata impresa sociale. In tale ottica, la certificazione SA8000 può rappresentare uno strumento di differenziazione e attrazione per questi investitori e finanziatori, poiché conferma che l'impresa sociale è realmente impegnata a operare in modo etico e socialmente responsabile nei confronti dei lavoratori. Infine, vale la pena sottolineare che la reputazione è un aspetto cruciale per qualsiasi forma d’impresa, inclusa l’impresa sociale. Ottenere la certificazione SA8000 può contribuire notevolmente al miglioramento della reputazione di un'impresa sociale. L’ottenimento della certificazione dimostra, infatti, agli stakeholder, quali i clienti, i partner commerciali e la comunità di riferimento della stessa impresa, che essa prende è seriamente impegnata sul fronte sociale ed etico. Questo può aumentare la fiducia e la lealtà dei clienti, creare nuove opportunità di collaborazione e rafforzare il sostegno da parte della comunità.

Il numero delle imprese sociali italiane che hanno adottato la SA8000 contribuisce a dimostrare, sul piano concreto, la rilevanza della certificazione per questa categoria di imprese.

Osservando i dati ufficiali del database SA8000 (disponibile sul sito web SAI), si può osservare che, delle 4.632 imprese italiane che hanno ottenuto la certificazione almeno una volta, 578 rientrano nella categoria delle imprese sociali. In termini percentuali, si tratta del 12,5% delle imprese italiane che sono (o che sono state) certificate SA8000. Guardando alle sole imprese italiane attualmente certificate, pari a 2.293, si può notare che le imprese sociali ne rappresentano il 10,4%. In valore assoluto, si tratta di ben 238 imprese sociali; tale valore è rilevante rispetto al numero complessivo delle imprese italiane attualmente certificate se si considerano le peculiarità delle attività svolte dalle imprese sociali e i costi necessari all’ottenimento e al mantenimento della certificazione SA8000 e soprattutto che le imprese sociali rappresentano lo 0.6% delle imprese in Italia e che dunque ricorrono a tale certificazione .

La distribuzione della certificazione SA8000 per le imprese sociali nelle diverse regioni italiane, come mostrato dal grafico, presenta una significativa disparità.

Fig. 1: Certificazione SA8000: Distribuzione regionale tra le imprese sociali in Italia

La Toscana emerge come la regione con la percentuale più elevata di certificazioni, rappresentando il 30% del totale. Seguono la Puglia e il Lazio con rispettivamente il 18% e il 15%. Emilia-Romagna e Veneto contribuiscono con l'11% e l'8%, posizionandosi al di sopra della media nazionale.

Tenendo conto che questi dati riguardano esclusivamente le imprese sociali, la distribuzione della certificazione SA8000 assume un significato ancor più rilevante nell'ambito di organizzazioni orientate a impatti sociali positivi. La predominanza della Toscana potrebbe indicare un forte impegno delle imprese sociali in questa regione nel perseguire standard elevati in termini di responsabilità sociale e condizioni lavorative etiche.

Le differenze tra le regioni potrebbero anche riflettere variazioni nei contesti socioeconomici e nella consapevolezza delle imprese riguardo alla necessità di adottare pratiche sostenibili. Regioni con una maggiore incidenza di certificazioni potrebbero svolgere un ruolo guida nel promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale tra le imprese sociali. Inoltre, l'implementazione di incentivi, come osservato nella Toscana, potrebbe essere un fattore chiave che ha contribuito al successo della certificazione SA8000 in determinate aree, stimolando un maggior interesse e adesione da parte delle imprese sociali.

Guardando l’andamento temporale dell'adozione della certificazione SA8000 da parte delle imprese sociali, si può notare un trend in crescita nel corso degli anni.

 

Fig. 2: Certificazione SA8000: Adozione iniziale da parte delle imprese sociali in Italia

Nel 2001, soltanto lo 0,2% delle imprese sociali presenti nel database ufficiale della SA8000 aveva adottato questa certificazione. Nei vent'anni successivi, si è registrato un trend crescente del numero delle imprese che, per la prima volta, hanno richiesto e ottenuto la certificazione SA8000. Il numero più alto di adozioni della certificazione è stato raggiunto nel 2020, quando il 9,2% delle imprese sociali incluse nel campione ha adottato per la prima volta lo standard SA8000.

Questi dati indicano un crescente interesse e impegno da parte delle imprese sociali verso pratiche etiche e di responsabilità sociale nei loro contesti lavorativi. La certificazione SA8000, focalizzata sul miglioramento delle condizioni di lavoro, sembra aver acquisito maggiore rilevanza nel panorama aziendale.

Il trend può, dunque, essere considerato come un’accresciuta consapevolezza della necessità di abbracciare pratiche di responsabilità sociale da parte delle imprese sociali con l’avanzare del tempo.

L’analisi appena condotta circa l’adozione della certificazione SA8000 tra le imprese sociali in Italia lascia intendere il potenziale strategico che questa certificazione offre nel promuovere e sostenere il loro impegno per una gestione aziendale etica, responsabile e socialmente rilevante.

La certificazione SA8000 si configura come una chiara dimostrazione dell’impegno concreto delle imprese sociali nel rispettare i diritti dei lavoratori e migliorare le condizioni di lavoro. Questo impegno, enfatizzato dal numero significativo di imprese sociali italiane che hanno adottato la certificazione, dimostra la rilevanza e l'importanza di standard elevati in termini di responsabilità sociale soprattutto nel campo delle imprese sociali.

La distribuzione regionale della certificazione SA8000 presenta disparità che vanno al di là di una mera rappresentazione statistica. Infatti, le differenze tra le regioni potrebbero non solo riflettere variazioni nei contesti socioeconomici, ma anche la consapevolezza delle imprese sulla necessità di adottare pratiche sostenibili. Incentivi regionali, come quelli osservati in Toscana, emergono come un fattore chiave nell'incoraggiare un maggiore interesse e adesione da parte delle imprese sociali alla certificazione SA8000.

Guardando all'andamento temporale, il trend crescente nel tempo può essere considerato indicativo di una altrettanto crescente consapevolezza delle imprese sociali circa la rilevanza dell’adozione di pratiche di responsabilità sociale.

La certificazione SA8000 può essere, dunque, considerata un veicolo tangibile che spinge le imprese sociali italiane a concretizzare la loro mission, ad attirare investitori e finanziatori con valori condivisi, e a migliorare la reputazione, guadagnando la fiducia e la lealtà di clienti, partner commerciali e comunità di riferimento. L'avanzamento temporale di questa tendenza suggerisce che le imprese sociali stanno non solo rispondendo alle esigenze etiche del presente ma stanno anche plasmando un futuro aziendale ancor più improntato ai canoni della responsabilità e della sostenibilità.

SA8000, un’analisi bibliometrica

Più di venticinque anni fa, nel 1997, il SAI ha pubblicato la prima versione dello standard SA8000. Una literature review degli studi esistenti al 31 dicembre 2022 può fornire una sintesi esaustiva delle attuali conoscenze nel campo della SA8000, evidenziando i fattori che favoriscono od ostacolano l’adozione della certificazione, nonché l’effetto della stessa sulla riduzione della povertà, sul miglioramento del livello di inclusione sociale e sulla lotta alle disuguaglianze. Pertanto, il presente articolo mira a fornire una panoramica completa degli studi relativi alla SA8000, evidenziando anche gli eventuali research gap che potrebbero essere colmati da prossimi studi. A tal fine, è stato adottato un metodo che, attraverso dieci step, consente di applicare le principali best practice metodologiche oggi disponibili (Turzo et al., 2022). Tale metodo, che garantisce la trasparenza e la replicabilità del presente studio, ha condotto all’analisi di 56 articoli scientifici che, prima della loro pubblicazione, sono stati oggetto di un processo di peer-review.

La struttura del presente paper si configura nel modo seguente. Dopo l'introduzione, la seconda sezione descrive il metodo utilizzato per condurre l’analisi, seguito dai risultati e dall’identificazione di sette cluster tematici in cui viene suddivisa la letteratura esistente. Successivamente, viene presentata la literature review degli articoli scientifici inclusi in ognuno dei sette cluster. Infine, l'ultima sezione propone un’agenda per le future ricerche nel campo della SA8000 e delinea le conclusioni e le limitazioni dello studio.

Dati e metodo

Per condurre una review esaustiva della letteratura esistente sulla SA8000 e per effettuare un’analisi trasparente e replicabile, è stato applicato il metodo proposto da Turzo et al. (2022). Questo metodo si compone di dieci step e integra le seguenti best practice metodologiche: la visualization of similarities (VOS) analysis per la clusterizzazione degli articoli scientifici, così come delineata da van Eck and Waltman (2010); l’analisi bibliometrica, così come delineata dalla letteratura più recente e puntuale (Ciampi et al., 2021; Marzi et al., 2021); l’approccio per condurre la review della letteratura proposto da Tranfield et al. (2003); la checklist “AMSTAR 2” (Shea et al., 2017) e il modello “PRISMA” (Moher et al., 2009) per fornire ulteriori garanzie circa la qualità e la replicabilità del presente studio (Turzo et al., 2022).

Il primo step è dedicato all’analisi della letteratura pubblicata dalla data di rilascio dello standard SA8000, nel 1997, fino al 31 dicembre 2022. In questo modo è stato possibile ottenere una panoramica aggiornata del campo di studi sulla SA8000 e creare un elenco delle parole chiave più utilizzate fino a oggi. Prima di procedere alla raccolta dati, abbiamo anche definito i criteri di inclusione, così come prescritto dalla checklist “AMSTAR 2” (Shea et al., 2017). A tal fine, abbiamo utilizzato la definizione fornita dal SAI, secondo la quale la SA8000 è un “voluntary standard for auditable third-party verification, setting out the requirements to be met by organisations, including the establishment or improvement of workers’ rights, workplace conditions and an effective management system” (SAI, 2014, p. 2).

Il secondo step ha richiesto la definizione della research query. Coerentemente a quanto emerso nel primo step, la research query in grado di selezionare il materiale scientifico esistente si presenta come segue: “Social Accountability 8000” OR “SA8000” OR “SA 8000”.

Come terzo step, la suddetta research query è stata utilizzata per effettuare un’interrogazione del database Scopus, usando l’operatore “TITLE-ABS-KEY”. Sono stati inoltre utilizzati dei filtri, al fine di individuare i documenti che rientrano nella categoria “articles”, redatti in lingua inglese e pubblicati entro il 2022. L’utilizzo di tali filtri ha permesso di ottenere una selezione di articoli scientifici che, prima della pubblicazione, sono stati oggetto di una double-blind peer review (Ciampi et al., 2021; Marzi et al., 2021; Turzo et al., 2022).

La raccolta dei dati, effettuata in data 10 marzo 2023, costituisce l’oggetto del quarto step.  L’interrogazione del database Scopus ha fornito un risultato preliminare di 100 articoli. Il database Web of Science Core Collection è stato utilizzato per la cross-validation dei risultati. L’interrogazione di tale database effettuata con la research query individuata nel terzo step ha fornito solo 57 risultati. Come nel caso di Turzo et al. (2022), il confronto tra i due database ha evidenziato che il risultato di Scopus include tutti gli articoli individuati attraverso Web of Science Core Collection. Dunque, considerata la sua maggiore copertura, il database Scopus è stato utilizzato come fonte del presente studio.

Il quinto step è consistito in un processo manuale di cleaning del risultato ottenuto dal precedente step. Il titolo e l’abstract di ognuno dei 100 articoli estratti da Scopus è stato valutato alla luce dei criteri d’inclusione delineati nel primo step. Nei casi in cui l’inclusione fosse stata dubbia, si è proceduto alla lettura dell’intero articolo. Al termine del processo di cleaning, sono stati esclusi 44 articoli. Nella gran parte dei casi, si tratta di articoli che citano solamente la SA8000. La Figura 3 mostra il modello “PRISMA” (Moher et al., 2009), che riassume il processo di individuazione degli articoli inclusi nella selezione. 

Fig. 3: Il modello “PRISMA”

Fonte: adattato da Moher et al. (2009)

 

Come sesto step, è stata condotta l’analisi bibliometrica dei paper selezionati. Il software VOSviewer 1.6.18 è stato utilizzato per condurre la VOS analysis e come criterio di aggregazione è stato utilizzato il bibliographic coupling. Secondo tale criterio, due articoli sono collegati quando citano entrambi un terzo articolo. In questo modo, è possibile delineare l’evoluzione di un campo di ricerca e identificare temi di ricerca consistenti al suo interno (Ciampi et al., 2021; Marzi et al., 2021). Il risultato grafico della VOS analysis è costituito da una mappa bidimensionale in cui una maggiore condivisione di riferimenti bibliografici comporta una maggiore prossimità degli elementi sulla mappa. VOSviewer mette anche in evidenza potenziali temi di ricerca attraverso la creazione di cluster degli elementi analizzati (van Eck & Waltman, 2010). La risoluzione inizialmente utilizzata per l’analisi è stata impostata ad 1.00.

Il settimo step è stato finalizzato all’identificazione del tema di ricerca principale di ogni cluster. Ogni autore ha dunque proceduto, in forma individuale, alla lettura dei 56 articoli inclusi nella selezione e alla creazione di un elenco di argomenti che potenzialmente potevano identificare il tema di ricerca principale di ogni cluster, come suggerito da altri studi (Ciampi et al., 2021; Marzi et al., 2021; Tranfield et al., 2003; Turzo et al., 2022). Le analisi individuali dei cluster hanno prodotto risultati simili in termini di temi e domande di ricerca relative a ognuno di essi. Pertanto, sono state organizzate delle riunioni per circoscrivere il tema principale di ciascun cluster. La risoluzione di VOSviewer, inizialmente impostata su 1,00, non è stata variata, in quanto tale valore ci ha permesso di raggiungere la saturazione teorica dei temi emergenti dalla VOS analysis. La saturazione teorica si considera raggiunta quando ogni cluster identifica un tema coerente e ricorrente tra gli articoli inclusi nello stesso cluster (Saunders et al., 2018). Al termine della VOS analysis sono emersi sette cluster.

Come ottavo step, si è proceduto alla verifica della coerenza e della rappresentatività degli articoli inclusi in ciascun cluster. Il numero di articoli analizzati ha presentato una dimensione adeguata per condurre una literature review (Ciampi et al., 2021; Netland & Aspelund, 2014; Sartor et al., 2016; Turzo et al., 2022).

Il nono step è stato dedicato allo svolgimento della systematic literature review utilizzando l’approccio suggerito da Tranfield et al. (2003) e dal modello “PRISMA” (Moher et al., 2009). In via generale, gli articoli sono stati revisionati seguendo l’ordine decrescente delle citazioni normalizzate, raggruppando gli articoli che trattano argomenti simili e/o strettamente correlati.

Sulla base di quanto emerso nel nono step, il decimo e ultimo step ha inteso proporre future linee di ricerca da seguire nell’ambito della SA8000. Nello specifico, sono stati individuati alcuni research gap che potrebbero essere affrontati da studi futuri.

Risultati dell’analisi bibliometrica

L’analisi bibliometrica ci ha permesso di individuare le riviste in cui sono stati pubblicati gli articoli scientifici relativi alla SA8000. È interessante notare che il 30% degli articoli selezionati proviene da riviste non incluse nel ranking delle riviste CABS (si veda il Panel A della Tabella 1). Tra gli articoli pubblicati sulle riviste CABS, la maggior parte proviene da riviste con una classificazione di 1* e 2* (si veda il Panel B della Tabella 1).

 

Tab. 1: Ranking delle riviste che hanno pubblicato studi sulla SA8000.

Panel A: Distribuzione degli articoli tra le riviste

Riviste CABS

Numero di articoli

Si

39

No

17

Tot.

56

 

 

Panel B: Distribuzione degli articoli tra le riviste CABS

Ranking delle riviste CABS

Numero di articoli

1*

11

2*

18

3*

7

4*

3

Tot.

39

 

La Tabella 2 mostra le riviste CABS che accolgono più di un articolo sulla SA8000. Queste riviste sono principalmente incentrate sul management e sulla sostenibilità.

 

 

Tab. 2: Principali riviste CABS che hanno pubblicato studi sulla SA8000.

Rivista

Numero di articoli

Journal of Cleaner Production

9

Corporate Social Responsibility and Environmental Management

4

Journal of Business Ethics

4

International Journal of Operations and Production Management

2

Managerial Auditing Journal

2

 

La Figura 4 mostra l'output grafico della VOS analysis rielaborata con RAWGraphs 2.0. Tale figura mostra sette cluster polarizzati che individuano sette diversi temi di ricerca.

 

Fig. 4: Risultati della VOS analysis

La Tabella 3 contiene le statistiche descrittive per ogni cluster. Come si può vedere dalla tabella, i cluster più numerosi sono quello arancione e quello rosso, contenenti, rispettivamente, 15 e 11 articoli. Gli articoli inclusi nel cluster arancione totalizzano 1571 citazioni. Lo stesso cluster presenta il maggior valore dell’indice calcolato come rapporto tra citazioni totali e numero di articoli, seguito dal cluster rosa (4 articoli con 370 citazioni).

 

 

 

 

Tab. 3: Statistiche descrittive per ogni cluster

Cluster

Numero di articoli

Citazioni totali

Citazioni totali/Numero di articoli

Arancione

15

1575

105,00

Rosso

11

267

24,27

Verde

8

581

72,63

Giallo

8

374

46,75

Blu

5

200

40,00

Viola

5

148

29,60

Rosa

4

370

92,50

 

La Figura 5 mostra la distribuzione degli articoli nel tempo, rendendo evidente l’assenza di un chiaro trend di pubblicazione nel campo della SA8000: il numero di articoli pubblicati varia considerevolmente nel corso degli anni presi in considerazione. Il primo articolo è stato pubblicato addirittura cinque anni dopo l’emanazione dello Standard. Nel 2007, dieci anni dopo la pubblicazione dello standard, erano stati pubblicati meno di 10 articoli scientifici. Considerati nel loro insieme, questi dati indicano che la letteratura scientifica in questo campo è estremamente frammentata e che la SA8000 non è mai diventata un argomento stabilmente discusso nella letteratura scientifica sulla sostenibilità.

Fig. 5: Distribuzione degli articoli per anno 

 

Analisi dei cluster

4.1 Cluster blu – Struttura, obiettivi e diffusione dello Standard

Il cluster blu accoglie gli articoli che descrivono la struttura, gli obiettivi e la diffusione dello standard SA8000 tra i vari settori e i diversi Paesi. Questo cluster risponde principalmente alle seguenti research question:

  • Quali sono le caratteristiche principali dello standard SA8000?
  • Quali sono gli obiettivi principali dello standard SA8000?
  • Come si distribuiscono, in termini geografici e settoriali, le imprese certificate SA8000?

La SA8000 è lo standard di certificazione per la responsabilità sociale più influente nell’ambito  dei diritti umani e delle condizioni lavorative (Gilbert & Rasche, 2007; Llach et al., 2015). Ciò che lo differenzia da altre iniziative nel campo dell’etica e della responsabilità sociale (ad es., i codici etici) è la necessità di un audit da parte di un soggetto terzo rispetto all’azienda adottante. L’esito positivo di tale audit è essenziale per l’ottenimento della certificazione SA8000 (Gilbert & Rasche, 2007).

Lo Standard è redatto in conformità al trattato dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il SAI si impegna a rivedere lo standard SA8000 ogni cinque anni per garantirne l’adeguamento continuo alle mutevoli condizioni sociali (Llach et al., 2015). La certificazione SA8000 può essere adottata dalle aziende di tutte le dimensioni e di tutti i settori. Tuttavia, la certificazione SA8000 viene attribuita al singolo stabilimento e non all’azienda nel suo complesso (Gilbert & Rasche, 2007). Per ottenere la certificazione SA8000, devono essere soddisfatti i requisiti stabiliti dallo Standard nelle seguenti aree (Gilbert & Rasche, 2007; Llach et al., 2015; Pavlíková & Basovníková, 2014):

  1. lavoro minorile;
  2. lavoro forzato e obbligatorio;
  3. orario di lavoro;
  4. salute e sicurezza sul luogo di lavoro;
  5. non discriminazione;
  6. libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva;
  7. procedure disciplinari;
  8. retribuzione;
  9. sistema manageriale volto al miglioramento continuo.

Per quanto riguarda la distribuzione settoriale della certificazione, se ne rileva una maggiore concentrazione nei settori dell’abbigliamento, delle costruzioni e del tessile, ossia settori c.d. labour-intensive (Llach et al., 2015; Pavlíková & Basovníková, 2014; Zadeh et al., 2013). Coerentemente, dal punto di vista della distribuzione geografica, i Paesi con il maggior numero di imprese certificate SA8000 sono l’Italia, l’India e la Cina (Llach et al., 2015; Pavlíková & Basovníková, 2014, 2015; Zadeh et al., 2013). Eccezione fatta per l’Italia, si tratta di Paesi nei quali temi relativi a condizioni lavorative, lavoro minorile e diritti umani sono argomenti delicati. Si tratta, peraltro, di Paesi attrattivi per le imprese dei settori labour-intensive per via del basso costo della manodopera (Llach et al., 2015; Pavlíková & Basovníková, 2015).

Il caso dell’Italia è apparentemente sorprendente e necessita di una spiegazione (Llach et al., 2015). Tale concentrazione di imprese certificate può essere spiegata soprattutto dal fatto che alcune regioni italiane, particolarmente la Toscana, hanno fornito incentivi finanziari e agevolazioni fiscali alle imprese che intendevano adottare la certificazione SA8000. Altri due fattori contribuiscono a spiegare l’elevato grado di diffusione della SA8000 in Italia. In primis, la cultura imprenditoriale italiana presenta una forte inclinazione alla sostenibilità. In secondo luogo, la normativa italiana in ambito di diritto del lavoro richiede il rispetto di requisiti che vanno ben oltre quelli richiesti dalla SA8000. Per le imprese italiane, dunque, certificarsi è relativamente semplice (Llach et al., 2015).

4.2 Cluster arancione – Comparazione degli standard di sostenibilità e sistema di management integrato

Il cluster arancione affronta le differenze tra la SA8000 e altri standard di sostenibilità, mostrando anche gli effetti della loro possibile integrazione in un unico sistema di management. Il presente cluster risponde fondamentalmente alle seguenti research question:

  • Quali sono le principali differenze tra la SA8000 e altri standard di sostenibilità?
  • Quali sono i vantaggi che derivano dall’implementazione di un sistema di management che integra la SA8000 e altri standard di sostenibilità?

L’adozione della SA8000 richiede l’implementazione di un sistema di management incentrato sul miglioramento continuo e sulla compliance delle politiche aziendali ai requisiti dello Standard (Botta et al., 2013; Jørgensen et al., 2006). Così facendo, le imprese certificate presentano maggiori livelli di trasparenza e fanno sì che le condizioni lavorative migliorino sia al loro interno sia lungo l’intera supply chain, diventando più attrattive agli occhi degli stakeholder (De Andrade & Bizzo, 2018; Giaccio et al., 2013).

Quando paragonata ad altri standard di sostenibilità, la SA8000 presenta una maggiore efficacia nel risoluzione dei problemi legati ai diritti umani e alle condizioni lavorative, rendendo palese l’impegno delle imprese certificate in tal senso (Pavlikova & Kuřitkova, 2013; Rasche, 2009). Ad esempio, la ISO26000 ha un effetto piuttosto modesto sul miglioramento del grado di sostenibilità della supply chain, mentre la SA8000 è in grado di diffondere lungo la stessa i principi del rispetto della dignità dei lavoratori, della sicurezza e della sostenibilità dei luoghi di lavoro (Chiarini & Vagnoni, 2017; De Andrade & Bizzo, 2018). Standard come l’UN Global Compact e le OECD Guidelines promuovono l’adozione di principi ben definiti e rappresentano il punto d’inizio per l’instaurazione di un dialogo con gli stakeholder. Tuttavia, tali standard non richiedono alle imprese di fornire informazioni circa le performance di sostenibilità, né implicano l’effettuazione di benchmark quantitativi (Formánková et al., 2017; Rasche, 2009). Al contrario, la SA8000, quale certification-based standard, pone le sue radici sulla misurazione di parametri individuati dallo stesso standard (Göbbels & Jonker, 2003; Rasche, 2009). Le puntuali definizioni e le precise indicazioni tipiche dei certification-based standard (si pensi, ad esempio, alla definizione di “minore” fornita dalla SA8000) rendono tali standard facili da implementare se paragonati principles-based standard. Tuttavia, ciò comporta che i certification-based standard presentino un grado di flessibilità limitato e quindi una scarsa capacità di adattamento alle specifiche circostanze in cui opera l’impresa (Rasche, 2009). Va comunque sottolineato che, rispetto ai principles-based standard, i certification-based standard richiedono la conduzione di un audit da parte di un soggetto indipendente; tale audit incrementa il livello di attendibilità delle informazioni che l’impresa fornisce agli stakeholder (Göbbels & Jonker, 2003; Rasche, 2009). La SA8000, rispetto alla AA1000 e alla ISO26000, presenta delle lacune riguardo lo sviluppo del dialogo con gli stakeholder (Beschorner & Müller, 2007; Chiarini & Vagnoni, 2017; Göbbels & Jonker, 2003). Guardando alla struttura dello standard, infatti, la SA8000 appare fortemente concentrata sulla gestione e sul controllo della supply chain, mentre AA1000 è più incline a incentivare il dialogo con gli stakeholder al fine di semplificare il processo di rendicontazione di sostenibilità sotteso allo standard stesso (Beschorner & Müller, 2007; Göbbels & Jonker, 2003). Inoltre, guardando agli stakeholder cui lo standard si rivolge, la SA8000 appare ampiamente focalizzata sui rapporti dell’impresa con i dipendenti, mentre la ISO26000 sembra aprire le porte al dialogo con tutti i potenziali stakeholder dell’impresa indistintamente (Chiarini & Vagnoni, 2017). Differenze tra la SA8000 e altri standard di sostenibilità emergono anche con rifermento all’applicabilità geografica e settoriale: mentre la SA8000 può essere adottata dalle imprese di tutto il mondo, la EMAS è applicabile esclusivamente alle imprese con sede in UE (Chiarini & Vagnoni, 2017); se la SA8000 può essere adottata dalle imprese di ogni settore (ad eccezione del settore agricolo e dell’industria mineraria), la FLA Workplace Code è applicabile esclusivamente alle imprese dell’abbigliamento (Chiarini & Vagnoni, 2017; Göbbels & Jonker, 2003).

L'integrazione della SA8000 con altri standard di sostenibilità in un unico sistema di management genera diversi vantaggi per le imprese. Il vantaggio principale è rappresentato dal fatto che l’adozione di un sistema di management integrato consente di avere dei costi di gestione minori rispetto a quelli necessari per la gestione dei vari standard individualmente considerati (Botta et al., 2013; Dragomir et al., 2012; Jørgensen et al., 2006; Salomone, 2008; Tsai & Chou, 2009). Vantaggi derivano anche dall’adozione di più di uno standard di sostenibilità, dato che il tempo di cui l’impresa ha bisogno per conformarsi ai requisiti di uno standard diminuisce all’aumentare del numero degli standard adottati (Karapetrovic & Casadesús, 2009). Questo effetto è dovuto al fatto che, nella maggioranza dei casi, l’adozione di uno standard di sostenibilità comporta indirettamente il soddisfacimento parziale dei requisiti stabiliti da un altro standard (Karapetrovic & Casadesús, 2009; Rasche, 2010a). L’adozione di un certification-based standard, come SA8000, costituisce inoltre un modo concreto per implementare un principle-based standard, come l’UN Global Compact (Rasche, 2010a). Altri vantaggi di un sistema di management integrato sono costituiti da: minimizzazione della documentazione da produrre; maggior grado di integrazione delle strategie aziendali; risparmi di costi grazie all’ottimizzazione di tempo, risorse e responsabilità; miglioramento dell’immagine aziendale; incremento del livello di sostenibilità aziendale (Botta et al., 2013; Tsai & Chou, 2009).

4.3 Cluster viola – Human resource management

Il cluster viola include una serie di articoli che analizzano la SA8000 nel contesto dello human resource management, con un focus sul miglioramento delle condizioni lavorative. Attraverso l’analisi dei contributi inclusi in questo cluster, viene data risposta alle seguenti research question:

  • A cosa è dovuta l’importanza della SA8000 nello human resource management?
  • Quali sono i principali vantaggi generati dall’adozione della SA8000 in termini di miglioramento delle condizioni lavorative?

I dipendenti sono tra i principali stakeholder dell’impresa, perciò la cura delle loro carriere, dei loro bisogni e della loro formazione richiede un impegno non trascurabile (Jamali et al., 2020; Unuvar et al., 2012). Nell’ambito della signalling theory, la SA8000 può essere considerata come uno strumento di cui l’impresa si serve per segnalare ai dipendenti il suo impegno in termini di miglioramento delle condizioni lavorative e della sostenibilità del luogo di lavoro, andando oltre le mere prescrizioni normative (Jamali et al., 2020). Così facendo, l’impresa riesce ad attrarre dipendenti che condividono i suoi valori chiave e che apprezzano il suo impegno nella gestione delle risorse umane, migliorando il clima organizzativo (Jamali et al., 2020). Di conseguenza, l’adozione della SA8000 consente di incrementare le retribuzioni e di ridurre l’orario di lavoro. Ciò genera, a sua volta, l’aumento del livello di job satisfaction e la riduzione del tasso di turnover dei dipendenti (Fuentes-García et al., 2008; Savino et al., 2015; Unuvar et al., 2012).

La SA8000 funge da garanzia per la reputazione aziendale, poiché gli stakeholder non sono disposti a tollerare relazioni commerciali dell’impresa con aziende con sede in Paesi più propensi all’utilizzo di lavoro minorile, discriminazioni sessuali, razziali e religiose e simili (Fuentes-García et al., 2008). In questo contesto, la SA8000 fornisce una definizione standardizzata di condizioni di lavoro accettabili applicabile in tutto il mondo. L’adozione della SA8000 comporta anche l’individuazione del soggetto legalmente autorizzato a monitorare e analizzare le condizioni di lavoro all’interno di un’azienda, per verificare il rispetto del livello minimo di condizioni di lavoro accettabili. Dunque, la SA8000 consente di individuare un’autorità di supervisione nei casi in cui questa non esista o non sia adeguata per garantire il rispetto di un livello minimo di condizioni di lavoro accettabili (Fuentes-García et al., 2008).

4.4 Cluster verde – Gestione della supply chain

Il cluster verde raggruppa la letteratura scientifica che analizza l’effetto della SA8000 sulla struttura della supply chain di un’impresa e, quindi, sul processo che essa pone in essere per selezionare i fornitori. Il presente cluster si propone di rispondere alle seguenti research question:

  • In che modo l’adozione della SA8000 influenza la struttura della supply chain di un’impresa?
  • L’impresa leader ha un ruolo nella diffusione della SA8000 lungo l’intera supply chain?
  • La SA8000 favorisce lo sviluppo di relazioni commerciali tra imprese con sede in Paesi sviluppati e imprese con sede in Paesi in via di sviluppo?

Una caratteristica unica della SA8000 è rappresentata dal fatto che tutte le imprese collocate lungo la supply chain devono essere certificate (Abboubi et al., 2022; Ciliberti et al., 2008).

L’azienda leader della supply chain è solitamente quella che pone l’attenzione  sulla necessità di adottare la SA8000 (Abboubi et al., 2022). Tale azienda dovrebbe accertarsi che tutte le imprese collocate lungo la propria supply chain, sia a monte che a valle, rispettino i requisiti dello Standard e facciano richiesta per l’ottenimento della certificazione, dato che ogni azienda certificata dovrebbe selezionare i propri fornitori solo tra le aziende che, a loro volta, adottano lo standard (Ciliberti et al., 2009). Quanto richiesto all’azienda leader non è semplice, poiché questa è tenuta a eliminare dalla propria supply chain le imprese che non riescono o non vogliono rispettare i requisiti della SA8000. Le aziende che intendono permanere nella supply chain devono, quindi, individuare i fattori di non conformità allo Standard, risolverli e attuare una strategia per evitarne l’insorgere in futuro (Asif et al., 2019; Ciliberti et al., 2011).

Adottare la SA8000 è particolarmente utile per le multinazionali che scelgono fornitori con sede nei Paesi in via di sviluppo (Asif et al., 2019). Le multinazionali, infatti, sono particolarmente criticate per tale scelta, che tipicamente ha come fine ultimo quello di trarre vantaggio dallo sfruttamento dei lavoratori e dalla scarsa regolamentazione tipici di tali contesti. Negli scorsi anni, diversi incidenti causati dal mancato rispetto di standard di sicurezza minimi da parte di tali imprese fornitrici hanno fatto sì che diverse categorie di stakeholder potessero constatare il fallimento delle multinazionali nella gestione delle pratiche di sostenibilità della loro supply chain. Considerati i danni all’immagine aziendale legati a tali eventi, le multinazionali hanno spesso deciso di interrompere le relazioni commerciali in essere con fornitori che non erano in grado di garantire un determinato livello di sicurezza per i loro dipendenti (Asif et al., 2019). In questo senso, l’adozione di uno standard come la SA8000 può prevenire i problemi citati, poiché rende più semplice l’individuazione dei fornitori che garantiscono un livello adeguato di sicurezza dei luoghi di lavoro e condizioni lavorative dignitose per i loro dipendenti (Asif et al., 2019).

L’effetto della SA8000 sulle relazioni che si sviluppano all’interno della supply chain consente anche di incrementare la mole di informazioni condivise tra principal e agent, generando così una riduzione delle asimmetrie informative, dei problemi legati al moral hazard e dei costi di transazione (Asif et al., 2019; Ciliberti et al., 2011; De Andrade & Bizzo, 2019; D’Eusanio et al., 2022; Teuscher et al., 2006). Ciò genera un vantaggio rilevante per i partner commerciali diretti e indiretti, poiché l’impresa leader della supply chain è in grado di completare i contratti incompleti e di monitorare le attività dei subfornitori (Ciliberti et al., 2009). Di conseguenza, la negoziazione e il monitoraggio diventano più semplici.

4.5 Cluster rosa – Disclosure e report di sostenibilità

Il cluster rosa accoglie gli articoli che analizzano il contributo della SA8000 nella disclosure e nella redazione dei report di sostenibilità da parte delle imprese. Questo cluster permette di rispondere alle seguenti research question:

  • In che modo l’adozione della SA8000 aiuta le imprese nella disclosure e nella redazione dei report di sostenibilità?
  • Perché l’adozione della SA8000 si dimostra particolarmente utile per le piccole e medie imprese (PMI) che desiderano redigere un report di sostenibilità?

Negli ultimi tempi, il numero di imprese che si impegna nella disclosure in tema di sostenibilità è aumentato considerevolmente (Lozano & Huisingh, 2011; Scagnelli et al., 2013). Questo fenomeno è strettamente legato all’incremento del numero di aziende che aderiscono agli standard di sostenibilità (Lozano & Huisingh, 2011). Infatti, quando un’impresa adotta un certification-based standard, è tenuta a produrre un report in grado di dimostrare la sua compliance ai requisiti dello stesso standard. Guardando alla SA8000, si può notare che, una volta che lo Standard viene adottato volontariamente dall’impresa, questa è tenuta a produrre obbligatoriamente la disclosure di sostenibilità prescritta dallo Standard stesso. In questo modo, le imprese certificate SA8000 sono spinte verso un miglioramento in termini di social accounting e accountability  (Corazza, 2017). Ciò spiega anche perché le imprese certificate da più tempo tendono ad produrre disclosure e report di sostenibilità con una maggiore frequenza rispetto alle imprese nuove alla certificazione (Casadei & Amadei, 2010).

Ogni standard di sostenibilità presenta dei pro e dei contro in termini di report di sostenibilità (Lozano & Huisingh, 2011). La SA8000, ad esempio, pone particolare enfasi sulla dimensione sociale del report di sostenibilità, esplicitando le strategie che l’impresa adotta nella protezione dei diritti umani e nel miglioramento delle condizioni lavorative (Lozano & Huisingh, 2011). Tuttavia, la SA8000 non tratta l’aspetto economico della gestione e neanche l’aspetto ambientale delle politiche di sostenibilità adottate dall’azienda. Ciò rende più difficile lo sviluppo di sinergie tra le diverse aree del report di sostenibilità (Lozano & Huisingh, 2011).

L’adozione della SA8000 si rivela particolarmente utile per le PMI che desiderano pubblicare un report di sostenibilità, poiché le chiare linee guida dello Standard ne facilitano la stesura (Scagnelli et al., 2013). A causa delle risorse limitate di cui dispongono le PMI certificate SA8000, i loro report risultano più brevi di quelli prodotti dalle imprese certificate di grande dimensione. Le PMI, infatti, percepiscono le strategie di sostenibilità come una pratica costosa, non produttiva di benefici nell’immediato (Corazza, 2017; Scagnelli et al., 2013). Le PMI che redigono i report di sostenibilità generalmente adottano più di un certification-based standard. Per esse, infatti, è consuetudine affidarsi alla SA8000 per la parte del report che riguarda la dimensione sociale della sostenibilità e a un altro standard, come la ISO 14001, per la dimensione ambientale (Corazza, 2017; Scagnelli et al., 2013).

4.6 Cluster giallo – Determinanti e ostacoli nell’adozione della SA8000

Il cluster giallo accoglie le ricerche volte a individuare i fattori che fungono da determinanti e da ostacoli nell’adozione della certificazione SA8000. Il presente cluster risponde principalmente alle seguenti research question:

  • Quali sono le determinanti dell’adozione della SA8000?
  • Quali sono gli ostacoli che le imprese devono affrontare in sede di adozione, implementazione e mantenimento della certificazione?

Le determinanti dell’adozione della SA8000 si distinguono in esterne ed interne.

La più importante tra le determinanti esterne è sicuramente legata al miglioramento della reputazione e dell’immagine aziendale immediatamente conseguente all’ottenimento della certificazione (Merli et al., 2015; Murmura et al., 2017; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018; Stigzelius & Mark-Herbert, 2009). Il miglioramento in questione è legato alla riduzione dei rischi reputazionali che si verifica a seguito dell’incremento del livello di sicurezza dei luoghi di lavoro e, dunque, della minimizzazione del rischio di incidenti e di violazioni delle norme di sicurezza e sostenibilità dei luoghi di lavoro, sia in prima persona che lungo la supply chain (Stigzelius & Mark-Herbert, 2009).

Un’altra determinante esterna è rappresentata dagli incentivi stanziati dai governi e, come nel caso italiano, dalle regioni per le imprese che decidono di acquisire la certificazione SA8000 (Murmura et al., 2017). Si veda quanto detto nel cluster blu per ulteriori dettagli sul caso italiano.

Per le imprese con sede in Paesi in via di sviluppo, come l’India, tra le determinanti esterne vi è anche il fatto che l’ottenimento della certificazione consente all’impresa (in genere, una PMI) di entrare a far parte stabilmente della supply chain delle multinazionali, le quali, per ridurre al minimo i rischi reputazionali, descritti nel cluster verde, preferiscono rivolgersi a imprese fornitrici certificate SA8000 (Stigzelius & Mark-Herbert, 2009).

Altre determinanti esterne sono rappresentate dal miglioramento del dialogo con gli stakeholder prossimi all’azienda, come clienti e fornitori (Gilbert & Rasche, 2008; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018), dalla fidelizzazione dei clienti attuali e dall’attrazione di nuovi clienti (Koster et al., 2019) e dall’ottenimento di un vantaggio competitivo (Merli et al., 2015; Murmura & Bravi, 2020).

Tra le determinanti interne rileva l’incremento della produttività che si registra a seguito dell’ottenimento della certificazione (Murmura et al., 2017; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018). Un’impresa certificata, infatti, è un’impresa che si impegna a minimizzare i rischi di incidenti sul lavoro, a garantire una formazione continua dei suoi dipendenti e a incentivarne la motivazione. Tutto ciò contribuisce all’incremento della produttività (Murmura et al., 2017; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018).

Altre determinanti interne sono rappresentate dal miglioramento delle relazioni con i dipendenti, dalla conseguente riduzione del tasso di turnover (Gilbert & Rasche, 2008; Merli et al., 2015; Stigzelius & Mark-Herbert, 2009) e dall’incremento dell’efficienza all’interno dei processi aziendali a seguito dell’interiorizzazione dello Standard (Murmura & Bravi, 2020).

Anche gli ostacoli che le imprese devono fronteggiare nel processo di adozione e mantenimento della certificazione SA8000 possono essere distinti in ostacoli di tipo esterno ed ostacoli di tipo interno.

Tra gli ostacoli di tipo esterno vi è, in primo luogo, il fatto che le PMI con sede in Paesi in via di sviluppo potrebbero scegliere di certificarsi al solo fine di entrare a far parte della supply chain delle grandi multinazionali. Ciò porterebbe a un’adozione di tipo solo strumentale e contribuirebbe al fenomeno noto come “social washing” (Gilbert & Rasche, 2008; Merli et al., 2015; Rasche, 2010b).

In secondo luogo, emergono degli ostacoli relativi allo sviluppo del dialogo con gli stakeholder. Sebbene lo Standard lo identifichi come una componente rilevante del processo di implementazione della SA8000, non fornisce alcuna indicazione su come tale dialogo debba essere condotto e su quali stakeholder coinvolgere, creando dei problemi operativi non indifferenti alle imprese (Gilbert & Rasche, 2008; Merli et al., 2015).

In terzo luogo, lo Standard presenta un elevato livello di complessità e spesso uno scarso fit con le dinamiche aziendali. Lo Standard stesso riconosce che la sua implementazione deve tener conto delle caratteristiche geografiche, culturali, religiose, economiche e politiche del luogo in cui l’impresa ha sede. Lo stesso deve avvenire durante i processi di audit richiesti dalla SA8000. Ciò implica l’introduzione di un certo grado di soggettività nell’implementazione dello standard e nella conduzione degli audit, cosa che rende il processo di certificazione ancora più complesso e potenzialmente poco oggettivo (Koster et al., 2019; Rasche, 2010b).

Tra gli ostacoli di tipo interno rientrano i costi necessari all’ottenimento e al mantenimento della certificazione SA8000 (Koster et al., 2019; Murmura et al., 2017; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018; Stigzelius & Mark-Herbert, 2009). Si pensi che l’audit iniziale può costare dai 2.000 ai 3.000 dollari per un’impresa con 100 dipendenti (Stigzelius & Mark-Herbert, 2009). Tale audit va poi ripetuto ogni sei mesi durante i tre anni di durata dalla certificazione. Oltre ai costi diretti della certificazione, ci sono anche i costi legati alle attività svolte nel periodo immediatamente precedente la certificazione, durante il quale l’impresa deve allineare le sue politiche aziendali ai requisiti dello Standard. Essa si troverà quindi a porre in essere interventi per incrementare il livello di sicurezza dei luoghi di lavoro, a individuare un responsabile per la sicurezza, ad adeguare il livello delle retribuzioni, a erogare corsi di formazione per i dipendenti e così via (Koster et al., 2019; Murmura & Bravi, 2020; Santos et al., 2018; Stigzelius & Mark-Herbert, 2009).

Altri ostacoli interni sono legati all’integrazione dello Standard nelle routine aziendali e alla difficoltà di condividere le finalità dello Standard con i dipendenti. Alcune ricerche dimostrano che le iniziative di comunicazione rivolte ad essi sono spesso inefficaci e che addirittura alcuni dipendenti danno priorità al livello della remunerazione anziché al miglioramento delle condizioni lavorative (Koster et al., 2019; Merli et al., 2015; Stigzelius & Mark-Herbert, 2009).

4.7 Cluster rosso – Effetti della certificazione sulle performance aziendali

Gli articoli inclusi nel cluster rosso analizzano gli effetti della certificazione sulle performance aziendali. Vengono analizzati anche gli effetti dell’eventuale decertificazione. Il presente cluster risponde alle seguenti research question:

  • Quali sono i principali effetti legati all’ottenimento della certificazione SA8000?
  • Tali effetti sono stabili o cambiano nel tempo?
  • Cosa succede se un’impresa sceglie di decertificarsi?

L’adozione della SA8000 ha un’influenza positiva sulla strategia di marketing (Boiral et al., 2017; Miles & Munilla, 2004). Come accennato in precedenza, le imprese certificate possono applicare un premium price nei mercati che apprezzano particolarmente le iniziative che rientrano nel campo della responsabilità sociale di impresa (De Magistris et al., 2015; Miles & Munilla, 2004; Orzes et al., 2017; Yadav et al., 2022). I consumatori attivi in tali mercati, infatti, potrebbero essere disposti a pagare di più per i prodotti delle imprese certificate, generando un incremento dei ricavi di vendita. Ciò suggerisce che adottare la SA8000 può contribuire ad una strategia di differenziazione vincente, specialmente in quei mercati dove la domanda di prodotti in linea con i canoni della sostenibilità è significativa (De Magistris et al., 2015). Tale effetto è, tuttavia, temporaneo: i competitor adotteranno delle contromisure per mantenere la loro posizione all’interno del mercato (ad esempio, seguendo una strategia imitativa, possono certificarsi a loro volta); inoltre, le imprese certificate, per richiedere un premium price, devono continuare a migliorare le loro performance di sostenibilità, investendo ulteriormente tempo e denaro (Podrecca et al., 2021), che evidentemente non sono risorse illimitate.

Peraltro, la SA8000 ben si presta ad essere utilizzata come un mero strumento di facciata, dando adito al c.d. “social washing” (Boiral et al., 2017; Miles & Munilla, 2004). Per gli stakeholder, infatti, non è semplice verificare il livello di interiorizzazione dello Standard e il social washing potrebbe facilmente rivelarsi una strategia difficile da smascherare e, quindi, vincente (Ikram et al., 2020; Lakshmanan et al., 2016; Wang, 2017).

L’ottenimento della certificazione influenza anche i livelli di produttività e redditività dell’impresa (De Cristofaro et al., 2023; Orzes et al., 2017; Podrecca et al., 2021). Tale effetto è positivo nel breve periodo e negativo nel medio-lungo termine (Basovnikova et al., 2013; Podrecca et al., 2021). Si ritiene che questa inversione di tendenza sia da ricondurre agli elevati costi di mantenimento della certificazione, costi che si traducono in profitti solo parzialmente (Podrecca et al., 2021).

Il venir meno degli effetti positivi della certificazione è la ragione per cui alcune imprese tendono a decertificarsi: esse manterranno la SA8000 fin tanto che i benefici derivanti dalla sua adozione supereranno i costi associati alla certificazione (Podrecca et al., 2021). Non appena i costi eccederanno i benefici, le imprese sceglieranno di decertificarsi. Così facendo, registreranno un incremento della produttività e della redditività, grazie all’abbandono delle costose politiche che le imprese certificate sono costrette ad adottare per conformarsi ai requisiti dello Standard (Podrecca et al., 2021).

Conclusioni e agenda per futuri studi

Considerate l'importanza e la rilevanza degli argomenti trattati dallo standard SA8000, tra cui il miglioramento delle politiche di sostenibilità aziendale e il trattamento equo dei dipendenti, nonché il suo potenziale contributo al raggiungimento degli SDGs, effettuare un’analisi completa della letteratura esistente a venticinque anni dalla sua pubblicazione si rivela necessario. Lo scopo principale di questa ricerca è stato dunque quello di mappare la letteratura scientifica esistente relativa alla SA8000. Lo studio ha identificato con successo le principali aree di ricerca, le lacune e, dunque, i possibili ambiti sui quali potrebbero focalizzarsi le future ricerche in merito alla SA8000.

I risultati dell'analisi dimostrano che la letteratura esistente su SA8000 è ancora limitata e frammentata, principalmente costituita da studi teorici anziché da indagini empiriche. Inoltre, non esiste un trend evidente di pubblicazione in questo campo di studi, indicando che la SA8000 non è mai diventato un mainstream della ricerca sulla sostenibilità.

Gran parte degli studi nel campo degli standard di sostenibilità menziona la SA8000, ma sono pochi quelli che si focalizzano realmente su tale argomento. Gli articoli scientifici esistenti, oltre ad essere numericamente limitati, sono principalmente di natura concettuale. Le poche analisi empiriche esistenti impiegano campioni provenienti da un singolo Paese o da un determinato settore industriale. I risultati ottenuti da tali ricerche, dunque, non permettono di giungere a conclusioni generalizzabili. Futuri studi potrebbero utilizzare campioni più ampi, coinvolgendo imprese con sede in più Paesi e attive in settori industriali diversi, consentendo di trarre delle conclusioni valide universalmente. Una ricerca che coinvolga campioni mondiali è fondamentale per ottenere un quadro completo del fenomeno SA8000. Sono altresì necessarie analisi incentrate sulla distribuzione delle aziende certificate tra i vari Paesi e i vari settori.

Data l'estrema rilevanza degli SDGs, che sono diventati un punto focale della ricerca nel campo dell’accounting e del management in connessione con quello della sostenibilità, è assolutamente necessario che futuri studi si occupino di analizzare se e in che misura la SA8000 contribuisca al raggiungimento degli obiettivi delineati dall'Agenda 2030. In particolare, tali studi potrebbero fare luce sull’impatto della SA8000 in diverse aree dello sviluppo sostenibile, come il lavoro dignitoso e la crescita economica, il consumo e la produzione responsabili, la parità di genere, la riduzione della povertà e altri SDGs.

Alcuni studi suggeriscono che il possesso della certificazione SA8000 costituisce un vantaggio competitivo per l’azienda (Asif et al., 2019; Ciliberti et al., 2011; De Andrade & Bizzo, 2019). Tuttavia, non esistono degli studi che verifichino effettivamente se e in che misura le aziende certificate siano più competitive rispetto a quelle che non lo sono. Allo stesso modo, non vi è alcuno studio che si occupi di esaminare quali siano i cambiamenti relativi alla posizione competitiva delle aziende prima e dopo l’ottenimento della certificazione SA8000. Ulteriori ricerche sono necessarie per chiarire la relazione esistente tra il possesso della certificazione e la competitività dell’azienda, nonché per analizzare i cambiamenti relativi alla posizione competitiva prima e dopo l’ottenimento della certificazione. Colmare queste lacune consentirebbe di valutare se le aziende certificate sperimentino effettivamente un aumento della competitività rispetto ai loro principali competitor non certificati. Tali evidenze faciliterebbero il processo decisionale aziendale, poiché consentirebbero di valutare chiaramente l’effetto dell’ottenimento della certificazione in termini di benefici economico-finanziari e sociali e in termini di posizione competitiva dell’azienda.

Le future ricerche dovrebbero inoltre fornire indicazioni per il legislatore, gli standard setter e i certification bodies. Per quanto riguarda il legislatore, gli studi futuri dovrebbero fornire indicazioni circa l’effetto della previsione legislativa di incentivi in termini economici e/o fiscali a favore delle aziende che decidono di intraprendere il percorso di certificazione. Un ottimo esempio è rappresentato dal caso italiano, dove gli incentivi previsti a livello regionale e, in particolare, dalla regione Toscana, hanno contribuito in modo significativo alla diffusione della SA8000. Inoltre, le ricerche future potrebbero essere di supporto per gli standard setter e i certification bodies, fornendo delle evidenze circa i pregi e le criticità delle previsioni dello standard, in modo da consentire di incrementare l’efficacia della SA8000. È di fondamentale importanza che il SAI proceda alla revisione periodica e al miglioramento continuo dello standard SA8000. In tal senso, studi futuri dovrebbero assicurarsi di fornire al SAI delle linee guida appropriate affinché esso possa perseverare nel suo operato.

La letteratura scientifica attuale presenta una lacuna notevole in quanto non esamina adeguatamente la certificazione SA8000 in relazione alle imprese sociali. Come ampiamente dibattuto nel corso del presente studio, la SA8000 è uno standard internazionale che stabilisce linee guida etiche e socialmente responsabili per le pratiche aziendali, focalizzandosi su questioni quali il lavoro equo, la sicurezza sul luogo di lavoro e i diritti dei lavoratori. Tuttavia, le ricerche esistenti raramente approfondiscono la sua applicazione e impatto specificamente nel contesto delle imprese sociali. Queste ultime, orientate a scopi sociali e ambientali, hanno una missione intrinseca di impatto positivo sulla società. Un'analisi dettagliata della certificazione SA8000 nel contesto delle imprese sociali potrebbe rivelare sinergie, sfide uniche e opportunità di miglioramento, promuovendo così pratiche aziendali più etiche e socialmente sostenibili. Gli studi futuri potrebbero occuparsi di colmare tale lacuna, poiché ciò sarebbe fondamentale ai fini di una comprensione più approfondita del modo in cui le imprese sociali possono integrare con successo gli standard di responsabilità sociale, come la SA8000, nel loro modello di business.

Come altri studi bibliometrici precedenti (e.g., Ciampi et al., 2021), anche il presente studio  presenta alcune limitazioni. Ad esempio, anziché condurre un’analisi dettagliata e approfondita dei contenuti specifici di ogni singolo articolo incluso nell’analisi, è stata adottata una prospettiva di ampio respiro, che ha consentito di offrire un quadro chiaro delle conoscenze attuali nel campo della SA8000. I risultati del presente studio possono comunque fungere da base per future ricerche che desiderano condurre indagini più mirate, sicuramente necessarie, e che possono focalizzarsi, ad esempio, sull’esplorazione dei principali argomenti descritti all’interno di ciascun cluster.

DOI: 10.7425/IS.2023.04.06

 

References

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