Nel panorama delle diverse risorse e programmi per il sostegno alla fase di start-up delle imprese, si trova anche l’esperienza di un programma di supporto a nuove cooperative. Coopstartup è organizzato annualmente da Coopfond, la società che gestisce il fondo mutualistico di Legacoop, con il supporto delle varie sedi regionali della medesima organizzazione. Questo ha il compito d’ingaggiare potenziali nuovi cooperatori ed aiutarli nello strutturare le loro idee imprenditoriali con il supporto di esperti e l’aiuto di un grant iniziale per l’avvio delle attività. Considerando l’esperienza maturata negli anni - il programma esiste dal 2013 - è utile chiedersi quale ruolo abbia assunto questo nella diffusione della cultura cooperativa attraverso le pratiche di educazione informale. Al fine di valutare gli effetti che Coopstartup ha prodotto sui cooperatori, in particolare la loro aderenza ai valori cooperativi e capacità di gestione di un’impresa collettiva, la ricerca ha utilizzato due strumenti: un questionario online che ha coinvolto 21 partecipanti a edizioni passate e tre casi studio per l’approfondimento delle esperienze di formazione. I risultati mostrano che i vari partecipanti, sebbene già muniti, in molti casi, di una base di know-how imprenditoriale, non fossero a conoscenza del modello cooperativo. È quindi possibile definire il lavoro di Coopstartup come una forma di educazione informale che contribuisce a dare competenze e conoscenze fondamentali del modello e dei valori cooperativi, riuscendo a convertire idee di business in cooperative innovative e che operano in campi non tradizionali per la cooperazione.
L'articolo è disponibile anche in lingua inglese.
Nel mondo delle imprese e dello sviluppo economico, i programmi di startup rivestono un ruolo chiave nell’accompagnamento di persone che abbiano un’idea per possibili nuovi prodotti o servizi e che necessitino di supporto per costruire il proprio business grazie all’affiancamento di esperti in ambiti disciplinari differenti.
In Italia, un importante impulso è stato dato dallo “Startup Act” del 2012 che ha costituito l’impianto legislativo per favorire la crescita di imprese innovative oltre che supportare eco-sistemi propizi alla loro crescita (Menon et al., 2018). L’idea alla base di questi programmi è di sostenere e favorire l’auto-imprenditorialità degli individui al fine di poter sviluppare idee originali ed innovative applicabili in diversi campi; tra i vari ambiti ove le startup hanno avuto maggior diffusione troviamo il mondo del digitale e dei servizi, ma anche quello culturale e sociale (Buffardi & Savonardo, 2019; Campagnoli, 2019).
Nell’ambito di questo fermento, anche nel contesto del movimento cooperativo italiano, si è venuto a creare l’interesse per questo tipo di proposte per il supporto di nuove imprese e la formazione di eco-sistemi capaci di favorirne la crescita. Legacoop, per mezzo di Coopfond, la società costituita al fine di gestire il fondo mutualistico generato dalle risorse delle associate, promuove dal 2013 il programma “Coopstartup”, nato con l’intendo di svolgere il compito di attivatore di nuove imprese cooperative. È bene ricordare che tra i principi internazionali del movimento cooperativo vi è anche quello dell’“Educazione, formazione e informazione” (Principio n.5); è quindi ipotizzabile che l’attuazione di un programma come questo vada nella direzione di dar corpo a questa indicazione.
Già dalle origini della cooperazione, i promotori della nuova forma d’impresa si posero il tema di come trasmettere i valori della mutualità, democraticità e orizzontalità alle future generazioni o a chi fosse poco avvezzo a questo tipo di economia (Woodin, 2014). Sono soprattutto questi i valori che distinguono le cooperative dalle altre forme di organizzazione dell’impresa per la produzione di beni e servizi (Novkovic, 2006). Di fatti, le cooperative sono organizzazioni democratiche ed improntate a relazioni orizzontali tra i membri al fine di costituire un vantaggio mutualistico tra questi (Somerville, 2007).
La promozione di un’educazione alla cooperazione è quindi volta ad una crescita dei soci delle cooperative, soprattutto chi riveste ruoli gestionali, e diviene un passaggio fondamentale nei diversi ecosistemi all’interno dei quali le cooperative possono crescere, sostenute da strutture e supporti adeguati (Corcoran & Wilson, 2010). Questo può avvenire sia attraverso iniziative strutturate su formazione e supporto, sia nell’informalità delle relazioni che si sviluppano nell’ambito dell’esperienza cooperativa.
Rispetto alle iniziative strutturate, come spiega Woodin (2014), riferendosi alle radici del movimento cooperativo britannico, nel mondo cooperativo emerge la volontà di trasmettere, attraverso l’educazione, i valori e la visione del mondo dei padri fondatori delle cooperative a persone di ogni fascia d’età. Successivamente, questo ha influenzato l’espandersi dell’offerta, in quasi tutto il mondo anglosassone, con scuole di cooperazione e programmi di alta formazione. Una nota di merito è per il primo caso di corso accademico italiano, il “Master universitario in economia della cooperazione” tenuta presso l’Università degli Studi di Bologna in collaborazione con AICOON. Il tema dell’educazione può inoltre rientrare nei processi di crescita e professionalizzazione delle risorse umane, un metodo per rendere le cooperative maggiormente conformi alle aree di mercato ove esse operano (Nicol & Taherzadeh, 2020).
A lato dell’offerta formale di educazione ai valori cooperativi e alla gestione di queste imprese collettive, la letteratura indica come il processo di apprendimento e trasformazione delle persone in cooperatori sia possibile anche attraverso l’informalità delle pratiche, ovvero, un “learning by doing” che avviene facendo esperienza diretta all’interno delle dinamiche imprenditoriali cooperative (Herbel et al., 2015; Battilana et al., 2022). Questo può avvenire attraverso la necessità di doversi adattare ad una nuova forma dove si viene chiamati ad essere dirigenti oltre che lavoratori e del voler stare all’interno di processi e dinamiche di decisione collettiva e democratica; sebbene ne emergano notevoli fatiche, sono le pratiche informali che educano alla cooperazione e fanno “assorbire” i valori direttamente nella pratica (Vieta, 2012, 2014). Muovendosi quindi da quest’ultimo aspetto del processo di acquisizione dei valori e del metodo cooperativo, è possibile affermare che si possa anche procedere ad un’“educazione informale” della cooperazione. Con “educazione informale” s’intende il processo di trasmissione di significati ed esperienze, oltre che a capacità e competenze, che però non avvengo all’interno di istituzioni deputate a questo ma in contesti e dinamiche, anche spontanee, che esulano da questi spazi preposti e codificati per tale scopo (Tramma, 2009).
I programmi per l’attivazione di startup potrebbero essere considerati delle forme di educazione informale che si pongono a mezza strada tra i programmi di formazione tipici del mondo anglosassone e l’apprendimento diretto del “learning by doing” non codificato e spontaneo che però potrebbe lasciare i cooperatori sprovvisti di dovuti strumenti per la gestione dell’impresa.
Coopstartup si aggiunge a molte altre esperienze internazionali, variamente legate ai diversi movimenti cooperative che operano negli stessi paesi. Negli USA operano “Start.Co-op” ed il “Co-operative Development Institute” organizzazioni preposte esplicitamente a questo compito, nel Regno Unito la centrale “Co-operative UK” fornisce diversi programmi ed incentivi per l’avvio di nuove cooperative, mentre in Canada opera “Co-operative First” e diverse cooperative hanno ottenuto il sostegno della “Co-operative Development Initiative”, una fondazione che sostiene modelli partecipativi di sviluppo locale. I programmi per start-up cooperative hanno inoltre raccolto l’interesse da parte di società di consulenza specializzare nello sviluppo d’impresa in maniera più ampia[1]. La mission di queste organizzazioni e programmi è di fornire supporto per la creazione di cooperative solide e durature che possano apportare innovazioni significative in termini economici e sociali. Questa mission diviene particolarmente rilevante se si considerano alcune delle debolezze strutturali del modello cooperativo che possono rischiare di compromettere la tenuta delle neonate imprese. Le cooperative necessitano d’importanti livelli di fiducia tra i soci ed una diffusa e condivisa cultura della collaborazione e mutualità (Jones & Kalmi, 2009; Pesämaa et al., 2013; Jensen-Auvermann et al., 2018), di un lavoro supplementare per l’applicazione dei valori cooperativi alle dinamiche di business che può risultare complesso (Novkovic, 2008), di forme di governance adeguate al fine di gestire le dinamiche di democraticità ed orizzontalità (Michaud & Audebrand, 2022), oltre al dover fronteggiare diverse sfide organizzative come l’attrazione di capitali, le difficoltà di crescita commisurate al mantenimento di una struttura democratica ed orizzontale (Webb & Cheney, 2013), nonché tensioni gestionali tra dinamiche istituzionali quando queste assumono la qualifica d’imprese sociali.
Queste sfide evidenziano la necessità, tra le altre cose, che la crescita del movimento cooperativo sia supportata da una educazione e formazione dei cooperatori e dei dirigenti cooperativi, chiamati a sviluppare competenze e ad assumere atteggiamenti coerenti con i principi dell’economia cooperativa; non è un caso che si siano sviluppati negli anni, soprattutto nel mondo anglosassone, numerosi corsi nei college e nelle università improntati all’educazione nell’area del management di imprese cooperative (Woodin, 2014; Hancock & Brault, 2016).
Rispetto a quest’offerta formale di educazione e considerando l’importanza dell’accompagnamento pratico nei processi di sviluppo dell’impresa, la presente ricerca si pone l’obiettivo di dimostrare come un programma di startup per imprese possa parimenti svolgere un ruolo formativo nei confronti di persone interessate a queste tematiche.
Considerando le importanti sfide sopracitate e la volontà dei programmi e delle organizzazioni di sviluppo di startup di fornite sostegno adeguato, diviene importante chiedersi come queste iniziative promuovano l’educazione alla cooperazione e quali impatti hanno questi programmi sui partecipanti. Il caso di Coopstartup risulta di particolare interesse perché permette di poter accedere a un ampio insieme di imprese in questi anni hanno partecipato al programma o sono nate a seguito della partecipazione di un nucleo di fondatori a Coopstartup. Grazie all’integrazione di un questionario online e di studi di casi, si analizzerà in particolare il ruolo di Coopstartup come strumento di promozione dei valori cooperativi e della crescita di nuove imprese capaci anche di addentrarsi in nuovi campi differenti dalle tradizionali attività delle cooperative.
Nato nel 2013, Coopstartup è promosso da Coopfond e Legacoop come il principale strumento a supporto d’idee innovative di cooperatori che desiderano sviluppare una nuova impresa cooperativa. Il programma mira quindi ad essere un incubatore di start-up cooperative attraverso un lavoro con le sedi regionali di Legacoop, che ogni anno possono promuovere e cofinanziare nuove edizioni sui propri territori. Coopstartup mira a sostenere progetti imprenditoriali capaci di valorizzare non solo i valori cooperativi, ma anche l’innovazione sociale e tecnologica, il protagonismo giovanile, la sostenibilità e l’aprire nuovi mercati all’economia cooperativa. Nel corso degli anni sono stati promossi 23 bandi territoriali, che hanno ricevuto 1.131 idee progettuali vagliate dai comitati locali, scremando più di 800 progetti di fattibilità. Di fatto, Coopstartup presenta le caratteristiche dell’incubatore di start-up, ovvero, di “pre-accelleratore d’impresa” (Merguei e Costa, 2022; traduzione dell'autore) e si propone di supportare le cooperative su diversi fronti – dall’adozione del modello cooperativo alla creazione e gestione di impresa, al posizionamento sul mercato – anche avvalendosi di esperti in ambiti specifici (es. marketing, creazione di business plan, diritto del lavoro, ecc.).
Ma, nell’ambito del presente studio si intende sottolineare come evidenziato anche da Moreschi (2020), che Coopstartup agisce sulle persone e sulle loro capacità di costruire insieme, prima che sullo sviluppo dell’impresa stessa. In questo senso, diviene ancor più fondamentale capire quel è il ruolo che questo programma ha ricoperto nel corso degli anni rispetto alla formazione dei nuovi cooperatori. Applicando il concetto dell’educazione informale sul programma qui descritto è possibile derivare le due domande di ricerca che hanno guidato il lavoro di questo progetto, ovvero:
È qui presentata una ricerca che mira a valutare l’esperienza dei partecipanti alle edizioni di Coopstartup tra gli anni 2015 e 2020. Non sono state considerate le edizioni più recenti in quanto si è ritenuto utile esaminare le valutazioni dei cooperatori dopo alcuni anni dalla loro esperienza nel programma.
Il principale strumento d’indagine è stato un questionario online, inviato a tutti i partecipanti delle edizioni prese in considerazione, che hanno avviato una cooperativa o che partecipavano con un’impresa già attiva. In totale, il sondaggio è stato recapitato a 28 cooperative, di queste 21 hanno aderito all’iniziativa e compilato il format online. Il questionario è stato strutturato con una serie di domande a risposta chiusa o con scala Likert al fine di rendere maggiormente comparabili i risultati.
Il secondo strumento per la raccolta dei dati è l’analisi di tre casi studio significativi, selezionati con il supporto di Coopfond tra i 28 partecipanti al programma di cui sopra. Per ogni cooperativa è stato contatto uno dei componenti del Consiglio di amministrazione e si è svolta un’intervista semi-strutturata inerente alla storia del gruppo fondatore, il loro retroterra culturale, le passate esperienze cooperative, come hanno concepito la loro idea di business, l’esperienza durante i mesi di formazione in Coopstartup e gli anni successivi di crescita della cooperativa. I risultati sono qui riportati ed analizzati, questi evidenziano il ruolo che la formazione del programma d’incubazione ha avuto e gli effetti prodotti negli anni successivi alla conclusione.
Per prima cosa è opportuno analizzare le informazioni relative al pool di cooperative che hanno partecipato allo studio.
Tra le regioni con il maggior numero di partecipanti alla ricerca spiccano l’Emilia-Romagna (5), la Liguria (4), Toscana (3). Su questo primo dato influisce molto anche il numero delle edizioni che ciascuna sede regionale ha promosso; Coopstartup è infatti organizzata a livello territoriale con le sedi che desiderano attivare questa opportunità; quindi, il numero di edizioni promosse dalle regioni nel corso degli anni può essere diverso (e in alcune regioni il programma non è stato attivato).
L’indagine si distribuisce in maniera omogenea anche rispetto agli anni di fondazione della cooperativa, compresi tra il 2015 e il 2020, vista la scelta di selezionare delle cooperative con almeno 3 anni di attività così da poter avere un riscontro effettivo sulle loro esperienze post Coopstartup.
È inoltre rilevante evidenziare i differenti ambiti di attività all’interno dei quali operano le diverse cooperative; questo ci permette di osservare come Coopstartup sia riuscita, nel corso delle varie edizioni, a supportare imprese in settori molto differenti. Questo inoltre pone in luce la capacità del modello cooperativo di sapersi adattare a differenti settori e la capacità del programma di attrarre startup innovative che guardano a nuovi campi diversi da quelli tradizionali dell’impresa cooperativa. Sui 21 partecipanti, quattro operano in agricoltura, altri quattro nel turismo, due nella produzione culturale, altri due nei servizi ambientali, mentre i restanti operano in vari campi quali, per fare alcuni esempi, i rilievi aerofotografici, l’editoria, le tecnologie per l’idrogeno e l’architettura.
Proseguendo nella descrizione è utile rilevare come le cooperative abbiano differenti dimensioni in termini di soci afferenti e numero di lavoratori; sebbene sul primo fronte vi sia una maggior varietà, è invece possibile vedere come le cooperative coinvolte siano quasi tutti delle micro-imprese con meno di 10 dipendenti. In termini di fatturato annuo (considerando il 2022) vi è stata una media di 195.921,67€ con un paio d’imprese che hanno fatturato meno di 20.000,00€; delle restanti, circa la metà si è attestata tra i 20.000,00€ e 100.000,00€ mentre le altre sono andate oltre questa soglia.
Analizzando i dati relativi ai canali attraverso i quali i partecipanti sono venuti a conoscenza di Coopstartup, emerge chiaramente come il lavoro di promozione di Coopfond e Legacoop sia stato centrale nell’ingaggiare i candidati e come questi siano il principale mezzo attraverso il quale i partecipanti vengono a conoscenza di questa iniziativa. Su tutti spicca la partecipazione ad eventi di promozione di Legacoop/Coopfond, seguito dalla promozione online sui canali social o altri tipi di annunci e rimandi su siti internet.
A seguito delle informazioni di descrizione dei partecipanti ed il loro canale d’ingaggio rispetto al programma Coopstartup, il sondaggio ha sottoposto una serie di domande di autovalutazione rispetto alla conoscenza che questi partecipanti avevano del modello cooperativo come forma di business prima della partecipazione al programma.
Tabella 1 – Valutazione sulla conoscenza pregressa del modello e dell’economia cooperativa
Qual era il vostro grado di conoscenza del modello cooperativo? |
|
1 – Nessuna conoscenza |
1 |
2 |
11 |
3 |
7 |
4 |
1 |
5 – Ampia esperienza |
1 |
|
|
Come gruppo promotore della vostra cooperativa avevate già avuto esperienze in altre cooperative prima di questa esperienza? |
|
1 – Nessuna esperienza |
17 |
2 |
0 |
3 |
1 |
4 |
2 |
5 – Molte esperienze |
1 |
|
|
Secondo una vostra valutazione, quanto era il vostro grado di conoscenza rispetto all’economia cooperativa al momento dell’inizio del programma? |
|
1 – Nessuna conoscenza |
5 |
2 |
10 |
3 |
3 |
4 |
3 |
5 – Ampia conoscenza |
0 |
I valori presenti nella tabella evidenziano chiaramente quale fosse il livello di conoscenza, esperienza e preparazione dei candidati all’inizio del programma; chiaramente, ponendo la domanda su fatti avvenuti in passato e dopo un programma di formazione ed esperienze come cooperatori, può risultare che l’opinione dei partecipanti sia stata influenzata rispetto a quello che poteva essere la loro autopercezione della loro condizione di diversi anni prima. Ciononostante, emerge come chiaro ed inconfutabile che all’approcciarsi verso Coopstartup, molti di questi futuri cooperatori non conoscevano il modello o l’economia cooperativa né avevano esperienze in questo campo.
In questa sezione si presentano i risultati inerenti alla valutazione dei partecipanti rispetto alle conoscenze e competenze acquisite durante il programma.
Tabella 2 – Valutazione sull’impatto di Coopstartup
Rispetto alle seguenti affermazioni quanto ti trovi in accordo? Considerando 1 come “Assolutamente in disaccordo” e 5 “Assolutamente d’accordo” |
|||||
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
|
Il programma Coopstartup vi ha fornito nuove conoscenze sul modello cooperativo |
0 |
0 |
2 |
8 |
11 |
Il programma Coopstartup vi ha introdotto ad aspetti del modello cooperativo che prima non conoscevate |
0 |
0 |
1 |
9 |
11 |
Il programma Coopstartup vi ha aiutato a comprendere il funzionamento di una cooperativa |
0 |
1 |
2 |
12 |
6 |
Il programma Coopstartup vi ha dato delle competenze di imprenditoria cooperativa che prima non possedevate |
0 |
1 |
3 |
10 |
7 |
Il programma Coopstartup ha dato robustezza alla vostra idea originale di cooperativa |
1 |
1 |
1 |
12 |
6 |
Il programma Coopstartup vi ha fornito strumenti per strutturare il vostro business che prima non avevate |
0 |
1 |
7 |
7 |
6 |
Il programma Coopstartup vi ha messo in contatto con professionisti ed esperiti capaci d’illustrarvi come sviluppare il vostro progetto |
0 |
2 |
3 |
8 |
8 |
Tabella 3 – Valutazione specifica sulle conoscenze e competenze
Quali elementi considerate che il programma Coopstartup ha contribuito maggiormente nello sviluppo della vostra cooperativa durante il periodo di formazione? Considerando 1 “Per niente” e 5 “Molto” |
|||||
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
|
Posizionamento sul mercato |
0 |
2 |
10 |
4 |
5 |
Analisi del contesto |
0 |
6 |
7 |
5 |
3 |
Sviluppo Prodotto e/o servizio principale |
1 |
6 |
4 |
8 |
2 |
Marketing |
1 |
7 |
5 |
7 |
1 |
Reperimento delle risorse per sviluppare la cooperativa |
1 |
1 |
7 |
6 |
6 |
Gestione ed amministrazione |
0 |
1 |
6 |
11 |
3 |
Legislazione sull’area di competenza della cooperativa |
1 |
1 |
6 |
10 |
3 |
Sviluppo di relazioni con potenziali partner |
2 |
4 |
5 |
6 |
4 |
Gestione delle relazioni interne tra soci |
2 |
3 |
3 |
6 |
7 |
Miglioramento della governance della cooperativa |
0 |
2 |
6 |
8 |
5 |
Strategie per raggiungere il “Break-even” |
1 |
9 |
4 |
5 |
2 |
Dai risultati del sondaggio emerge come Coopstartup abbia avuto un importante impatto sulla formazione della cultura cooperativa dei partecipanti fornendo loro nozioni ed informazioni rilevanti per la loro crescita come cooperatori. Come emerso dalla sezione precedente, i partecipanti si affacciarono al programma con minime conoscenze e competenze sul modello cooperativo; è da loro riconosciuto come Coopstartup sia stato fautore dell’accrescimento della loro cultura cooperativa. Differentemente, sul fronte delle competenze più dirette per la gestione delle imprese, i risultati sono maggiormente distribuiti tra le gradazioni della scala Likert. Per quanto riguarda il posizionamento sul mercato, l’analisi del contesto, lo sviluppo del prodotto e/o servizio principale, il marketing e lo sviluppo di relazioni con potenziali partner le opinioni sono tiepide e tendenti ad una valutazione mediocre. È possibile suppore che buona parte dei partecipanti avesse una necessità formativa su questi fronti e che il programma sia stato di parziale beneficio per loro, ma che queste conoscenze e competenze fossero già in loro possesso per buona parte.
Successivamente all’opinione su ciò che è stato l’apporto ricevuto durante il programma di formazione, il questionario ha indagato quello che è stato l’impatto negli anni a seguire. La strutturazione dello strumento d’indagine era volta a mettere in condizioni gli ex partecipanti di dare una valutazione chiara cercando di far emergere anche le criticità del programma. Ad una prima valutazione generale, ovvero, se gli intervistati ritengono che le informazioni ricevute e le competenze sviluppate siano state utili nella gestione autonoma della loro cooperativa, 20 su 21 rispondono in maniera affermativa.
Tabella 4 – Ambiti su cui ha influito Coopstartup
Ambito |
|
Gestione ed amministrazione |
8 |
Legislazione sull’area di competenza della cooperativa |
6 |
Gestione delle relazioni interne tra soci |
5 |
Marketing |
5 |
Miglioramento della governance della cooperativa |
5 |
Reperimento delle risorse per sviluppare la cooperativa |
5 |
Analisi del contesto |
3 |
Reperimento delle risorse per sviluppare la cooperativa |
2 |
Sviluppo relazioni con potenziali partner |
2 |
Posizionamento sul mercato |
1 |
Strategie per raggiungere il “Break-even” |
1 |
Sviluppo Prodotto e/o servizio principale |
1 |
Le considerazioni qui riportate (le domande avevano possibilità di risposta multipla) riguardano gli effetti che gli insegnamenti e le competenze acquisite hanno prodotto nel corso degli anni successivi al programma, ovvero, come i cooperatori hanno fatto uso di questi ed in quali ambiti hanno trovato maggior bisogno e necessità. Rispetto ai risultati precedenti, emerge soprattutto le questioni inerenti alla comprensione della legislazione sull’area di competenza, la gestione della relazione con i soci, il marketing, il miglioramento della governance ed il reperimento di risorse. Rispetto alle altre aree invece si evince come vi sia stata autonomia nello sviluppo di compente e soluzioni.
Tabella 5 – Impatti post Coopstartup
Rispetto alle seguenti affermazioni quanto ti trovi in accordo considerando 1 come “Assolutamente in disaccordo” e 5 “Assolutamente d’accordo” |
|||||
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
|
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato a superare il periodo della pandemia |
2 |
6 |
5 |
6 |
2 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato a superare momenti di crisi economica |
3 |
1 |
9 |
7 |
1 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato a superare momenti di difficoltà inerenti ai rapporti interni tra soci |
1 |
2 |
10 |
6 |
3 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato a superare momenti di difficoltà con i partner esterni |
0 |
6 |
6 |
8 |
1 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato a creare nuovi prodotti e servizi |
3 |
4 |
5 |
6 |
3 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato ad allargare la base sociale |
3 |
5 |
5 |
7 |
1 |
Le informazioni ricevute e le competenze sviluppate ci hanno aiutato migliorare la nostra imprenditorialità |
1 |
2 |
4 |
10 |
4 |
Il supporto dopo il programma di formazione è stato d’aiuto |
0 |
1 |
3 |
9 |
8 |
Il supporto dopo il programma di formazione ci ha spesso assistito con alcune delle difficoltà incontrate |
1 |
1 |
8 |
5 |
6 |
Il supporto dopo il programma di formazione ci ha fornito delle risposte che ci hanno reso sempre più autonomi nella gestione della cooperativa |
0 |
2 |
4 |
7 |
8 |
Abbiamo richiesto l’intervento del supporto post-formazione molto di frequente |
2 |
6 |
9 |
3 |
1 |
Riteniamo che il supporto post-formazione non ci abbia aiutato adeguatamente |
11 |
4 |
3 |
2 |
1 |
Sebbene la parte principale del supporto di Coopstartup si concluda con la fine del programma, le cooperative possono comunque fare ricorso a sostegno individuale e momenti di confronto con i dirigenti locali per far fronte a problemi e difficoltà. La tabella 5 riporta le opinioni inerenti a come sono state utilizzate le informazioni e le competenze e se queste hanno avuto o meno un impatto; inoltre, sono aggiunte delle informazioni sul tema del supporto post programma ed una valutazione se questo sia stato utile o meno. Emerge come le informazioni ricevute durante la formazione siano state utili durante i momenti di difficoltà e come siano servite nella gestione dei rapporti interni ed esterni oltre ad un miglioramento del livello imprenditoriale dei cooperatori. Il supporto successivo al programma è ampiamente ritenuto utile ed efficace nell’affrontare le difficoltà che possono intervenire nei primi anni di gestione di un’impresa cooperativa. Nella valutazione richiesta nelle domande successive del questionario, la maggior parte delle cooperative (18) hanno evidenziato come abbiano richiesto almeno un paio di volte il supporto di Legacoop e dei formatori di Coopstartup. Tra le ragioni vi sono l’assistenza per questioni di gestione dell’impresa, l’aiuto per il reperimento di fondi, il supporto nello sviluppo di nuove relazioni strategiche o di strategie di marketing. Questo elemento di assistenza post-formazione risulta quindi essere molto importante nell’aiuto alle imprese nel migliorarsi e strutturarsi; nei fatti, 16 delle 18 cooperative che hanno chiesto assistenza dopo la formazione ritengono questo come un supporto che è stato utile. Il medesimo numero ritiene di aver accresciuto la propria autonomia gestionale a seguito dell’intervento.
Demoela nasce nel 2016 come risultato della partecipazione al bando Coopstartup Liguria del 2015; questa cooperativa è casa editrice dei propri giochi da tavolo con diversi prodotti che si sono caratterizzati sul mercato per la valorizzazione delle tradizioni ed i dialetti locali. Inizialmente, l’idea dei tre fondatori è stata quella di costruire un proprio gioco, un’intuizione nata durante una festa di Capodanno tra amici. L’embrione dell’impresa è stato quindi questo gioco e la ricerca di una casa editrice che lo producesse; il bando di Coopstartup ha dato loro la spinta a lanciarsi in un’impresa più strutturata costruendo la loro propria casa editrice e divenendo i produttori delle loro idee per i giochi.
Questo gruppo arrivò quindi alla selezione per il bando con un’idea chiara e precisa, forte anche di una formazione universitaria e professionale nel campo economico, i fondatori avevano quindi già una solida idea di business. Sebbene poco noto a loro, il modello cooperativo raccoglie il loro interesse e viene scelto come la forma giusta per la loro impresa.
“Non conoscevo bene la questione nel dettaglio, ma avevo idea che l’economia cooperativa poteva rispondere ad una mia ambizione di poter fare un capitalismo etico e sostenibile il più possibile, che non massimizza il profitto, ma la creazione di valore.”
L’occasione del bando è stata quindi quella di poter accedere al grant che ha permesso la copertura delle prime spese, da questa occasione, il gruppo ha però anche tratto molti insegnamenti sul modello cooperativo e beneficiato del supporto dei formatori. La seconda fase della formazione è ritenuta quella che ha dato il maggior apporto, con l’aiuto alla standardizzazione del prodotto e replicabilità del modello del gioco.
“Il supporto degli esperti è stato molto utile su pianificazione, business plan, controllo di gestione e marketing, oltre alle collaborazioni e sinergie.”
A seguito del programma, la cooperativa si è testata autonomamente sul mercato ridefinendo molto la propria idea e affinandola con il tempo. Nel 2018, Demoela aumenta la produzione con conseguente riduzione del costo unitario, portando la proposta dei giochi anche su altri territori come Milano, La Spezia, Cuneo, Novara, Pesaro e la Sardegna. Oggi offre un catalogo di oltre 60 titoli che spazia in diversi tipi di gioco da tavolo. Con il lancio nel 2020 dell’e-commerce, il mercato si è allargato in maniera consistente; come puntualizzato nell’intervista, le condizioni del lockdown hanno di molto favorito il mercato dei giochi in scatola e quindi anche la cooperativa. Successivamente al programma, la cooperativa ha usufruito del servizio di coaching con manager esperti su diversi temi per la gestione e crescita del business. Nel 2023, Demoela si è confrontata con una nuova sfida, lanciando i primi 4 giochi per entrare nel mercato tedesco e puntando quello francese ed americano per il futuro. Dall’intervista emerge come l’apporto sia stato soprattutto sul tema del far capire cos’è una cooperativa, non tanto sull’aumento delle capacità manageriali o di gestione dell’impresa che anzi erano già parte del bagaglio culturale dei fondatori.
Nata nel 2015 a seguito del bando Coopstartup Puglia 2014, questa cooperativa si pone come obiettivo gestione di immobili con finalità di accoglienza turistica e di progetti di social community housing. Ad oggi la cooperativa gestisce 400 appartamenti e si è consolidata nel proprio contesto di nascita, ovvero, Bari ed ha esportato il suo modello di gestione anche a Matera. Experience coniuga il servizio di affitto camere per brevi soggiorni con lo sviluppo di arredamenti di eco-design creati dalle collaborazioni con diversi artisti ed artigiani locali.
Alle origini di questa cooperativa vi era l’idea di tre fondatori di dare risposta ai bisogni degli studenti Erasmus di trovare alloggi nel capoluogo pugliese. Dopo la partecipazione al bando regionale “Principi attivi” ed una serie di altre candidature a competizioni per sviluppo di startup, il gruppo fonda una società in nome collettivo ed inizia la sua avventura. A seguito di un affinamento del proprio modello d’impresa, prima della partecipazione al programma, ed un ripensamento del proprio posizionamento sul mercato, guardando più ai turisti, il gruppo trova l’opportunità di Coopstartup e decide d’intraprendere questa strada convertendo la propria società in una cooperativa.
“Come snc, vi sono regole che non ci piacevano, come il fatto che chi ha maggior percentuale incide di più e che bisogna solo pensare al profitto. Ci è piaciuta l’idea della cooperativa perché portatrice di valori come l’orizzontalità e la democraticità utili anche per coinvolgere altri soci al fine di far contare tutti allo stesso modo.”
Di per sé questo gruppo arriva al bando avendo già ben chiaro la propria idea di business e come realizzarla dopo la prima esperienza imprenditoriale con gli studenti Erasmus. Quello che emerge però come innovativo ed interessante per loro sono i principi e le dinamiche della cooperazione.
Negli anni successivi al programma, Experience è cresciuta arrivando ad avere oggi 15 dipendenti; a lato degli spunti ricevuti da Coopstartup, molte delle scelte sono state frutto del pensiero dei cooperatori come l’introduzione dello smartwroking già prima della pandemia o la decisione di non mettere, per quanto possibile, i dipendenti in cassa integrazione durante i lockdown.
“Avevamo in testa di aver azzeccato tutto e avere il business plan giusto e poi arriva il covid e azzera tutto. Ci sono stati momenti difficili con noi soci in cassa integrazione e non i dipendenti, siamo andati a prendere prestiti in banca. Siamo usciti dai 2 anni di covid senza aver perso personale, appartamenti o entusiasmo e ora stiamo investendo più di prima, quindi è un’impresa riuscita.”
Nel corso degli anni hanno trovato molto utile e fruttuoso il potersi confrontare con i tanti esperti di Legacoop Puglia, attraverso la loro professionalità hanno potuto meglio strutturare la propria cooperativa. A lato di questo, la visione dei cooperatori ha portato ad altri risultati come le collaborazioni con gli artisti, le quali sono anche crescite. Ad oggi Experience offre anche possibilità di residenze per loro nelle proprie case al fine di abbellire queste con le opere degli invitati che rimangono come supplementi di arredo. Delle molte abitazioni che gestiscono, la maggior parte sono in comodato d’uso con contratto tra la cooperativa ed i proprietari, ma un appartamento è ora di loro proprietà.
La Multicoopter drone è una cooperativa innovativa che ha puntato sull’uso dei droni nel campo della topografia e delle ispezioni di sicurezza, introducendo un nuovo sistema nell’analisi tecnica di immobili e terreni nella sua regione (Umbria). Frutto dell’idea di 3 soci conosciutisi quasi per caso durante un corso, l’azienda nasce nel 2016 trovando nel bando Coopstartup di Unicoop Tirreno la possibilità di formalizzare l’idea e usufruire del grant a disposizione per coprire le prime spese. Il progetto originale, molto ampio, prevedeva l’utilizzo dei droni anche nel settore delle produzioni artistiche e videomaking, scelta poi abbandonata in seguito; in generale, l’occasione del bando spinge il gruppo ad interessarsi al modello cooperativo.
“Non conoscevamo all’epoca le varie tipologie di azienda e il modello della cooperativa veniva da noi prevalentemente associato solo all’ambito sociale.”
All’interno del programma Coopstartup il gruppo trova supporto per affinare la propria idea embrionale, mettere a punto un business plan efficace e un efficiente piano di sviluppo; nel mentre, i tre soci fondatori crescono imparando nuove abilità e competenze, anche attraverso il confronto diretto con esperti e altre cooperative. Proprio nel corso della formazione il gruppo scopre inoltre che l’impresa cooperativa è un modello perfettamente aderente ai lori ideali ed alla loro visione organizzativa del lavoro.
“La visione sulla gestione dell’azienda, agli inizi, era quella di dar tutti il massimo per l’impresa e quindi si sposava bene con i principi cooperativi. La nostra è una visione di squadra in cui nessuno va per conto suo ma tutti contribuiscono al risultato finale. Uniamo le forze quando serve, siamo un’unica forza all’interno della cooperativa.”
Terminata la fase di incubazione della startup e dopo le prime esperienze lavorative, il gruppo ha compreso che serviva identificare un campo più preciso e specifico in cui concentrarsi. Dopo i primi lavori fuori regione, i soci hanno sviluppato relazioni con il mondo cooperativo locale e con vari studi di professionisti, contribuendo alla catena produttiva di vari cantieri edili in relazione all’eco-bonus 110%.
“Il programma di Legacoop ci ha aiutato a meglio definirci; poi, ovviamente, siamo cresciuti affrontando il mercato, ma se non avessimo avuto la spinta di partenza che ci ha dato Coopstartup non penso saremmo andati lontano o forse non avremmo fatto impresa”.
Ad oggi la Multicoopter drone ha anche commesse di grossa portata in tutta Italia, opera nel settore delle energie rinnovabili, dei beni culturali e dell’ingegneria, mentre continua a sviluppare il business principale, centrato su servizi d’ispezioni e rilievi topografici.
“Sono già passati diversi anni da quando abbiamo iniziato, sembrano volati, e sebbene molte cose siano cambiate, e noi per primi siamo cambiati, non dimentichiamo da dove siamo partiti, né chi ci ha aiutato nelle difficoltà all’inizio, anzi ciò è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione, benché ci sia ancora tanta strada davanti a noi.”
Nel futuro, Multicoopter drone punta a destinare notevoli investimenti strategici utili per la crescita dell’azienda, quali un maggiore sviluppo online e l’eventuale ampliamento del proprio staff, anche acquisendo nuovi soci.
I risultati riportano il ruolo formativo che il programma ha avuto e gli effetti prodotti sulle capacità imprenditoriali delle persone coinvolte. Un primo dato che emerge con chiarezza è che Coopstartup rappresenta un importante strumento per la promozione dei valori dell’economia cooperativa. Sebbene l’attrazione principale per alcuni dei partecipanti sia stata la possibilità di accedere al grant per l’inizio delle attività della propria impresa, durante il programma i partecipanti hanno acquisito queste competenze e sviluppato la loro idea all’interno del modello cooperativo.
In prima istanza, i risultati confermano il ruolo di Coopstartup come strumento di azione di Legacoop, nel suo ruolo di meta-organizzazione (Maiolini & Giudici, 2023) nell’andare a proporre un proprio approccio allo sviluppo di una cultura cooperativa, oltre che nell’incentivare sperimentazioni di nuovi campi per il modello cooperativo.
Il secondo elemento che appare maggiormente rilevante dai risultati è il fatto che i valori cooperativi e delle nozioni di funzionamento della cooperazione sono gli elementi meno conosciuti dai partecipanti all’inizio del programma e considerati solo come l’elemento di maggior impatto educativo nel loro percorso. Come evidenziato da almeno 2 dei 3 casi studio, i proponenti arrivano con già un’idea di come sviluppare il prodotto e che tipo di strategia d’impresa adottare, ma è solo grazie a Coopstartup che traducono queste idee in un modello d’impresa, che in alcuni casi scoprono ex novo, come evidenziato dai risultati del questionario. Nei fatti, l’utilità del programma non è tanto quella di una formazione nell’ambito del management, quanto quella del trasmettere un modo di fare impresa differente. Sempre i dati dal questionario indicano come l’apporto del programma sia più incidente sulle loro conoscenze del modello e capacità di gestione di questo piuttosto che sugli ambiti di strategia del business (vedasi tabella 3 e 4). Ciò è coerente con quanto evidenzia anche Somerville (2007), ovvero che le cooperative si distinguono delle altre forme d’impresa in primis per i valori che queste danno al modo di fare business. Coopstartup ha quindi un effetto educativo e di trasmissione di questi valori che prima non erano considerati dai partecipanti e che invece, successivamente, essi scoprono e ritengono in linea con i propri principi personali. Il modello cooperativo è scelto perché permette di organizzare un’impresa intorno ad un progetto collettivo di più persone potendone poi coinvolgere altre al pari livello dei fondatori. Come evidenziato da Duguid et al. (2015), questo modello permette di massimizzare la partecipazione democratica e strutturare un progetto collettivo al fine di raggiungere una finalità comune e condivisa.
Come indicano Noble e Ross (2021), l’identità cooperativa è il primo e più importante tratto da trasmettere ai nuovi cooperatori come elemento di definizione che deve essere dato all’impresa e quindi sostenuto con i dovuti strumenti. Sebbene l’intento del programma di Coopstartup sia di un pratico accompagnamento ai nuovi cooperatori, questo diviene una iniziativa di educazione informale ai valori cooperativi. In questo senso, soprattutto nella fase di accompagnamento post-programma con possibilità di attivare richieste di supporto, Coopstartup diviene strumento di crescita per mezzo del fare cooperazione con pratiche di crescita collettiva (Woodin, 2011) oltre che di educazione condivisa e cooperativa (Woodin, 2014) attraverso i momenti annuali di ritrovo e confronto.
A questo si aggiunge la capacità di Coopfond di creare una comunità di pratiche che annualmente si riunisce a confronto con i vari partecipanti alle edizioni passate. Da alcuni degli intervistati questo è visto come un elemento essenziale per la crescita di una rete di contatti fondamentali oltre che per un confronto costante tra pari al fine d’imparare delle esperienze altrui. Come indicano Schugurensky et al. (2013), sono proprio questi tipi di rapporti che configurano un'altra importante dinamica di educazione ed apprendimento informale tra cooperatori e che permette di accrescere le competenze di chi può imparare solo attraverso l’esperienza ad essere cooperatore.
In generale, la valutazione dell’esperienza dei cooperatori che sono passati per Coopstartup non si focalizza tanto sulle nozioni e le competenze di gestione dell’impresa in senso stretto (posizionamento sul mercato, l’analisi del contesto, lo sviluppo del prodotto e/o servizio principale, il marketing e lo sviluppo di relazioni con potenziali partner), che anzi sono state acquisite pre-programma o sviluppate successivamente in maniera autonoma per buona parte delle cooperative (si vedano anche i casi studio). Il principale tema che emerge come peculiare dell’esperienza Coopstartup è l’acquisizione dei valori e dei concetti relativi al modello cooperativo.
Rispetto agli esempi internazionali riportati nella prima parte, Coopstartup attiva dei gruppi locali di cooperatori che hanno la possibilità di conoscersi fra di loro per poi coltivare le relazioni tra le diverse cooperative nel corso degli anni anche grazie agli eventi annuali organizzati da Coopfond. Rispetto agli altri casi, che forniscono un’assistenza a sportello, corsi online o materiali informativi come dei manuali, Coopstartup attiva un processo di accompagnamento, di formazione tra pari e possibilità di avvalersi di un catalogo di esperti per ritagliarsi ad hoc consulenze in base alle proprie necessità.
Coopstartup agisce con l’intento di supportare potenziali nuovi cooperatori con la trasmissione di sapere e supporto diretto da parte di esperti del settore con nozioni tecniche quali la creazione di business model e canva, strategie di marketing, design dei prodotti e dei servizi oltre che posizionamento sul mercato. Il programma ha però principalmente il merito di un’educazione informale ai valori cooperativi, i quali divengono propri di persone che, all’inizio del programma, non hanno conoscenza né basi esperienziali di cosa sia la cooperazione. Differentemente, le competenze e capacità gestionali sono già proprie di chi si affaccia al programma, alla ricerca di opportunità di crescita e quindi attivato dalla possibilità di un “seed-grant” per iniziare l’impresa. Coopstartup è quindi un agente di educazione al modello cooperativo seppur non codificato come tale, ovvero, in termini di un corso di formazione o parte di un curriculum accademico come avviene in molte altre parti del mondo, soprattutto nell’area anglosassone. Questa specifica iniziativa italiana rappresenta quindi un importante caso studio per il mondo cooperativo perché coniuga la fornitura di risorse in forma di finanziamento per la fase di start-up con l’assistenza ed il supporto di esperti ad hoc sui temi di costruzione dell’impresa. Quel che emerge dai risultati è che i principali elementi acquisiti dai partecipanti sono i valori cooperativi, più che la definizione dell’idea del loro business e dei prodotti e servizi che vogliono commercializzare. È quindi possibile affermare che il programma assolve al compito datogli da Legacoop e Coopfond per conto del loro mandato di attuatori di strategie di crescita del movimento cooperativo al fine di divulgare i valori di questo ed esplorare possibili nuovi campi di applicazione del modello d’impresa cooperativa.
DOI: 10.7425/IS.2024.03.08
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L’autore è stato ingaggiato da Coopfond S.r.l. per condure uno studio di valutazione del programma Coopstartup. Al fine di divulgare i dati raccolti e condividere le conclusioni dello studio si è deciso, di comune accordo con il committente, di produrre il presente articolo. Sebbene frutto di un lavoro su commissione, il presente lavoro è opera scientifica in quanto segue una precisa metodologia esplicata nell’apposita sezione. L’autore non è stato influenzato dal committente nel definire il valore dei risultati dell’indagine o nella produzione del presente articolo.
La presente ricerca è stata finanziata da Coopfond S.r.l. soggetto attuatore del programma Coopstartup
[1] https://www.linkedin.com/pulse/startup-coop-framework-investments-floris-van-hoogenhuyze/
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