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ISSN 2282-1694
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Numero 3 / 2024

Echi

Ricerca, formazione, politiche: la nascita di ISSAN

Alceste Santuari


Desidero ringraziare Impresa Sociale per avermi offerto l’opportunità di ripercorrere un tratto importante della mia vita, personale ed accademica, che ha visto Carlo Borzaga quale protagonista oserei dire assoluto.

Alla fine del 1994, rientrato da Cambridge, avevo cominciato a lavorare, in quel di Milano, quale coordinatore della nascente Rivista Non Profit (editore Maggioli), che, tra l’altro, mi portò a completare il Comitato Scientifico della medesima, nel quale (ovviamente) non poteva mancare la figura del prof. Carlo Borzaga.

Fu proprio Carlo che, successivamente, nel 1995, sapendo della mia provenienza e residenza trentina, mi propose di assumere il coordinamento di ISSAN (Istituto di Studio e Sviluppo delle Aziende Non Profit), che l’Università di Trento, unitamente ad altri soggetti pubblici e privati, aveva nel frattempo costituito e di cui Carlo Borzaga fu nominato Presidente dall’allora Magnifico Rettore, prof. Fulvio Zuelli. In questa sede, merita ricordare che nel Consiglio Direttivo di ISSAN, all’epoca, fu nominato il prof. Gregorio Arena, insieme ad altri esponenti del mondo accademico e del comparto non profit e cooperativo trentino e non.

Nel pensiero di Carlo Borzaga, ISSAN, che sarebbe poi stato “trasformato” nell’attuale Euricse, doveva occuparsi di ricerca e di formazione nel comparto degli enti non profit e delle cooperative, specie sociali. Fin da subito, pertanto, l’area ricerca fu interessata dalla costruzione di relazioni e reti, nazionali ed internazionali, cui - ricordo bene - ho dedicato molta attenzione e impegno, che, per esempio, mi portarono ad essere nominato nella Commissione scientifica di AICCON, istituzione costituita dall’Università di Bologna nello stesso periodo storico di ISSAN, dall’allora Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum (dove, casi della storia, sarei approdato).

In quest’ottica, Carlo Borzaga intese riunire intorno ad ISSAN quanti, a diverso titolo, si occupavano di organizzazioni non profit e di società cooperative, quali Luca Fazzi e Felice Scalvini, solo per citare alcuni nomi. ISSAN cominciò così ad essere un “think tank” riconosciuto e intorno al quale gravitavano, allora giovani ricercatori, tra cui ricordo con particolare piacere, tra gli altri, anche l’attuale co-direttore di Impresa Sociale Gianfranco Marocchi. La ricerca, anche di carattere comparato, doveva servire ad approfondire i profili economici, di governance e finanziari delle organizzazioni non profit e delle cooperative, affinché potesse emergere quella che Carlo Borzaga, poi seguito in questo da altri, definiva la loro “biodiversità”, termine che compare anche nel sottotitolo suo ultimo libro uscito postumo Non ho mai smesso di ragionare. In questa prospettiva, Carlo Borzaga fu strenuo promotore della rete EMES, che per prima in Europa, sviluppò il concetto di “impresa sociale”.

Provenendo da studi giuridici e comparati, Carlo mi propose di “coniugare” le mie conoscenze con quelle di natura economica ed istituzionale. Fu così che nacquero le prime pubblicazioni scritte insieme a quattro mani, in cui uno dei “cavalli di battaglia” di Carlo, la dimensione multistakeholder delle imprese sociali, si saldava con i profili normativi della legge n. 381/1991 o, più tardi, della legge n. 328/2000. Furono anni molto proficui e produttivi. Carlo era instancabile nel proporre argomenti, temi e aree in cui sviluppare il "pensiero” (anche critico, spesso) intorno alle organizzazioni non lucrative. Si pensi, a questo proposito, che nel 1997 fu approvato il d. lgs. n. 460/1997 sulle ONLUS e ISSAN, Carlo Borzaga e il sottoscritto fummo molto impegnati a commentare, discutere e valutare le previsioni contenute in quel decreto. Ricordo che il Working Paper ISSAN n. 5, da me curato, fu proprio dedicato al decreto in parola.

La ricerca, direi naturaliter, convinse Carlo e il sottoscritto della necessità di trasferirne i risultati, ancorché provvisori in alcuni ambiti, in un percorso di formazione ad hoc. Fu così che fu lanciato, se non ricordo male, nell’anno accademico 1996/1997, il primo Corso di perfezionamento sugli enti non profit e cooperative. Parteciparono da tutta Italia una trentina di studenti/studentesse, provenienti da diverse lauree, che desideravano, perché già avevano iniziato a lavorare o perché intendevano farlo, approfondire gli aspetti giuridici, organizzativi, di finanziamento, gestionali, sociologici e aziendali, delle organizzazioni senza scopo di lucro. Al fine di poter offrire una ampia gamma di contenuti furono coinvolti nel Corso di perfezionamento colleghi dell’Università di Trento (quali, i già citati Gregorio Arena e Luca Fazzi, cui si aggiunse Daria de Pretis, che sarebbe poi diventata, prima Rettrice dell’Università di Trento e poi Vice-Presidente della Corte Costituzionale), professionisti del settore e rappresentanti delle organizzazioni di rappresentanza del mondo cooperativo e non profit.

ISSAN, a questo punto, aveva sviluppato l’area “ricerca” e l’area “formazione”, entrambe sempre connesse, integrate e contaminate, affinché la seconda potesse invero beneficiare degli studi, degli approfondimenti, delle analisi condotte a livello nazionale e internazionale. Non dimentico i tanti viaggi in Messico, USA, Lituania, Giappone, tra gli altri, in occasione dei quali, in quegli anni, si sono poste le basi per la costruzione di networks e reti, nelle quali ancora oggi chi scrive è coinvolto.

Nei quattro anni in cui sono stato coordinatore/direttore di ISSAN, Carlo Borzaga ha sempre esercitato la sua presidenza non tanto in quanto incarico formale, quanto piuttosto quale “guida” di processi e di analisi, che ancora oggi è possibile apprezzare. Le sue indicazioni si focalizzavano soprattutto sulla necessità di consolidare alcuni profili di ricerca (si pensi, per tutti, alla già richiamata dimensione “multistakeholder” delle imprese sociali), ma chiedevano anche di esplorare nuove strade e linee di sviluppo, che avrebbero potuto arricchire la conoscenza e la gestione delle organizzazioni non profit e delle cooperative.

In questo lavoro di ricerca e di formazione, Carlo intendeva valorizzare le “giovani leve” letteralmente “lanciandole” in iniziative, progetti e attività formative (almeno posso parlare per me stesso) “senza paracadute”. Il confronto, la valutazione congiunta, le riflessioni con Carlo Borzaga erano comunque, in molti contesti, non soltanto utili, ma sufficienti ad affrontare in modo “multidisciplinare” le varie esperienze, i diversi convegni ovvero i progetti di ricerca in cui ISSAN era coinvolto oppure di cui si faceva promotore. Ecco, forse, la multidisciplinarietà era la “cifra”, per così dire, dell’approccio di Carlo: non sposava necessariamente la visione “economica”, a lui più confacente, ma riteneva che il settore non profit e delle cooperative, in generale, potesse risultare maggiormente compreso e sviluppato anche attraverso la "contaminazione” tra diversi saperi, approcci e conoscenze. Non si trattava tuttavia di un amalgama indefinito: anzi, la preoccupazione di Carlo Borzaga era sempre quella di poter dimostrare il contributo delle imprese sociali in termini di occupazione, di accountability, di relazioni con le pubbliche amministrazioni. Quest’ultimo approccio è quello che, forse più di altri, è stato oggetto dei miei studi e delle mie ricerche, nonché dei miei insegnamenti universitari. Carlo era consapevole, avendo peraltro preso parte a numerosi tavoli di lavoro da cui sono uscite importanti normative, che il settore non profit non poteva non avere una dimensione pubblica, nel senso di assolvere ad una funzione di pubblica utilità.

Trattare delle organizzazioni che non perseguono un diretto scopo di lucro, vale a dire, entità che si prefiggono, attraverso la loro attività, di realizzare uno scopo sociale, piuttosto che conseguire necessariamente un risultato positivo di gestione, oggetto di divisione tra i membri, significava non solo riferirsi alle tradizionali forme dell’associazione e della fondazione, ma altresì a nuove forme organizzative che si stavano sviluppando nel corso degli ultimi decenni. In questo senso, Carlo ha voluto fortemente che ISSAN si occupasse in particolare modo delle forme “avanzate” di non profit.

In quest’ottica, Carlo Borzaga ha dato il suo prezioso ed unico contributo, che ancora ha un proprio “peso”, attese le non rare occasioni in cui taluni dibattiti intorno al ruolo degli Enti del Terzo settore sembrano invece riportare le lancette indietro.

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