La relazione tra la dimensione e la redditività d’impresa rappresenta una tematica ampiamente dibattuta nella letteratura economica (Sala-Ríos, 2023). Generalmente, il rapporto che viene identificato tra queste due variabili è di tipo causale ed è riconducibile alla definizione del modo in cui (se e quanto) la prima variabile (dimensione) influisce sulla seconda (la redditività). I diversi studi che sono stati condotti pervengono, tuttavia, a risultati contrastanti. Alcuni contributi identificano una relazione positiva (Budisaptorini et al., 2019; Nanda e Panda, 2018; Isik et al., 2017; Doğan, 2013), attribuendo questo effetto ad una pluralità di fattori, tra cui l’emergere di economie di scala (Alarussi e Alhaderi, 2018), mentre altre ricerche individuano una relazione negativa o almeno una sostanziale indipendenza tra i due fenomeni (Gharaibeh e Khaled, 2020; Işık, 2017).
Concentrando l’attenzione sulle imprese cooperative, è possibile affermare che, anche in relazione a questo particolare modello d’impresa, esiste una molteplicità di ricerche volte ad investigare l’esistenza o meno di una relazione tra dimensione e redditività. Larga parte degli studi si concentra sulle cooperative agricole (Meliá-Martí et al., 2024; Liang et al., 2023; Pokharel et al. 2020) queste realtà, tuttavia, operano secondo logiche particolari non confrontabili con le altre tipologie di impresa cooperativa. Altre ricerche, invece, affrontano il problema in un’ottica più ampia, trattando il modello cooperativo in generale ed evidenziando come la redditività, in questa particolare tipologia di impresa, non possa essere definita esclusivamente dai tradizionali indicatori di performance economico-finanziaria ma debba esprimersi in termini di benefici complessivi, ovvero di capacità dell’impresa di creare e distribuire valore per tutti gli stakeholders (Calabrese e Falavigna, 2024; Zimnoch e Mazur, 2018; Balaguer e Castellano, 2012).
Cosa accade se si considera l’esperienza delle imprese sociali e, in particolare, delle cooperative sociali che, per loro stessa natura, esaltano la dimensione multi-stakeholder e sono maggiormente legate ai loro territori di appartenenza? In altri termini, esiste una relazione (e di che natura) tra la dimensione e la redditività delle cooperative sociali? Questa domanda non ha trovato sino ad ora una chiara risposta e costituisce un gap presente nella letteratura. La dimensione che risulta maggiormente esplorata è rappresentata, invece, dalla definizione dell’indicatore che potrebbe essere ritenuto più adatto a definire la redditività aziendale. Sotto questo aspetto, studi recenti individuano il valore aggiunto come “variabile ideale” in quanto grandezza economica in grado di rappresentare il valore complessivo generato dalle cooperative sociali per i propri stakeholders (Corsi e Broglia, 2024; Montrone e Poledrini, 2020). Altre ricerche propongono, invece, indicatori diversi, appositamente elaborati ed aventi l’obiettivo di rappresentare la complessità della gestione di queste imprese (Costa et al., 2012). Seguendo questi filoni di indagine, è possibile sostenere che le cooperative sociali rappresentano imprese che non hanno come fine la massimizzazione del profitto degli azionisti ma sono impegnate nel perseguire il benessere generale della comunità. Per questa ragione, le performance delle cooperative sociali non devono essere valutate analizzando in modo esclusivo la capacità di produrre utili (Bernardoni, 2008; Travaglini, 1997). L’utile, inoltre, non descrive in modo esaustivo la redditività delle cooperative sociali, poiché come le altre tipologie di impresa cooperativa, possono remunerare i soci attraverso il ristorno distribuito in proporzione allo scambio mutualistico esistente nell’esercizio tra socio e cooperativa (Zamagni e Zamagni, 2008). L’utile d’impresa, tuttavia, costituisce un parametro significativo per valutare la capacità delle cooperative sociali di consolidare il patrimonio netto e di realizzare investimenti nel medio e lungo termine, anche in considerazione del fatto che nelle imprese cooperative l’utile è indivisibile. A differenza delle società di capitali, le cooperative sociali devono rispettare, infatti, dei limiti stringenti nella distribuzione dell’utile netto ai soci sotto forma di dividendi (Borzaga e Fazzi, 2011). Per questo motivo, una limitata capacità delle cooperative sociali di produrre utili ha effetti significativi anche sulla dimensione patrimoniale e sulla loro progettualità strategica (Borzaga, 2015).
Negli ultimi anni, diverse analisi hanno evidenziato una ridotta capacità delle cooperative sociali di generare utili. Un recente studio (Bernardoni, Picciotti 2023) focalizzato sulle cooperative sociali di inserimento lavorativo ha confermato questa tendenza, facendo inoltre emergere che l’utile delle cooperative sociali di inserimento lavorativo, negli anni a cavallo della pandemia da Covid 19, ha seguito un andamento inversamente proporzionale alla dimensione di impresa. Le cooperative sociali delle classi dimensionali più grandi hanno fatto registrare, infatti, un utile netto percentuale inferiore rispetto alle cooperative sociali appartenenti alle classi dimensionali più piccole.
In questo lavoro, considerando un campione rappresentativo di imprese, estratto dalla banca dati Orbis della Bureau van Dijk, si intende approfondire questa tematica, verificando se e in quale misura la tendenza appena evidenziata trova conferma nel triennio 2021-2023, sia per le cooperative sociali di inserimento lavorativo che per quelle che erogano servizi di welfare.
Questo studio prosegue il lavoro condotto dagli autori sulla redditività delle cooperative sociali (Bernardoni e Picciotti, 2023), ampliando il campione di indagine in cui vengono incluse tutte le cooperative sociali italiane, indipendentemente dalla loro attività, e considerando un diverso e più recente periodo di osservazione.
Da un punto di vista metodologico, l’indagine della relazione tra dimensione e redditività delle cooperative sociali ha condotto alla realizzazione di una ricerca di natura quantitativa, basata su un approccio metodologico consolidato. La fase iniziale di questo lavoro ha previsto la costruzione del campione di analisi. Come appena evidenziato, sono state considerate non solo le cooperative sociali di inserimento lavorativo ma anche quelle che forniscono servizi di welfare. In particolare, le imprese sono state identificate attraverso i dati contenuti nella banca dati Orbis della Bureau Van Dijk. Nella consultazione di questa banca dati, sono stati dapprima stabiliti i criteri iniziali di ricerca e di selezione, costituiti dallo stato giuridico dell’impresa (impresa attiva), dal territorio (Italia) e dalla forma giuridica nazionale (Società cooperativa consortile, Società cooperativa a responsabilità limitata - SCARL, Società cooperativa a responsabilità limitata per azioni - SCARLPA, Piccola Società cooperativa a responsabilità limitata - SCARL, Società cooperativa a responsabilità illimitata - SCARI, Cooperativa sociale). Anche in questo caso, la motivazione che ha condotto ad includere una pluralità di forme giuridiche deriva dal fatto che, a seguito di diversi tentativi, è stato riscontrato che molte cooperative sociali non venivano classificate come tali ma veniva assegnata loro una forma giuridica diversa (sempre cooperativa, ma non sociale). In altri termini, si conferma l’esistenza, se non addirittura l’ampliamento, del bug presente nella banca dati che determina un’erronea classificazione delle imprese e una sottostima del campione, nel momento in cui viene utilizzato il solo criterio di ricerca della forma giuridica. Al termine di questa attività sono state individuate 16.972 cooperative. A queste imprese, sono state progressivamente sottratte quelle che non presentavano i requisiti necessari per poter essere incluse nel campione (Tab. 1). Inizialmente, sono state eliminate le cooperative non sociali, ovvero che non presentavano il termine sociale all’interno della loro denominazione (11.747); successivamente, quelle che non avevano finalità sociale, come ad esempio le cooperative con chiara finalità agricola (290); i consorzi e le società consortili (232); infine, quelle che non avevano i bilanci aggiornati, ovvero con dati anteriori al 2022 (477). In questo modo, è stato possibile pervenire ad un campione finale costituito da 1.212 imprese
Nella seconda fase, le imprese incluse nel campione sono state distinte e raggruppate in termini territoriali (macroregioni), settoriali, distinguendo tra cooperative sociali operanti nei servizi di welfare e cooperative sociali di inserimento lavorativo e, infine, in termini dimensionali, ovvero per classi del valore della produzione. Sotto quest’ultimo aspetto, la classificazione utilizzata ha previsto una scala di valori parzialmente diversa, con l’aggiunta per le cooperative sociali di welfare, di una classe più elevata (maggiore di 40 milioni), data la verosimile esistenza di realtà aziendali aventi dimensioni più elevate.
Tab. 1 – Il processo di identificazione del campione di imprese
Imprese |
N. |
Imprese individuate (Società cooperativa consortile, Società cooperativa a responsabilità limitata - SCARL, Società cooperativa a responsabilità limitata per azioni - SCARLPA, Piccola Società cooperativa a responsabilità limitata - SCARL, Società cooperativa a responsabilità illimitata - SCARI, Cooperativa sociale) |
16.972 |
- Imprese non sociali (imprese che non venivano classificate come Cooperativa sociale o che non presentavano il termine sociale nella loro denominazione) |
-11.747 |
|
5.225 |
- Imprese che svolgono attività agricola in cui la socialità è da intendersi come aggregazione e non come finalità (cantine sociali, latterie sociali, caseifici sociali, oleifici sociali, stalle sociali) |
-290 |
|
4.935 |
- Consorzi e società consortili |
-232 |
|
4.703 |
- Imprese con bilanci di anni precedenti (dal 2012 al 2021) |
-477 |
Imprese totali |
4.226 |
Infine, nella terza ed ultima fase si è proceduto all’elaborazione dei dati. Sotto questo aspetto, considerando anche le evidenze presenti in letteratura (Costa et al., 2012), sono stati predisposti diversi indicatori, riferiti ad aspetti di natura:
Il campione considera complessivamente 4.226 cooperative sociali che rappresentano il 30,18% delle cooperative sociali che hanno depositato il bilancio relativo al 2022, ed è formato da 3.022 cooperative sociali che operano nei servizi di welfare (CSW) e 1.204 cooperative sociali impegnate prevalentemente nell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate (CSIL).
Tab. 1 Le cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW) per classe di valore della produzione e macroarea geografica (val. assoluti, anno 2022)
Classi di VP |
Nord Ovest |
Nord Est |
Centro |
Sud e Isole |
Totale |
< 1 milione |
169 |
142 |
145 |
579 |
1.035 |
1 - 2,5 milioni |
342 |
230 |
163 |
305 |
1.040 |
2,5 - 5 milioni |
178 |
124 |
77 |
115 |
494 |
5 - 10 milioni |
99 |
57 |
60 |
55 |
271 |
10 - 40 milioni |
64 |
42 |
31 |
10 |
147 |
> 40 milioni |
11 |
16 |
8 |
- |
35 |
Totale |
863 |
611 |
484 |
1064 |
3.022 |
Tab. 2 Le cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL) per classe di valore della produzione e macroarea geografica (val. assoluti, anno 2022)
Classi di VP |
Nord Ovest |
Nord Est |
Centro |
Sud e Isole |
Totale |
< 1 milione |
126 |
78 |
67 |
163 |
434 |
1 - 2,5 milioni |
165 |
113 |
69 |
113 |
460 |
2,5 - 5 milioni |
68 |
58 |
32 |
19 |
177 |
5 - 10 milioni |
32 |
30 |
19 |
7 |
88 |
> 10 milioni |
15 |
21 |
9 |
- |
45 |
Totale |
406 |
300 |
196 |
302 |
1.204 |
Le cooperative sociali che operano nei servizi di welfare sono state suddivise in 6 classi dimensionali. Le imprese con un valore della produzione inferiore a 1 milione di euro sono 1.035, quelle con un valore della produzione compreso tra 1 e 2,5 milioni sono 1.040 mentre nella classe dimensionale tra 2,5 e 5 milioni di euro si collocano 494 imprese. Le cooperative sociali con un valore della produzione compreso tra i 5 e 10 milioni di euro sono 271, quelle nella classe dimensionale da 10 a 40 milioni sono 147 mentre le cooperative con più di 40 milioni di euro di valore della produzione sono 35, di cui 11 localizzate nel Nord Ovest, 16 nel Nord Est e 8 nelle regioni del Centro.
Le cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL) sono state suddivise in 5 classi dimensionali. Rispetto alle CSW, non è stata utilizzata la classe dimensionale superiore ai 40 milioni di euro perché nel campione il numero delle CSIL con un valore della produzione così elevata si presentava estremamente ridotto. Delle 1.204 CSIL, 434 hanno un valore della produzione inferiore a 1 milione di euro, 460 sono comprese nella classe dimensionale 1-2,5 milioni, 177 in quella tra 2,5-5 milioni, 88 hanno un valore della produzione tra 5 e 10 milioni di euro e 45 cooperative hanno un valore della produzione superiore ai 10 milioni di euro.
Graf. 1 Le cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW) per classe di valore della produzione e macroarea geografica
Alcune considerazioni specifiche possono essere avanzate in relazione alla distribuzione territoriale delle imprese. In generale, le cooperative sociali di minore dimensione sono maggiormente presenti nelle regioni meridionali. Queste rappresentano il 54% delle cooperative sociali che hanno sede in questa macro-area, sia nel comparto dei servizi di welfare che nell’inserimento lavorativo (dato estremamente più elevato rispetto alla media nazionale). All’opposto, le imprese di maggiori dimensioni, con un valore della produzione maggiore di 40 milioni (CSW) e di 10 milioni (CSIL), denotano una frequenza più elevata nelle regioni del Nord est (2,6% delle cooperative sociali di welfare e 7% delle cooperative sociali di inserimento lavorativo).
Graf. 2 Le cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL) per classe di valore della produzione e macroarea geografica
Complessivamente, considerando congiuntamente la dimensione delle imprese e la loro distribuzione territoriale, è possibile pervenire ad un quadro sintetico, in base al quale le macroaree in cui sono presenti realtà più strutturate sono, nell’ordine, Nord est, Centro, Nord ovest e, infine, Sud.
Il lavoro di ricerca ha messo in evidenza che nel periodo esaminato (2020-2022) le cooperative sociali hanno fatto registrare una crescita della dimensione media, sia in termini di valore della produzione che in termini di dipendenti.
Tab. 3 La dimensione media delle cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
Valore della produzione medio (migliaia di euro) |
Dipendenti medi (unità) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
587 |
535 |
474 |
27 |
25 |
20 |
1 - 2,5 milioni |
1.584 |
1.432 |
1.265 |
40 |
39 |
38 |
2,5 - 5 milioni |
3.541 |
3.183 |
2.782 |
92 |
88 |
86 |
5 - 10 milioni |
6.972 |
6.363 |
5.635 |
193 |
188 |
183 |
10 - 40 milioni |
16.157 |
14.665 |
12.877 |
433 |
413 |
397 |
> 40 milioni |
81.845 |
74.909 |
68.281 |
2.248 |
2.213 |
2.238 |
Totale |
3.684 |
3.348 |
3.013 |
103 |
99 |
97 |
Tab. 4 La dimensione media delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
Valore della produzione medio (migliaia di euro) |
Dipendenti medi (unità) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
570 |
519 |
447 |
29 |
22 |
23 |
1 - 2,5 milioni |
1.552 |
1.350 |
1.142 |
38 |
37 |
36 |
2,5 - 5 milioni |
3.515 |
3.113 |
2.618 |
86 |
84 |
76 |
5 - 10 milioni |
7.050 |
6.462 |
5.563 |
173 |
171 |
160 |
> 10 milioni |
17.040 |
15.568 |
13.039 |
420 |
399 |
384 |
Totale |
2.467 |
2.241 |
1.896 |
66 |
62 |
60 |
Il valore della produzione medio delle CSW è passato da 3 milioni di euro nel 2020 a circa 3,7 milioni nel 2022, mentre il numero di dipendenti medio è passato da 97 a 103 unità. In modo analogo, anche le CSIL hanno fatto registrare, nel periodo esaminato, una crescita media, seppur in misura inferiore, in termini di valore della produzione medio (passato da 1,9 milioni nel 2020 ad oltre 2 milioni nel 2022) e di numero medio di dipendenti (da 60 nel 2020 a 66 nel 2022).
L’analisi dell’incidenza del costo del lavoro e del costo del lavoro pro-capite delle CSW permette di mettere in evidenza alcune tendenze:
Tab. 5 Il costo del lavoro delle cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
Costo del lavoro/VP (%) |
Costo del lavoro pro-capite (migliaia di euro) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
65,8 |
64,7 |
63,4 |
14,2 |
14,2 |
15,5 |
1 - 2,5 milioni |
58,6 |
59,6 |
60,4 |
23,5 |
22,1 |
20,1 |
2,5 - 5 milioni |
61,2 |
62,5 |
63,2 |
23,7 |
22,9 |
20,6 |
5 - 10 milioni |
64,0 |
65,0 |
64,3 |
23,4 |
22,1 |
20,1 |
10 - 40 milioni |
63,9 |
64,4 |
64,3 |
24,0 |
22,9 |
20,8 |
> 40 milioni |
65,2 |
66,5 |
66,9 |
23,7 |
22,5 |
20,4 |
Totale |
63,1 |
64,1 |
64,2 |
22,8 |
21,8 |
20,1 |
Tab. 6 Il costo del lavoro delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
Costo del lavoro/VP (%) |
Costo del lavoro pro-capite (migliaia di euro) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
64,6 |
62,6 |
65,2 |
13,0 |
15,2 |
13,3 |
1 - 2,5 milioni |
52,1 |
53,3 |
54,2 |
21,2 |
19,6 |
17,6 |
2,5 - 5 milioni |
53,7 |
54,4 |
55,9 |
22,0 |
20,2 |
19,2 |
5 - 10 milioni |
53,6 |
54,7 |
54,7 |
22,2 |
20,9 |
19,2 |
> 10 milioni |
57,3 |
58,8 |
58,5 |
23,8 |
22,9 |
19,9 |
Totale |
55,2 |
56,0 |
56,7 |
20,9 |
20,3 |
18,2 |
Allo stesso modo, l’analisi dell’incidenza del costo del lavoro e del costo del lavoro pro-capite delle CSIL permette di definire alcune tendenze emergenti:
Analizzando il livello di redditività delle cooperative sociali italiane è possibile osservare due aspetti estremamente rilevanti:
Tab. 7 L’Ebit e l’utile delle cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
EBIT/VP (%) |
Utile/VP (%) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
1,1 |
1,8 |
2,0 |
0,2 |
1,0 |
1,2 |
1 - 2,5 milioni |
2,1 |
2,5 |
1,2 |
1,1 |
1,6 |
0,4 |
2,5 - 5 milioni |
2,1 |
2,6 |
1,5 |
1,2 |
1,8 |
0,7 |
5 - 10 milioni |
1,9 |
1,8 |
1,4 |
1,1 |
1,1 |
0,6 |
10 - 40 milioni |
1,1 |
1,4 |
0,8 |
0,1 |
0,7 |
0,0 |
> 40 milioni |
1,2 |
1,4 |
0,5 |
0,3 |
0,6 |
-0,2 |
Totale |
1,6 |
1,9 |
1,1 |
0,7 |
1,1 |
0,3 |
Analizzando le CSW nel 2022 l’utile medio è stato pari allo 0,7%; le cooperative con un valore della produzione > 40 milioni hanno un utile medio pari allo 0,3% mentre quelle della classe dimensionale 2,5-5 milioni hanno realizzato un utile medio dell’1,2%. Le CSW di dimensioni medie hanno realizzato un utile medio 4 volte superiore a quello delle CSW di dimensioni grandi.
Tab. 8 L’Ebit e l’utile delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
EBIT/VP (%) |
Utile/VP (%) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
0,7 |
2,9 |
1,7 |
-0,2 |
2,2 |
1,0 |
1 - 2,5 milioni |
2,7 |
3,4 |
2,0 |
1,8 |
2,5 |
1,2 |
2,5 - 5 milioni |
2,1 |
2,6 |
1,5 |
1,6 |
1,9 |
0,7 |
5 - 10 milioni |
1,9 |
2,4 |
0,8 |
1,0 |
1,4 |
-0,1 |
> 10 milioni |
1,2 |
1,9 |
0,3 |
0,6 |
1,1 |
-0,4 |
Totale |
1,9 |
2,6 |
1,2 |
1,1 |
1,7 |
0,4 |
La stessa tendenza è stata registrata dalle CSIL. Infatti, nel 2022, l’incidenza dell’utile di queste cooperative è stato, in media, dell’1,1%. Le imprese con un valore della produzione superiore ai 10 milioni hanno un’incidenza media dell’utile dello 0,6% mentre quelle appartenenti alla classe dimensionale 1-2,5 milioni hanno registrato un’incidenza dell’utile pari all’1,8%. Nella classe successiva (2,5-5 milioni), tale incidenza si colloca all’1,6%. I dati evidenziano, pertanto, che anche le CSIL di grandi dimensioni hanno una ridotta capacità di generare utili, significativamente inferiore a quella delle CSIL di dimensioni medie. Le CSIL di medie dimensioni hanno realizzato, infatti, un utile medio tre volte superiore a quello delle CSIL di grandi dimensioni.
Graf. 3 L’utile delle cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW)
Graf. 4 L’utile delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL)
Infine, analizzando la dimensione patrimoniale, i dati relativi alle immobilizzazioni e al livello di patrimonializzazione delle cooperative sociali aiutano a completare la fotografia della cooperazione sociale italiana
Tab. 9 Le immobilizzazioni e il patrimonio netto delle cooperative sociali nei servizi di welfare (CSW)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
IMM/Attivo (%) |
PN/Attivo (%) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
38,9 |
32,1 |
32,3 |
28,9 |
34,1 |
34,5 |
1 - 2,5 milioni |
30,6 |
30,9 |
31,1 |
29,9 |
30,7 |
31,0 |
2,5 - 5 milioni |
34,5 |
35,5 |
36,1 |
31,5 |
32,0 |
31,6 |
5 - 10 milioni |
31,1 |
31,1 |
31,8 |
28,3 |
28,6 |
28,6 |
10 - 40 milioni |
37,4 |
37,1 |
38,1 |
27,3 |
27,0 |
26,8 |
> 40 milioni |
41,4 |
41,4 |
41,2 |
24,1 |
24,2 |
24,3 |
Totale |
35,9 |
35,5 |
36,0 |
27,9 |
28,6 |
28,5 |
Tab. 10 Le immobilizzazioni e il patrimonio netto delle cooperative sociali di inserimento lavorativo (CSIL)
Classi dimensionali (valore della produzione) |
IMM/Attivo (%) |
PN/Attivo (%) |
||||
2022 |
2021 |
2020 |
2022 |
2021 |
2020 |
|
< 1 milione |
26,6 |
28,6 |
27,4 |
27,0 |
28,3 |
29,0 |
1 - 2,5 milioni |
32,3 |
32,0 |
32,5 |
31,3 |
31,3 |
31,1 |
2,5 - 5 milioni |
31,6 |
31,5 |
33,7 |
27,1 |
27,9 |
28,2 |
5 - 10 milioni |
33,3 |
33,6 |
35,6 |
25,8 |
25,8 |
25,7 |
> 10 milioni |
35,8 |
36,9 |
36,8 |
37,4 |
41,7 |
42,0 |
Totale |
32,6 |
33,1 |
33,9 |
30,3 |
31,7 |
31,9 |
In particolare, considerando le CSW, è possibile affermare che:
Considerando, invece, la situazione della cooperazione sociale di inserimento lavorativo, si evince che:
Il lavoro conferma l’esistenza di un problema generalizzato di redditività per le cooperative sociali già evidenziato in altri studi (Bernardoni, Picciotti 2023). Quali sono le cause di questo fenomeno? E soprattutto, quali sono le possibili soluzioni che le cooperative potrebbero perseguire?
L’andamento della redditività è, inoltre, collegato alla dimensione delle imprese: al crescere delle dimensioni medie la redditività diminuisce mentre si presenta più elevata per le classi dimensionali intermedie. Questa evidenza si pone in netta contrapposizione con la narrazione dominante che sostiene, oramai da diversi anni, la necessità della crescita dimensionale per incrementare la produttività delle imprese, da perseguire per vie interne (aumento delle aggiudicazioni dei servizi e relativa espansione territoriale, crescita del fatturato, della quota di mercato, ecc.) oppure, alternativamente o congiuntamente, per vie esterne (fusioni, acquisizioni, ecc.).
La crescita dimensionale è uno degli obiettivi delle politiche industriali del Paese e rappresenta, anche, uno degli obiettivi perseguiti dalle principali associazioni di rappresentanza delle imprese cooperative. Per questo motivo le policy che incentivano la crescita, le fusioni e le integrazioni appaiono, ad una prima analisi, lungimiranti. Alla base di queste politiche vi è la convinzione che attraverso le economie di scala le cooperative, crescendo dimensionalmente, possano aumentare i livelli di efficienza organizzativa, efficacia gestionale e redditività. I dati delle cooperative sociali italiane confutano questa convinzione e pongono alcuni interrogativi: quali sono le spiegazioni plausibili della differenza di redditività tra cooperative con dimensioni medie e grandi? Questo fenomeno è determinato dalle caratteristiche distintive delle cooperative sociali o può essere attribuito ad altri fattori? Dipende dalla tipologia dei servizi offerti? È legato alla dimensione valoriale ed allo schema di incentivi e di remunerazioni dei soci e dei lavoratori che può variare al crescere della dimensione di impresa?
La letteratura sulla cooperazione sociale ha evidenziato i vantaggi competitivi di questa forma di impresa rispetto alle imprese tradizionali e alle organizzazioni pubbliche (Borzaga, Fazzi 2011; Borzaga, Galera 2023). La ricerca delle economie di scala può ridurre questi vantaggi competitivi senza consentire sufficienti guadagni di produttività?
I dati mostrano come la crescita dimensionale delle cooperative sociali è associata ad un incremento dell’incidenza del costo del lavoro sul valore della produzione; in settori ad alta intensità di lavoro la ricerca delle economie di scala può risultare inefficace in quanto il costo unitario di produzione di un servizio è, nella gran parte dei casi, costante e non decresce all’aumentare delle dimensioni dell’impresa. Un’ora di assistenza domiciliare erogata ad una persona anziana ha un costo standardizzato e non si possono realizzare significativi guadagni di produttività nell’erogazione del servizio. I guadagni di produttività potrebbero essere realizzati, al contrario, ripensando le modalità di erogazione del servizio e mobilitando gli attori e le risorse del territorio, quindi utilizzando strategie alternative a quelle fondate sulle economie di scala.
Infine, la crescita dimensionale, oltre a non trovare un adeguato riscontro nella redditività, sembra essere basata su logiche di tipo finanziario. In altri termini, l’aumento delle immobilizzazioni che rappresenta uno dei requisiti per la crescita, trova solo una parziale copertura nella patrimonializzazione delle imprese. Questa situazione apre un duplice fronte di riflessioni:
Concludendo queste prime riflessioni, è giusto chiedersi se ci potrebbero essere le condizioni per un’inversione di tendenza e per un ripensamento strategico delle traiettorie di sviluppo della cooperazione sociale fondate sulla valorizzazione degli elementi distintivi e sui vantaggi competitivi tipici di questa forma di impresa sociale, immaginando nuove strategie di sviluppo non più fondate sulle economie di scala e sulla standardizzazione degli interventi ma sulle economie di rete e sulla valorizzazione delle risorse presenti nelle comunità.
Sono questi alcuni interrogativi aperti che, se condivisi, potrebbero costituire la base per sviluppare un nuovo dibattito sulla natura e il ruolo della cooperazione sociale in Italia.
DOI: 10.7425/IS.2024.03.03
Alarussi, A. S., & Alhaderi, S. M. (2018). Factors affecting profitability in Malaysia. Journal of Economic Studies, 45(3), 442-458.
Balaguer, J. I. G., & Castellano, C. J. P. (2012). The different conception of economic profit in cooperatives. Journal of Co-Operative Accounting and Reporting, 1(1), 29.
Bernardoni A. (2008), Imprese cooperative sociali, Maggioli, Rimini.
Bernardoni A. e Picciotti A. (2023), Le cooperative sociali di inserimento lavorativo in Italia: settori di intervento e dinamiche economico-patrimoniali, Impresa Sociale, n. 4.
Borzaga C. (2015), (a cura di) Economia Cooperativa. Rilevanza, evoluzione e nuove frontiere della cooperazione italiana, Terzo Rapporto, Euricse, Trento.
Borzaga C. e Galera G. (2023), La rivoluzione dell’impresa sociale, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Milano.
Borzaga C. e Fazzi L. (2011), Le imprese sociali, Carocci, Roma.
Budisaptorini, A. T., Chandrarin, G., & Assih, P. (2019). The effect of company size on company profitability and company value: The case of manufacturing companies. International Journal of Economics and Business Administration, 7(2), 251-256.
Calabrese, G. G., & Falavigna, G. (2024). Do social cooperatives stimulate social change? An investigation on Italian firms based on DEA-Malmquist approach. Technological Forecasting and Social Change, 199, 123016.
Corsi, C., & Broglia, A. (2024). Financial performance and company size: The informative power of value added in Italian social cooperatives. SINERGIE, 42(2), 207-231.
Costa, E., Andreaus, M., Carini, C., & Carpita, M. (2012). Exploring the efficiency of Italian social cooperatives by descriptive and principal component analysis. Service Business, 6, 117-136.
Doğan, M. (2013). Does firm size affect the firm profitability? Evidence from Turkey. Research journal of finance and accounting, 4(4), 53-59.
Gharaibeh, O., & Khaled, M. H. B. (2020). Determinants of profitability in Jordanian services companies. Investment Management and Financial Innovations.
Işık, Ö. (2017). Determinants of profitability: Evidence from real sector firms listed in Borsa Istanbul. Business and Economics Research Journal, 8(4), 689-698.
Isik, O., Unal, E. A., & Unal, Y. (2017). The effect of firm size on profitability: evidence from Turkish manufacturing sector. Journal of Business Economics and Finance, 6(4), 301-308.
Liang, Q., Bai, R., Jin, Z., & Fu, L. (2023). Big and strong or small and beautiful: Effects of organization size on the performance of farmer cooperatives in China. Agribusiness, 39(1), 196-213.
Meliá-Martí, E., Mozas-Moral, A., Bernal-Jurado, E., & Fernández-Uclés, D. (2024). Global efficiency and profitability: Cooperatives as social innovation agents vs. Joint stock companies in the agri-food sector. Journal of Innovation & Knowledge, 9(3), 100537.
Montrone, A., & Poledrini, S. (2020). La misurazione della performance delle piccole e medie cooperative sociali. Impresa Sociale, n. 2.
Nanda, S., & Panda, A. K. (2018). The determinants of corporate profitability: an investigation of Indian manufacturing firms. International Journal of Emerging Markets, 13(1), 66-86.
Pokharel, K. P., Archer, D. W., & Featherstone, A. M. (2020). The impact of size and specialization on the financial performance of agricultural cooperatives. Journal of Co-operative Organization and Management, 8(2), 100108.
Sala‐Ríos, M. (2024). What are the determinants affecting cooperatives’ profitability? Evidence from Spain. Annals of Public and Cooperative Economics, 95(1), 85-111.
Travaglini C. (1997), Le cooperative sociali tra impresa e solidarietà. Caratteri economico-aziendali ed informativa economico-sociale, Clueb, Bologna.
Zamagni S. e Zamagni V. (2008), La cooperazione, Il Mulino, Bologna.
Zimnoch, K., & Mazur, B. (2018). Value added as a measure of social role of cooperatives. Eurasian Journal of Business and Management, 6(1), 42-51.
Impresa Sociale è una risorsa totalmente gratuita a disposizione di studiosi e imprenditori sociali. Tutti gli articoli sono pubblicati con licenza Creative Commons e sono quindi liberamente riproducibili e riutilizzabili. Impresa Sociale vive grazie all’impegno degli autori e di chi a vario titolo collabora con la rivista e sostiene i costi di redazione grazie ai contributi che riesce a raccogliere.
Se credi in questo progetto, se leggere i contenuti di questo sito ti è stato utile per il tuo lavoro o per la tua formazione, puoi contribuire all’esistenza di Impresa Sociale con una donazione.