Questo articolo è una sintesi di un elaborato prodotto nell’ambito del progetto europeo B-WISE, finanziato dal programma comunitario Erasmus+; B-WISE mira a sviluppare una strategia europea per affrontare il fabbisogno di competenze delle imprese sociali di integrazione lavorative (WISEs), in particolare relativamente all’ambito tecnologico e digitale. Il progetto conta su supporto di 30 partner provenienti da 13 paesi europei ed è articolato in più fasi di lavoro; dopo una prima fase, guidata da Euricse, che ha delineato la fotografia delle WISEs europee, la seconda fase, guidata dal Consorzio Nazionale Idee in Rete, ha lavorato all’identificazione dei diversi tipi di WISEs e dei diversi tipi di persone che vi operano, nell’ipotesi che le azioni di rafforzamento delle competenze debbano essere elaborate tenendo conto delle tante specificità e articolazioni presenti nel continente. All’interno di questo lavoro più ampio, di cui si darà conto in successivi numeri della rivista, si sono elaborate alcune analisi sul rapporto tra le imprese sociali e le tecnologie, qui presentate in forma sintetica. Per ragioni di spazio non si sono trattati in modo esteso né gli aspetti metodologici, né le specificità nazionali, né molti altri contenuti presenti invece nel rapporto in forma completa. Tale elaborato, cui si rimanda per tutti i dettagli qui omessi e per gli altri esiti del progetto, è curato da Gianfranco Marocchi ed è in corso di pubblicazione sul sito del progetto https://www.bwiseproject.eu/
DOI: 10.7425/IS.2022.04.06
Le WISEs (Work Integration Social Enterprises), acronimo comunemente utilizzato in Europa per indicare le imprese sociali di integrazione lavorative, che in Italia nella grande maggioranza dei casi assumono la forma di cooperative sociali di tipo B, sono tra le imprese sociali maggiormente esposte alla concorrenza di mercato anche e soprattutto con una pluralità di imprese for profit e sono quindi obbligatoriamente portate a misurarsi con la necessità di conseguire una maggiore efficienza e competitività.
Che ruolo ha, in tutto ciò, l’adozione delle tecnologie? È questo uno dei temi intorno a cui si sta interrogando il progetto europeo B-WISE, alla ricerca di soluzioni per rafforzare le competenze delle imprese sociali in ambito tecnologico e digitale. Nell’ambito di tale progetto, che vede come capofila EASPD, una delle fasi, guidata dal Consorzio Nazionale Idee in Rete, una delle maggiori reti italiane di imprese sociali, ha previsto la realizzazione di un’indagine che ha coinvolto 73 WISEs in 13 Paesi europei, oltre a prevedere focus group in tutti i Paesi partner. Rispetto agli esiti complessivi del progetto, ancora in corso, si rimanda a successivi contributi; in queste pagine si intende approfondire l’aspetto specifico della relazione delle WISEs con le tecnologie.
Esiste un gap sistematico a svantaggio delle WISEs, che a causa di una cultura di impresa legata al perseguimento di obiettivi sociali, tendono a trascurare gli aspetti tecnologici rispetto alle imprese for profit che operano negli stessi settori? O, ancora, le WISEs esprimono convinzioni radicate che le portano a rifiutare esplicitamente l’implementazione di tecnologie? O, al contrario, esse adottano tecnologie, digitali e non, in modo simile – e magari anche più intenso – rispetto alle altre imprese? È, sensato, inoltre, considerare le tecnologie come un oggetto unico o, come si vedrà, esse si compongono di un insieme di strumenti tesi tra loro diversi che vengono utilizzati per rendere più produttive un insieme articolato di funzioni?
Queste sono le domande da cui si è partiti. Circa le risposte, vanno introdotte due cautele. La prima è che i 73 studi di caso descrivono situazioni molto diverse tra loro: WISEs con decine di milioni di euro di fatturato e migliaia di lavoratori e WISEs con meno di 100 mila euro di fatturato; WISEs operanti in settori di attività diversi e con alle spalle contesti giuridici ed economici distanti l’uno dall’altro. E, per i temi di cui ci si occupa, WISEs che fanno uso intensivo di tecnologie avanzate e WISEs che deliberatamente le escludono, ritenendo che esse possano riprodurre e ampliare le disuguaglianze in termini di opportunità di occupazione per i lavoratori svantaggiati. Trarre, con queste premesse, conclusioni di ordine generale può apparire azzardato, anche considerando – e di qui la seconda cautela – che 73 studi di caso, pur richiedendo uno sforzo organizzativo non banale, intercettano una quota minima di WISEs (solo in Italia sono circa 5 mila!) senza peraltro alcuna garanzia di rappresentatività del campione indagato rispetto all’universo cui si riferisce.
I risultati non possono dunque che essere esplorativi.
Fatte queste premesse, il primo esito che si intende condividere è che interrogarsi sul rapporto tra le WISEs (con tutte le complessità e le articolazioni interne a questo universo che sono state prima accennate) e le “tecnologie” – intese come oggetto unitario – appare inadeguato. Non esistono “le tecnologie” e nemmeno “le tecnologie digitali” come entità monolitica, ma esistono una pluralità di aspetti che chiamano in causa le tecnologie, ciascuno dei quali merita di essere analizzato separatamente. In alcuni ambiti le WISEs risulteranno in linea o anche al di sopra dello standard delle imprese for profit comparabili, in altri soffriranno di gap più o meno pesanti.
Per questo motivo si è scelto di organizzare questo contributo in più capitoli sulla base degli ambiti di applicazione delle tecnologie, che verranno di seguito approfonditi: comunicazione interna; comunicazione esterna; formazione; amministrazione e contabilità; pianificazione delle risorse aziendali (ERP); gestione delle relazioni con i clienti (CRM); archiviazione di file e dati; tecnologie per prodotti/servizi e processi produttivi; e-commerce; tecnologie assistive; tecnologie emergenti (Intelligenza Artificiale / Machine Learning / Big Data). In ciascuno dei paragrafi viene brevemente descritto il tipo di applicazione tecnologica, per poi discutere i risultati degli studi di caso e individuare quindi le possibili proposte di miglioramento per le WISEs.
Di cosa si tratta
Si tratta di tecnologie digitali per facilitare la comunicazione tra i lavoratori, come l'uso di gruppi WhatsApp o altre applicazioni di messaggistica o newsletter interne. Rappresentano funzioni digitali di livello base, che generalmente non richiedono competenze specifiche o formazione dedicata e che nella maggior parte dei casi implicano competenze già diffuse tra i lavoratori. Oltre alla messaggistica istantanea, esistono applicazioni di comunicazione online, come Zoom e Microsoft Teams, che consentono ai lavoratori di incontrarsi virtualmente e lavorare in remoto. Anche tali applicazioni non richiedono particolari competenze digitali e sono quindi facili da usare.
Cosa dicono i casi
Le WISEs mostrano un'attitudine diffusa all'uso di queste tecnologie. La maggior parte di loro utilizza e-mail e app di messaggistica istantanea, in particolare WhatsApp e Viber, per diffondere avvisi e comunicazioni di servizio e organizzative all'interno dell'azienda. Questi strumenti richiedono competenze di base e sono facili da usare anche per i lavoratori svantaggiati, che di solito li utilizzano anche nella vita quotidiana. Le interazioni che si sviluppano grazie a questi strumenti sono coerenti con la cultura aziendale inclusiva che caratterizza le WISEs. La pandemia ha rappresentato una spinta significativa in questa direzione: molte WISEs hanno adottato diffusamente strumenti quali Zoom, Meet, Teams, e altri e hanno continuare a utilizzarli per le riunioni dei lavoratori anche nella fase successiva. Ciò non esclude che da parte di alcune WISEs emergano preoccupazioni di vario genere rispetto a questa evoluzione, sia dal punto di vista del possibile digital divide che crea ulteriore esclusione delle persone svantaggiate, sia a livello più generale rispetto ai possibili rischi a lungo termine connessi alla società digitalizzata ("che ne sarà del controllo delle persone da parte delle aziende tecnologiche o della privacy?" e in generale i timori legati ai rischi di invasività delle tecnologie nella vita personale). Ma, nel complesso, la grande maggioranza delle WISEs fa un uso significativo di queste tecnologie, probabilmente anche in termini superiori alla generalità delle aziende. Ciò avviene appunto perché le WISEs sono inclini a prestare particolare attenzione a questo aspetto in quanto coerente con una cultura aziendale particolarmente orientata a creare un clima interno piacevole e coeso e a sensibilizzare tutti i membri, compresi i lavoratori svantaggiati, ai valori e alla missione delle WISEs.
Margini di miglioramento
Su questo specifico aspetto le WISEs non appaiono sistematicamente arretrate rispetto ad imprese comparabili. Più che azioni di sistema, sono da pensare azioni mirate su taluni casi, come quelli delle WISEs che utilizzano solo le e-mail (o nemmeno quelle) come mezzo di comunicazione interna; questo può richiedere un certo sforzo formativo nei confronti di operatori e lavoratori svantaggiati, evidenziando come il rafforzamento di tali competenze non sia funzionale solo all’ambito lavorativo ma ad una pluralità di contesti anche esterni all'ambiente di lavoro.
Di cosa si tratta
Sono strumenti utilizzati per il marketing aziendale, per promuovere prodotti o servizi e per diffondere la mission aziendale. Le aziende creano i propri siti web o pagine sui principali social network, in cui condividere informazioni e messaggi promozionali per tenere informati i clienti e conquistarne di nuovi. Per gestire queste pagine è necessario avere competenze digitali leggermente superiori a quelle necessarie per gestire gli strumenti di comunicazione interna.
Cosa dicono i casi
La maggior parte delle WISEs intervistati ha un sito web e un canale social attivo. Il più utilizzato è Facebook, mentre c'è meno propensione ad utilizzare i canali più popolari tra i giovani di oggi, come Instagram e TikTok. Alcune aziende si impegnano anche nella creazione di contenuti multimediali, pubblicati principalmente su YouTube, per descrivere la mission aziendale e le attività svolte. Tuttavia, questi contenuti hanno un basso grado di diffusione, mostrando così alcuni limiti dei prodotti/servizi o delle strategie per la loro promozione. Va inoltre notato che generalmente l’utilizzo degli strumenti di comunicazione esterna ha principalmente uno scopo informativo, mentre più raramente è pensato come canale promozionale rispetto ai prodotti realizzati; lo stile di comunicazione varia a seconda della cultura dell'azienda, essendo a volte più orientato a presentare i prodotti e a volte dedicato a comunicare la mission delle WISEs e il valore sociale delle attività svolte. Inoltre, va segnalato che, accanto ad alcuni casi in cui vengono utilizzate strategie di comunicazione impegnative (es. WISEs presenti in alcuni programmi televisivi o sui media generalisti nazionali), in altri casi anche gli aspetti base della comunicazione esterna appaiono approssimativi, es. siti web obsoleti che dovrebbero essere aggiornati e migliorati. A fronte dell’impegno che la comunicazione esterna richiede, le WISEs adottano strategie diverse che vedono, oltre all’impegno diretto nel realizzare i prodotti di comunicazione, anche il ricorso ad agenzie esterne o la collocazione di questa funzione su organizzazioni di secondo livello. Anche se molte WISEs appaiono oggettivamente deficitarie su questo punto, la maggior parte sembra essere consapevole dell'importanza di valorizzare il proprio prodotto e la sua valenza sociale. Dall'analisi dei casi, è possibile notare che le tecnologie di comunicazione esterna sono più diffuse nelle WISEs che operano nel settore della ristorazione, dell’accoglienza alberghiera o in quelli che hanno negozi: nelle WISEs cioè che vendono i propri prodotti direttamente al pubblico.
Suggerimenti per il miglioramento
La maggior parte delle WISEs non sembra dissimile da altre imprese di dimensioni comparabili, che condividono spesso gli stessi problemi evidenziati per le WISEs. L’aspetto principale su cui lavorare potrebbe essere – oltre ad un minimo investimento sui siti web delle WISEs in cui sono obsoleti o inesistenti – in una maggiore attenzione alle comunicazioni social, con particolare riferimento a quelli oggi più popolari, soprattutto tra i giovani. Inoltre, potrebbero investire maggiormente per favorire la diffusione dei propri contenuti, senza affidarne la visibilità solo agli algoritmi delle piattaforme.
Di cosa si tratta
In questa categoria rientrano due diversi sottotemi: 1) attività di formazione e consulenza che la WISE rivolge ai lavoratori, e in particolare a quelli svantaggiati, per aiutarli ad apprendere l’utilizzo delle tecnologie digitali e 2) l'uso della tecnologia e in particolare delle piattaforme online come strumento per svolgere attività di formazione. Per quanto riguarda il primo tema, le tecnologie come oggetto di formazione, ci si riferisce a iniziative quali corsi di formazione, sportelli di supporto o altri modi per aiutare i lavoratori a utilizzare tecnologie e strumenti digitali che impattano sulla loro vita lavorativa o quotidiana. Per quanto riguarda il secondo, ci si riferisce alle piattaforme di e-learning (es. Moodle), cioè a sistemi integrati di servizi interattivi per supportare e gestire l'apprendimento e la formazione online; attraverso tali strumenti le persone possono frequentare corsi, testare le proprie conoscenze e ricevere certificati di partecipazione. Grazie alla loro modularità, tali piattaforme digitali consentono agli utenti di personalizzare gli ambienti di apprendimento e sviluppare funzionalità aggiuntive personalizzate. Le piattaforme di e-learning consentono ai partecipanti di seguire i corsi e le altre attività formative ovunque si trovino e in qualsiasi momento.
Cosa dicono i casi
Un buon numero di WISEs presta attenzione alla formazione e alle iniziative di supporto su tecnologie e digitalizzazione rivolte ai propri lavoratori. Ciò è coerente con l'attenzione che le WISEs attribuiscono in generale alla formazione e in particolare ad abilitare i lavoratori svantaggiati, rafforzandone le competenze trasversali; per questo diverse WISEs offrono sportelli di supporto sulle tecnologie o corsi di alfabetizzazione digitale, utili non solo per acquisire competenze utili sul lavoro, ma anche negli altri aspetti della vita quotidiana. Si tratta di tecnologie per poter svolgere al meglio pratiche comuni che semplificano la vita delle persone, ad esempio la ricerca di informazioni in siti istituzionali, i rapporti con le pubbliche amministrazioni, l’identità digitale, la comunicazione con altre persone, l'acquisto di un prodotto, ecc. Per molte persone svantaggiate alcuni di questi strumenti, spesso semplici, non sono di immediata comprensione e richiedono di superare ostacoli dovuti a limitazioni cognitive o fisiche. Anche per questo, il ruolo degli operatori dell’inserimento lavorativo che supportano i lavoratori svantaggiati è fondamentale, sia nel motivare e sostenere le persone, sia nello stimolare l’apprendimento e il sostegno reciproco tra partecipanti; e per molte persone svantaggiate è utile che tale azione avvenga di persona e non a distanza. Accanto alle competenze tecniche, è importante prima di tutto far comprendere perché vale la pena di impegnarsi nell’apprendimento di una certa tecnologia, in modo che la proposta non paia una imposizione del gruppo dirigente, cosa che farebbe che alzare un muro di resistenza e frustrazione da parte di chi comunque prova una certa diffidenza e disagio verso le nuove tecnologie. Ciò detto, l’attenzione che le WISEs dedicano alla formazione e consulenza verso i propri lavoratori per abilitarli alle basi delle tecnologie digitali è sicuramente degna di nota e superiore rispetto a quella tipica del resto del sistema economico. I casi studiati consentono di comprendere anche l'uso della tecnologia, e nello specifico delle piattaforme online, per svolgere attività di formazione. Soprattutto a seguito della pandemia di Covid-19 molte aziende hanno iniziato a fornire formazione a distanza, attraverso piattaforme di e-learning online. Tuttavia, all’interno delle WISEs spesso i lavoratori svantaggiati sembrano non apprezzare questi metodi di insegnamento ("secondo me, queste lezioni rendono molto più difficile concentrarsi"), esprimendo una netta preferenza per l’apprendimento in presenza; questo appare anche legato, sulla base delle interviste raccolte, a questioni di privacy: molti lavoratori svantaggiati trovano infatti intrusiva una telecamera che fe vedere quanto accade nelle loro abitazioni. Di diverso avviso i responsabili delle WISEs e gli operatori, che spesso ritengono la formazione online efficace e utile a risparmiare tempo e risorse economiche. Non vi sono particolari differenze tra i vari settori. Come previsto, la formazione tecnologica è più sviluppata nelle aziende tecnologicamente più avanzate. D'altra parte, per quanto riguarda i metodi di apprendimento online, sono stati adottati dalla maggior parte delle WISEs a causa di forza maggiore (pandemia) indipendentemente dal settore a cui appartengono.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
La formazione è un settore a cui le WISEs possono essere portate a dedicare maggiore attenzione rispetto alle aziende non WISE. Mentre alcune aziende tradizionali possono trovare questo aspetto di empowerment al di fuori della loro mission, le WISEs spesso vi prestano molta attenzione e vi investono risorse considerandolo una forma di attenzione verso i lavoratori svantaggiati. Questo è senz’altro vero rispetto alla prima accezione qui utilizzata, quindi la formazione alle tecnologie digitali. Rispetto alla formazione attraverso tecnologie digitali il quadro è più complesso. Dall’indagine appare che molte WISEs le hanno utilizzate durante il periodo pandemico, anche se è difficile azzardare ipotesi comparative con il resto del sistema imprenditoriale. Vi sono alcune linee di sviluppo che le WISEs potrebbero seguire a partire dalle criticità rilevante rispetto ai lavoratori svantaggiati, che potrebbe aprire spazi interessanti per la generalità dei lavoratori. Le direzioni da indagare sono diverse: in una fase di uscita dalla pandemia è importante sviluppare modelli di formazione ibrida a distanza e in presenza che combinino i punti di forza delle due metodologie; o, ancora, potrebbe essere utile lavorare sulla flessibilità dei moduli formativi per adattarsi a modalità di fruizione e apprendimento diversi, all’accessibilità dei contenuti anche da parte di persone con disabilità sensoriali o di altro tipo, ecc. In sostanza, a partire dalla necessità di rendere la formazione fruibile da persone fragili, le WISEs potrebbero essere stimolate a introdurre innovazioni significative nella predisposizione di offerte formative.
Di cosa si tratta
Questa sezione considera le tecnologie a supporto del lavoro d'ufficio e della contabilità, come i software per la fatturazione elettronica, la gestione delle buste paga, il tempo e le presenze e l'amministrazione dei dipendenti, oltre che in generale ciò che serve a svolgere il normale lavoro di ufficio (applicazioni di videoscrittura, fogli di calcolo, ecc.).
Cosa dicono i casi
Questa sembra essere una delle aree in cui la tecnologia è più utilizzata nelle WISEs. Le imprese esaminate sembrano generalmente avere un buon livello di utilizzo delle tecnologie a supporto del lavoro d'ufficio. Sono stati documentati alcuni casi in cui le imprese sono ancora prevalentemente cartacee, ma il livello di digitalizzazione appare generalmente buono e paragonabile a quello delle imprese non WISE di dimensioni simili. La maggior parte delle WISEs dota i propri impiegati di dispositivi hardware con software di produttività personale, utilizza la fatturazione elettronica (che è diventata obbligatoria almeno in alcuni Paesi) e implementa applicazioni digitali di gestione delle retribuzioni. Generalmente, le WISEs utilizzano software dedicati per varie funzioni amministrative (contabilità, registrazione presenze, ecc.), talvolta con soluzioni che interconnettono i diversi software, determinando un significativo aumento dell'efficienza. Inoltre, la digitalizzazione di questi documenti, come i fogli presenze, e l'organizzazione dei turni e delle buste paga, consente spesso ai lavoratori di poterli consultare in modo semplice e immediato attraverso app o portali dedicati. Un'area che merita un'attenzione specifica riguarda gli strumenti per la gestione digitale dei percorsi di inserimento lavorativo. Ad esempio, le "cartelle personali informatizzate" relative ai lavoratori svantaggiati coinvolti consentirebbero agli operatori di gestire, con le necessarie garanzie di privacy, le informazioni relative alle persone inserite e al percorso intrapreso (ad esempio verifiche periodiche sui progressi, sull'apprendimento svolto sul posto di lavoro o attraverso corsi di formazione, risultati di sessioni di verifica svolte congiuntamente con i servizi pubblici che hanno in carico la persona inserita). Questo tipo di soluzioni, oltre ad essere utile per la gestione e il monitoraggio dei dipendenti, permetterebbero, soprattutto per le WISEs più grandi, di poter estrapolare facilmente dati utili sia per verificare i risultati raggiunti per finalità di miglioramento interno, sia per documentare il lavoro svolto agli stakeholder. Soluzioni di questo tipo non sono assenti tra le WISEs (ad esempio, alcuni casi francesi hanno strumenti di questo tipo e alcune WISEs italiane li hanno sviluppati già alcuni anni fa), ma nella maggior parte dei casi sono considerati un onere burocratico per il lavoro degli operatori o addirittura una pratica che toglie calore e immediatezza al rapporto con le persone coinvolte. Per questi motivi, sembrano essere utilizzati solo da poche WISEs.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
Un confronto sistematico tra il livello di digitalizzazione del lavoro d'ufficio delle WISEs e quello di aziende comparabili per settore e dimensione è difficile, ma nei casi non emergono lacune sistematiche nelle WISEs a questo proposito. Come già accennato, le WISEs sembrano da questo punto di vista essere allineati in termini di sviluppo per quanto riguarda le società comparabili non WISE.
Di cosa si tratta
L’Enterprise Resource Planning è un software per la gestione integrata di varie attività dell'organizzazione, come contabilità, approvvigionamento, gestione dei progetti, gestione dei rischi e della conformità, operazioni e supply chain. I sistemi ERP mettono in relazione i diversi processi tra loro e aiutano a condividere le informazioni tra i diversi reparti e l'analisi dei dati. Offrono la possibilità di monitorare il funzionamento complessivo dell'organizzazione e intervenire per rendere i processi più efficienti ed efficaci in diverse aree e dipartimenti dell'azienda (ad esempio, ufficio finanza, ufficio risorse umane, ufficio tecnico, ufficio marketing).
Cosa dicono i casi
Un software ERP può essere considerato un'evoluzione e un'estensione del software di amministrazione e contabilità visto nel paragrafo precedente. Si tratta di strumenti più complessi che, a seconda del tipo di attività svolta, possono poi essere interconnessi con altri software, ad esempio per la gestione del magazzino o per la rilevazione di azioni specifiche dei lavoratori (es. passaggi nei punti in cui il lavoratore deve eseguire azioni di pulizia o raccolta rifiuti). Questo software può avere un impatto significativo sugli obiettivi amministrativi, finanziari, tecnologici e di gestione del lavoro. Dall'analisi dei casi, e fatte salve alcune situazioni nazionali specifiche, emerge che solo poche WISEs integrano sistemi ERP, anche se alcune WISEs ne stanno considerando l’adozione, talvolta evidenziando come necessiterebbero di essere adattati a imprese che inseriscono lavoratori con particolari problematicità.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
Come detto sopra, non molte WISEs sono sviluppati da questo punto di vista. Tuttavia, l'integrazione dei sistemi ERP, sebbene non sia una priorità per molte WISEs, potrebbe aiutare ad ottimizzare la gestione delle aziende e questo porterebbe anche ad un aumento della loro produttività. Soprattutto per le WISEs che stanno già digitalizzando diversi aspetti della gestione e dell'amministrazione, l'utilizzo di un sistema ERP consentirebbe loro di integrare tutte le diverse funzioni in un unico software, fornendo una visione unica, completa e costantemente aggiornata dei dati relativi alle diverse aree aziendali.
Di cosa si tratta
Un software di Customer Relationship Management aiuta le aziende a gestire, analizzare e ottimizzare le interazioni con i loro clienti effettivi e potenziali. L'obiettivo di un CRM è trovare e gestire nuovi clienti, comprendere e migliorare la capacità di soddisfare i propri clienti e, in generale, permettere di creare una relazione continuativa con i clienti e migliorare costantemente relazioni e valore per l'azienda e il cliente. Questo tipo di software consente di monitorare, automatizzare e migliorare i processi di marketing. In generale, si può affermare che il CRM sarà utilizzato principalmente da giovani e piccole e medie imprese, mentre le imprese in rapida crescita, mature e grandi preferiranno l'ERP. In molti casi, il modulo CRM farà parte dell'ERP.
Cosa dicono i casi
L'uso di software CRM non è molto diffuso all'interno delle WISEs oggetto dei casi di studio. Meno del 10% delle aziende intervistate ha dichiarato di utilizzare o implementare servizi digitali per la gestione dei clienti. Solo una delle 73 WISEs studiate sembra avere piena consapevolezza dell’utilizzo di un sistema CRM, anche se altre stanno sperimentando o considerando sistemi di questo tipo, pur incontrando difficoltà rispetto ai costi e ai tempi per implementarli.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
L'integrazione dei software CRM non è molto diffusa all'interno delle aziende intervistate. Per quanto riguarda questi sistemi, si può in parte fare riferimento a quanto detto in precedenza per i software ERP: se le aziende li utilizzassero di più, sarebbero in grado di semplificare alcuni processi di gestione, in questo caso dei clienti, e di conseguenza i processi di acquisizione e fidelizzazione dei propri clienti.
Di cosa si tratta
Queste tecnologie includono dispositivi hardware, infrastrutture e software dedicati alla memorizzazione permanente di grandi quantità di informazioni in formato elettronico. Tra queste tecnologie, oggi i servizi di cloud storage giocano un ruolo di primo piano. Questo modello di conservazione dei dati richiede che i dati vengano archiviati su più server virtuali generalmente ospitati presso strutture di terze parti o server dedicati. Questo sistema consente l'accesso e il download da parte di più utenti contemporaneamente e non ha limiti in termini di spazio occupato.
Cosa dicono i casi
Le WISEs sembrano utilizzare sistemi di archiviazione dei dati digitali in modo simile alle aziende non WISE. Molte delle WISEs analizzate memorizzano dati sul cloud e condividono file, non solo tramite e-mail o altri sistemi di comunicazione, ma anche attraverso programmi di condivisione online. In particolare, tra queste soluzioni, le più popolari sono Microsoft OneDrive e Google Drive. Per questo tipo di tecnologia non esistono differenze settoriali rilevanti. Al giorno d'oggi, tutti i tipi di aziende si trovano a dover archiviare e gestire grandi quantità di dati, indipendentemente dal settore di appartenenza.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
I sistemi di archiviazione di dati via cloud aiutano a semplificare la gestione e le attività commerciali; ma, oltre a questo, sono un presupposto per la condivisione delle informazioni e il lavoro collaborativo, andando così ad incidere potenzialmente su un’area sensibile per le WISEs. È possibile quindi ipotizzare che le WISEs possano, singolarmente o in rete, immaginare investimenti specifici su queste tecnologie per sfruttare appieno il loro potenziale collaborativo.
Di cosa si tratta
Questa sezione non considera una singola tecnologia ma diverse tecnologie e l'integrazione di strumenti e soluzioni tecnologiche in prodotti/servizi e processi per lo svolgimento delle attività produttive. Queste tecnologie possono variare sensibilmente in relazione a vari fattori, in particolare il tipo di azienda e i settori in cui l'azienda opera. Ad esempio, per un'azienda di produzione, è importante valutare le tecnologie utilizzate negli impianti di produzione, come i macchinari che automatizzano i processi produttivi. Per il settore della ristorazione, è opportuno valutare gli strumenti utilizzati per digitalizzare la customer experience o le attività in cucina, come i tablet per prendere le ordinazioni. In generale, quindi, in questa sezione non è possibile identificare e descrivere una singola tecnologia. Di seguito, evidenzieremo le tecnologie più interessanti in termini di prodotti/servizi e processi produttivi emersi nei diversi casi.
Cosa dicono i casi
Dall'analisi dei casi di studio, è possibile evidenziare due diverse situazioni. Da un lato, ci sono WISEs che integrano varie tecnologie, alcune delle quali all'avanguardia e che sono del tutto comparabili da questo punto di vista con le aziende tradizionali. D'altra parte, ci sono WISEs che svolgono ancora quasi solo attività manuali o con strumenti tradizionali e che non hanno intenzione di automatizzare i loro processi, sia perché ritengono che l'automazione non sia necessaria per il tipo di attività che svolgono, sia perché ritengono che ciò possa causare problemi rispetto allo scopo sociale perseguito. Partendo dalle prime, ci sono casi di WISEs, generalmente di grandi dimensioni, che sono dotati di impianti produttivi all'avanguardia rispetto alle tecnologie disponibili sul mercato. Ad esempio, nell’ambito della raccolta differenziata di rifiuti, vi sono imprese sociali che si dotano, grazie ad investimenti economici consistenti, di tecnologie e dei macchinari di ultima generazione per avere prodotti di alta qualità e che progettano ulteriori passi di meccanizzazione di alcune attività o di introduzione di sistemi digitali di controllo dei cicli produttivi. Vi sono WISEs che hanno investito nella prototipazione rapida attraverso la stampa 3D e il taglio laser, creando così strumenti e oggetti per rendere possibile la produzione o per adattare i singoli luoghi di lavoro; una WISE in cui operano un gruppo di ingegneri esprime l’obiettivo di "passare dalla progettazione alla realizzazione in quattro ore", così da adattarsi nel modo più veloce sia alle esigenze di adattamento dei luoghi di lavoro, sia alle esigenze di qualità dei propri clienti. Nell’ambito della ristorazione diverse WISEs utilizzano elettrodomestici e strumenti da cucina all'avanguardia, in un settore, quello della produzione alimentare, che si sta evolvendo enormemente in termini di nuove tecnologie e tecniche culinarie (macchine a cottura bassa, celle di raffreddamento, confezionamento sottovuoto, ecc.). Un'altra tecnologia molto utilizzata in questo settore e che numerose WISEs stanno adottando è la combinazione di tablet e software per la ricezione degli ordini e per la comunicazione diretta di questi ultimi con la cucina. Oggi tali tecnologie non appaiono in assoluto innovative, ma la loro adozione mostra attenzione all'introduzione di elementi di digitalizzazione di una parte delle WISEs. Un altro settore in cui sono state introdotte diverse tecnologie è il settore della pulizia e dei servizi ambientali. In questo settore, dove potremmo aspettarci l'uso di strumenti prevalentemente manuali, diverse WISEs stanno digitalizzando le loro attività, come in una WISE in cui il reparto pulizie utilizza software basati su cloud per gestire il flusso di lavoro, il monitoraggio degli incidenti e dei tempi di risoluzione, l'emissione di ordini di lavoro e notifiche, l'assegnazione e la pianificazione del lavoro. Un’altra WISE sta sperimentando un drone per la pulizia delle finestre e un’altra dei robot per la pulizia. Alcune WISEs che possiedono impianti di produzione hanno anche introdotto innovazioni tecnologiche, ad esempio in un caso è stata introdotta una nuova tecnologia per automatizzare il taglio dei vestiti. Accanto a WISEs entusiaste della tecnologia, ve ne sono altre che esprimo diffidenze, temendo che l’introduzione di processi meccanizzati porti alla distruzione di posti di lavoro o che in generale le tecnologie rappresentino una barriera per taluni lavoratori svantaggiati che presentano limiti cognitivi o sociali che li rendono incapaci di adattarsi a cicli produttivi che implicano macchinari troppo complicati: a causa della sua complessità, la tecnologia è percepita come inadatta e poco accessibile ai lavoratori svantaggiati. In un certo numero di WISEs l'equazione "meno tecnologia = maggiore facilità di esecuzione e maggiori opportunità di lavoro per i lavoratori svantaggiati" è diffusa e, secondo l’opinione di un intervistato, "la digitalizzazione può essere impersonale e c'è il rischio di solitudine per le persone che non sono in grado di tenere il passo". Ma, a ben vedere, più che una specifica tecnologia, tali WISEs sembrano temere uno stile di lavoro orientato ad una ricerca troppo pronunciata di produttività: “il contatto diretto, le relazioni strette, l'attenzione agli altri e la sensibilità ai loro bisogni sono di grande importanza. Una WISE è un'impresa in cui la stabilità e la prevedibilità, la tranquillità e uno spazio ‘familiare’ e calmo di attività professionale sono importanti”, afferma una delle WISEs intervistate, concludendo che “in questa prospettiva, l'uso della tecnologia – sia oggi che in futuro – è fuori fuoco. L'importante è stare con l'altra persona, costruire per loro un percorso professionale e accompagnarli in quel percorso. Le tecnologie digitali non fanno ancora parte di questo concetto, in quanto non possono sostituire l'altra persona e il risparmio di tempo che possono portare non è importante". Accanto a tali posizioni che esprimono diffidenze di principio rispetto alle tecnologie, vi sono WISEs che, pur volendo innovare, non sono in grado di farlo a causa delle scarse risorse economiche: come afferma un intervistato “la digitalizzazione è costosa e le imprese sociali non possono permetterselo”. Ovviamente rispetto a questo tema, almeno in parte è rilevante il settore in cui le WISEs operano. Alcune delle aziende intervistate sostengono che l'integrazione delle tecnologie non è richiesta nel loro settore e affermano di aver intenzionalmente individuato attività produttive semplici (a volte economicamente residuali), perché più adatte ad offrire opportunità di lavoro a lavoratori con limitazioni fisiche, sociali e cognitive e, pertanto, si ritengono estranee ai ragionamenti relativi all'innovazione tecnologica e alla digitalizzazione. Al contrario alcuni settori di attività richiedono esplicitamente l’adozione di tecnologie rilevanti, in assenza delle quali la presenza sul mercato risulta impossibile.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
Come si può constatare dalle righe precedenti, la situazione è molto differenziata e non è possibile delineare un quadro unico per quanto riguarda le tecnologie per i prodotti/servizi e le attività di produzione all'interno delle WISEs. Sono stati documentati casi di WISEs tecnologicamente avanzate al pari delle aziende non WISE delle stesse dimensioni e appartenenti agli stessi settori; ed è stato anche dimostrato che queste WISEs tecnologiche operano si verificano nei più diversi settori produttivi, compresi quelli che generalmente siamo abituati ad associare a tecniche di lavoro che non prevedono l’utilizzo di tecnologie. Al tempo stesso si sono registrate diffidenze circa la compatibilità tra l’utilizzo di tecnologie e la funzione di inserimento lavorativo, non solo per la possibile sostituzione uomo-macchina, ma per la possibile introduzione di un ulteriore fattore di discriminazione a danno di lavoratori svantaggiati incapaci di adattarsi ad un ambiente produttivo con tecnologie avanzate e al clima di lavoro eccessivamente orientato alla produzione che potrebbe incidere negativamente sul livello di relazioni tra le persone. È interessante notare a questo proposito come invece le WISEs del primo tipo, quelle più tecnologiche, sottolineino al contrario come la tecnologia abbia semplificato le operazioni di lavoro, rendendo determinati impieghi accessibili anche ai lavoratori più deboli. Anche se una risposta complessiva richiederebbe analisi più approfondite, è probabile che la quadra stia nel non pensare la tecnologia come unica e neutrale. Ci possono essere tecnologie inserite nel ciclo produttivo per ottimizzare i costi a prescindere dalle persone che vi operano e tecnologie che rendono il lavoro più facile e accessibile. Si tratta quindi di ragionare su quali tecnologie – e quasi sicuramente nella maggior parte degli ambiti ve ne sono – oltre a favorire la produttività rendono il lavoro più accessibile e qualificano il lavoratore svantaggiato. Questa appare essere per le WISEs la via per svilupparsi tecnologicamente senza dover rinunciare al loro obiettivo principale, l'integrazione dei lavoratori svantaggiati. Questo sforzo di innovazione è in molti casi essenziale per rimanere competitivi sul mercato, anche se richiede risorse di investimento significative e non alla portata di tutte le WISEs.
Di cosa si tratta
E-commerce è il termine generalmente utilizzato per le tecnologie che facilitano la vendita di prodotti e servizi online, attraverso un sito web aziendale o utilizzando apposite piattaforme di intermediazione e distribuzione, come Amazon, e-Bay, ecc. o, con riferimento alla vendita di servizi (es. ristorazione, accoglienza turistica), Booking.com, AirB&B, ecc.
Cosa dicono i casi
Rispetto alla ipotesi di vendere direttamente online, anche se la maggior parte delle WISEs analizzate ha un proprio sito web, questo generalmente non comprende funzionalità per la vendita online. Ciò non esclude che molte WISEs, pur non essendo ancora attive in questo aspetto, siano consapevoli della rilevanza assunta commercio online e hanno già pianificato investimenti per l'implementazione dell'e-commerce. Ovviamente l’esigenza di sviluppare l'e-commerce è più diffusa nei settori in cui viene effettuata la vendita di prodotti, come ad esempio nel caso delle WISEs che si occupano della vendita di abiti o di artigianato. Un po’ più diffusi sono, soprattutto in alcuni settori, sono i casi in cui la WISE si collega con piattaforme online per la vendita di servizi. Ad esempio, alcune WISEs che operano nel settore del turismo alberghiero utilizzano canali di prenotazione online e alcune WISEs nel settore della ristorazione effettuano anche consegne tramite piattaforme online.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
In questo ambito le WISEs non sembrano pienamente allineate con le imprese non WISE delle stesse dimensioni e degli stessi settori sotto questo aspetto. Ciò può essere dovuto al fatto che molte WISEs hanno un target di vendita orientato principalmente ad una clientela locale che sceglie la WISE sulla base di un consolidato rapporto di fidelizzazione. Allo stesso tempo, da un altro punto di vista, si potrebbe ritenere che questa situazione sia una conseguenza della mancanza di commercio elettronico e non una ragione per la sua assenza. La mancanza di e-commerce, unita a carenze nelle strategie di marketing e negli investimenti, potrebbe essere la ragione di volumi di vendita bassi e localizzati. Per questo motivo, e per la crescente diffusione del commercio online, le WISEs che si occupano della vendita di prodotti dovrebbero pensare a sviluppare il proprio e-commerce o ad avviare le vendite online attraverso piattaforme intermediarie.
Di cosa si tratta
Le tecnologie assistive sono tecnologie create per rendere i software e gli strumenti informatici accessibili e utilizzabili dalle persone con disabilità. A differenza degli ausili, che sono costituiti da componenti meccanici o elettronici e sono di supporto nelle attività della vita quotidiana (ad esempio, sedie a rotelle), le tecnologie assistive riguardano solo prodotti di natura informatica e sono generalmente composte da un complesso di hardware e software integrati in un dispositivo autonomo. Un aspetto centrale dell'assistive technology è la sua interfaccia uomo-macchina: il sistema che permette interazioni con l'ambiente nonostante le difficoltà e le limitazioni in senso fisico-spaziale o in termini di relazioni interpersonali dell'utente. Tali tecnologie sono spesso configurate come interfacce da aggiungere ai sistemi esistenti per renderli più fruibili e accessibili. Esempi di tecnologie assistive sono utilità per la lettura dello schermo, touch screen, tastiere speciali e software di riconoscimento vocale.
Cosa dicono i casi
Ci si potrebbe aspettare che le WISEs siano le imprese che più di tutte integrano le tecnologie assistive nei loro processi; tuttavia, l'analisi dei casi di studio mostra una situazione articolata, con un numero limitato di WISEs che realizzano investimenti importanti in questo ambito e molte altre che vi rimangono estranee. Certamente, vi sono alcuni casi e alcuni Paesi in cui si trovano un certo numero di WISEs che hanno fatto o hanno deciso di fare nel prossimo futuro, importanti investimenti in tecnologie assistive che aiutano le persone svantaggiate a svolgere i compiti più complessi. Queste imprese vedono le tecnologie assistive come “un mezzo per offrire nuovi modi per migliorare l'integrazione del lavoro”, in quanto “le tecnologie assistive stanno supportando i giovani con disabilità e i dispositivi e gli strumenti digitali rappresentano un'opportunità per loro”. Una WISE ha progettato una strategia di adattamento che prevede l’analisi e l’adattamento non solo delle postazioni di lavoro, ma anche degli spazi, delle persone e delle attività, per identificare e rimuovere eventuali barriere di accessibilità; un team di ingegneri è incaricato di progettare il supporto personalizzato necessario a ciascun lavoratore, come monitor speciali e software di riconoscimento vocale, mentre gli operatori dell’inserimento lavorativo svolgono un ruolo fondamentale realizzando azioni di formazione e sensibilizzazione con i responsabili di ciascun reparto per generare e diffondere una cultura dell'adattamento e dell'accessibilità. Altre WISEs hanno integrato diversi tipi di tecnologie assistive nei processi di produzione, ad esempio con dispositivi che convertono la lingua parlata in un formato leggibile (riconoscimento vocale) per le persone con problemi di udito e il dispositivo HoloLens AR per fornire supporto cognitivo ai dipendenti. Inoltre, stanno testando nuove tecnologie assistive, tra cui occhiali VR che illuminano dove qualcosa deve essere montato e un proiettore intelligente per visualizzare le istruzioni di produzione.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
Sebbene in alcuni casi sia presente l'integrazione delle tecnologie assistive all'interno delle imprese, ci si sarebbe potuti aspettare una maggiore propensione delle WISEs ad investire in questo settore, nonché lo sviluppo di soluzioni originali e innovative, data la specializzazione di molte WISEs nelle produzioni che coinvolgono lavoratori svantaggiati. Le tecnologie assistive sono raramente menzionate nei casi di studio. Un'organizzazione tradizionale del lavoro e degli strumenti sembra essere la norma nelle WISEs, anche per le persone con disabilità. L'introduzione di tali tecnologie potrebbe essere un passo importante verso l'innovazione tecnologica perché, supportando i lavoratori svantaggiati nello svolgimento di diverse attività produttive, si potrebbero generare al tempo stesso maggiore integrazione e inclusione e un aumento della produttività. Inoltre, tali tecnologie consentirebbero a quest'ultima di poter utilizzare ancora più facilmente strumenti tecnologici, rendendo più facile per l'azienda la tecnologizzazione dei processi produttivi, dei prodotti/servizi e in generale l'introduzione di altre tecnologie. Diversi studi mostrano l'efficacia e la rilevanza della tecnologia; pertanto, è importante raccogliere e diffondere buone pratiche per rendere le tecnologie assistive più mainstream; questo ovviamente richiede una dotazione di risorse significativa per implementare programmi di sviluppo, che richiede da una parte strategie di rete tra le imprese, dall’altra adeguate forme di sostegno pubblico, considerando anche l’evidente interesse generale nell’adozione di soluzioni di questo tipo.
Di cosa si tratta
Le tecnologie emergenti sono tecnologie il cui sviluppo, applicazioni pratiche o entrambe sono ancora in gran parte non realizzate. Sono generalmente nuove, ma includono anche tecnologie più vecchie che trovano nuove applicazioni. Le tecnologie emergenti sono spesso percepite come in grado di cambiare lo status quo. Includono una varietà di tecnologie come l'intelligenza artificiale (AI), i big data, l'Internet of Things (IoT) e l'apprendimento automatico (ML).
Cosa dicono i casi
Poche WISEs nei casi di studio hanno menzionato spontaneamente l'uso di tecnologie emergenti nella loro attività. Questo potrebbe in parte derivare dai settori di attività in cui esse operano, ma è probabilmente legato anche ad altre variabili quali il livello di investimenti necessari e aspetti culturali che portano a destinare ad altri fronti le notevoli energie richieste per questo tipo di sviluppi.
Conclusioni e suggerimenti per il miglioramento
L'uso delle tecnologie emergenti non è stato menzionato spontaneamente in nessuna WISE che ha partecipato ai casi di studio d'uso. Questo non esclude che almeno un numero modesto di WISEs ha esperienza in tali tecnologie. Oltre a creare consapevolezza e condividere buone pratiche e lezioni apprese, la ricerca successiva potrebbe indagare l'uso delle tecnologie emergenti nei vari settori.
Da questa sintetica ricostruzione appare chiaro come indagare il rapporto tra WISEs e tecnologie richieda di approcciarsi al tema con la consapevolezza che 1) le WISEs sono molto diverse tra loro, da molti punti di vista, compreso quello della maggiore o minore confidenza con le tecnologie e che 2) le tecnologie non sono un elemento unitario, ma vanno analizzate in modo articolato.
Con queste premesse, ogni considerazione di sintesi mantiene necessariamente dei margini di indeterminatezza; una domanda puntuale “Le WISEs sono o meno adeguate da un punto di vista tecnologico?” non può avere una risposta univoca: alcune sì, altre no; in alcuni ambiti tecnologici sì, in altri no.
In generale le WISEs appaiono in linea o spesso più avanzate rispetto ad altre imprese comparabili rispetto alle tecnologie per la comunicazione interna, per la formazione, per l’amministrazione e contabilità, per la archiviazione e condivisione dei dati; in sostanza ambiti in cui l’utilizzo di tecnologie risulta in sintonia con orientamenti organizzativi ispirati al benessere e alla crescita delle persone, in particolare dei lavoratori svantaggiati. Emergono invece delle aree di arretratezza rispetto alle tecnologie per la comunicazione esterna, le applicazioni ERP, le applicazioni CRM, l’e-commerce e le tecnologie emergenti; una possibile chiave di lettura è che in generale le WISEs, coerentemente con un una mission orientata all’inserimento dei lavoratori svantaggiati, investano di più su tecnologie rivolte all’interno dell’organizzazione, piuttosto che al potenziamento del suo posizionamento sul mercato.
Rispetto alle tecnologie per applicate alla produzione di beni e servizi incontriamo situazioni diverse; in questo caso anche le variabili dimensionali entrano in gioco, dal momento che strutturare impianti produttivi all’avanguardia richiede spesso risorse significative. Alcuni degli ambiti tecnologici esaminati – comunicazione esterna, software CRM, e-commerce – appaiono maggiormente sviluppati tra le WISEs che operano in settori di attività che comportano una vendita diretta al pubblico (ristoranti, negozi, alberghi, ecc.). Sono talvolta emerse, nel corso delle analisi sino a qui proposte, alcune possibili aree di resistenza culturale – convinzioni circa il fatto che non sia auspicabile che le tecnologie vengano utilizzate diffusamente nelle WISEs – ma non pare che tale orientamento sia nel complesso tale da condizionare in modo decisivo il complesso delle WISEs, essendo peraltro ampiamente bilanciato da atteggiamenti opposti.
Ciò detto, è possibile comunque proporre alcune considerazioni.
La prima è che le WISEs non sono aziende che nascono e si sviluppano intorno alla tecnologia; al massimo esse utilizzano, alcune in modo anche abbastanza significativo la tecnologia. Pochissime WISEs hanno sfruttato le tecnologie per una crescita significativa. In nessun caso di studio, ad esempio, vengono citate invenzioni originali e tecnologie innovative o brevetti e altri tipi di proprietà intellettuale. Questo però non esclude che l'adozione di tecnologie sia utilizzata per conseguire una maggiore efficienza ed efficacia e portare benefici nell’inserimento di lavoratori svantaggiati.
La seconda è che generalmente le WISEs non sono imprese che nascono con un focus sulla crescita esponenziale, come talune startup tecnologiche partite in un garage e finite in pochi anni a valere milioni di dollari. Non troveremo dinamiche di questo tipo nelle WISEs. Ciò è probabilmente legato anche a una cultura imprenditoriale più attenta alla crescita lenta ma costante che a una crescita rapida e, inevitabilmente, più rischiosa. Quella delle WISEs è una cultura che considera molto seriamente un possibile fallimento dell'azienda, perché costringerebbe a licenziare dipendenti. Al contrario, gli imprenditori high-tech e in generale gli imprenditori che mirano a costruire grandi imprese hanno una maggiore tolleranza al fallimento. Hanno obiettivi ambiziosi che attraggono talenti e risorse economiche con la speranza di risultati significativi, ma anche la consapevolezza della possibilità di fallimento.
Terzo, va considerato che i dirigenti delle WISEs hanno generalmente una formazione umanistica o sociale – le lauree più diffuse sono presumibilmente quelle in psicologia, sociologia, giurisprudenza, scienze dell’educazione - e solo in pochi casi una formazione tecnica o economico-manageriale; i dirigenti con un percorso professionale tipicamente tecnico (ingegneri, informatici o persone con istruzione tecnica di livello superiore) sono rari. Anche tra gli operatori che lavorano con le persone svantaggiate difficilmente troviamo elementi "nerd", ovvero persone inclini a sviluppare e sperimentare proprie iniziative e strumenti per l'innovazione tecnologica. Il fatto che spesso dirigenti e operatori abbiano alti livelli di istruzione e un profilo culturalmente dinamico comporta che essi abbiano una buona confidenza con l'uso personale delle tecnologie e siano aperti alla possibile introduzione di soluzioni tecnologiche; ma difficilmente hanno profili che li portano a ritenere le tecnologie come una “passione personale”; difficilmente troveremo dirigenti di WISEs che nei weekend frequentano fiere tecnologiche, che siano abbonati a riviste che parlano di tecnologie, che facciano studi e approfondimenti personali su aspetti tecnologici e così via; e di conseguenza pochi di loro immagineranno lo sviluppo della propria impresa a partire da intuizioni tecnologiche. A ciò si aggiunge il fatto che molti dirigenti sono caricati di compiti e responsabilità diverse e sono già sotto una notevole pressione per le diverse incombenze organizzativi, cosa che rende ulteriormente difficile un loro investimento di energie su ambiti che già non sono naturalmente al centro dei loro interessi. E, ancora, va considerano l’aspetto generazionale: nella maggior parte dei casi alla guida delle WISEs troviamo persone di mezza età avanzata e in nessun caso “profili della Silicon Valley”, giovani con una spiccata propensione all'innovazione e ad alte competenze digitali.
Da queste considerazioni appare chiaro come una più ampia adozione delle tecnologie nelle WISEs richieda, più che mere attività formative, azioni che vadano ad agire su aspetti organizzativi, economici e strategici. Si tratta di agire sul complesso delle risorse (budget, competenze, persone, ecc.) e sulle condizioni che possono supportare l’implementazione di tecnologie e i processi di digitalizzazione. Due piste di lavoro per operare in questo senso potrebbero essere da una parte la collaborazione tra WISEs per aumentare le risorse disponibili e la massa critica e, dall'altra, la collaborazione con altri attori (aziende, centri di ricerca e università) in grado di porsi come partner di rilievo per i processi di sviluppo tecnologico. Le relazioni tra le WISEs e le organizzazioni dedite alla ricerca e all'innovazione tecnologica (prime fra tutte le università e nello specifico le facoltà di ingegneria) non sono del tutto assenti, ma nella maggior parte dei contesti nazionali sono episodiche e legate solo alle più grandi WISEs. Da queste relazioni potrebbero nascere anche sinergie che vadano ad incidere sulla composizione della dirigenza delle WISEs, andando a colmare la quasi totale assenza di dirigenti con percorsi di studio e professionali orientati alle tecnologie. Le persone con tali profili potrebbero, da un lato, sostenere l'integrazione e lo sviluppo di nuove tecnologie e, dall'altro, interagire con sufficiente conoscenza ed esperienza con persone in possesso di un background simile a quello delle altre organizzazioni, e in particolare con il personale di aziende tecnologicamente avanzate, centri di ricerca e università. In altre parole: più che pensare a WISEs che si rafforzano grazie ad un’azione formativa indirizzata a dirigenti umanisti ultracinquantenni, è più lineare un percorso di relazione con le facoltà di ingegneria e di informatica che porti neolaureati ingegneri che desiderano impegnarsi in ambito sociale a intraprendere percorsi di crescita nelle WISEs diventandone dirigenti.
Infine, è importante sottolineare che miglioramenti significativi in termini di tecnologie, sia da adottare che da sviluppare, possono essere facilitati da interventi pubblici. Non è un caso che le WISEs più sviluppate e numerose si trovino nei paesi in cui l'attenzione per queste organizzazioni è stata ed è più alta. Le WISEs prosperano in paesi in cui viene riconosciuto il loro ruolo fondamentale dal punto di vista etico, civile ed economico e grazie a tale riconoscimento sono maggiormente in grado di destinare risorse significative a progetti di sviluppo e agli strumenti tecnologici e digitali per supportarli.
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