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Fondata da CGM / Edita e realizzata da Iris Network
ISSN 2282-1694
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Argomento:  Un nuovo dossier!
data:  15 gennaio 2022

INTRODUZIONE

Redazione

Un percorso di lettura tra i diversi temi connessi alla valutazione: le review teoriche, le proposte per calare le teorie nella specificità delle imprese sociali, l'impatto e le grandi sfide, l'impatto e la finanza, le ricerche empiriche che hanno valutato specifici progetti o interventi.

Il tema della valutazione non è, in assoluto, un tema nuovo: da decenni ci si pone il problema di comprendere, con ricorso a dati verificabili, quale sia stato l’effetto di un intervento sociale o una certa politica pubblica. Scrive Ugo De Ambrogio su Welforum.itFin dalle prime esperienze valutative di oltre un ventennio fa (mi riferisco per esempio ai progetti ex legge 285/97 … o alle valutazioni dei piani di zona condotte a partire dai primi anni del nuovo millennio) i valutatori “seri” si ponevano il problema di: “a che cosa servono gli interventi promossi”, distinguendo indicatori di output (che rispondono alla domanda: che azioni sono state fatte? Quale è stata l’efficienza operativa?) da indicatori di outcome (che vanno più in profondità rispondendo alla domanda: le azioni sono fatte bene? Ovvero, che prodotti effettivi queste azioni hanno realizzato? Con che efficacia e qualità si è operato?) fino ai difficili indicatori di impatto, che dovrebbero dirci: a che cosa serve il nostro intervento, quale cambiamento ha effettivamente prodotto nei destinatari e nel contesto sociale e territoriale.” Per venire ad un altro ambito centrale per le imprese sociali, sempre negli anni Novanta sono pubblicate le prime indagini che studiano l’inserimento lavorativo confrontando la spesa pubblica sostenuta sia con i vantaggi economici generati in termini di minor costi, sia con i risultati conseguiti in termini di integrazione sociale.

Se quindi il tema della valutazione non nuovo, va allo stesso tempo notato come esso sia da alcuni anni al centro dell’interesse di studiosi e practitioners. Ne sono una testimonianza l’affollarsi di metodi, metriche e indicatori (si veda in proposito Zamagni, Venturi e Rago 2015) e di concrete iniziative di valutazione (Corvo e Pastore 2020), nonché la mole di paper e articoli sul tema sia di carattere teorico che empirico pubblicati, tra gli altri, anche dalla nostra Rivista; tra i tanti elementi che possono documentare tale interesse, vi può essere una semplice analisi dei temi dei paper presentati in sede di colloquio scientifico di Iris Network in questi anni.

Tale attenzione si è concentrata principalmente, almeno se si guarda alla terminologia utilizzata, sulla “valutazione di impatto sociale”, anche se, a ben vedere, molti dei contributi che si definiscono tali non affrontano in modo strutturato i temi delle conseguenze indirette (oltre che dirette) e a medio lungo periodo (oltre che a breve periodo) che rappresenterebbero elementi costitutivi appunto della valutazione di impatto.

I motivi di tale interesse e i punti di partenza di questo interesse per la valutazione possono essere diversi, talvolta opposti. Vi può essere la volontà di valutare – nel senso etimologico di “dare valore” - l’operato delle imprese sociali nell’ipotesi che esso sia generalmente misconosciuto; da ciò deriva l’urgenza di documentarlo attraverso dati e indicatori oggettivi, nella speranza che tale evidenza abbia la forza di convincere chi non riesce a riconoscere il vantaggio che le imprese sociali sono in grado di generare. Vi può essere, al contrario l’ipotesi, magari non compiutamente esplicitata, che in fondo, salvo talune eccezioni generalmente consistenti in interventi con spiccate caratteristiche di innovazione, i soldi investiti nel sociale costituiscano un inappropriato – assistenziale, improduttivo, ecc. - consumo di risorse e che quindi grazie alla valutazione dell’impatto degli interventi sia possibile far emergere la necessità di un radicale svecchiamento dell’impresa sociale; e quindi la volontà di evidenziare come le “vere” imprese sociali siano in realtà soggetti che, pur operando a fini di lucro, grazie alla loro dinamicità imprenditoriale sono in grado di trovare risposte innovative a problemi sociali rilevanti.

In questo dossier si punta a raccogliere e ordinare almeno una parte del consistente materiale accumulatosi in questi anni, tentando di offrire al lettore alcuni percorsi di lettura tra loro complementari.

I primi percorsi sono di tipo teorico e possono essere suddivisi in tre filoni:

  • Sezione 1: articoli che esaminano un insieme di teorie, metriche, indicatori, esperienze di valutazione con lo scopo di individuare diversi filoni di pensiero così da metterne in luce punti di contatto e differenze;
  • Sezione 2: articoli che ambiscono a delineare un approccio – originale o mutuato da altri - alla valutazione, ad esempio sottolineando le specificità che riguardano l’impresa sociale;
  • Sezione 3: articoli che sviluppano un approccio critico rispetto agli orientamenti oggi prevalenti, mettendo in luce debolezze e rischi in particolare rispetto alla “valutazione di impatto”.

Il successivo percorso, Sezione 4, raccoglie articoli solo in parte connessi al tema della valutazione in senso stretto, ma implicitamente ad essa collegabili: sono articoli che inquadrano le imprese sociali in relazione alle grandi sfide che l’umanità; ne deriva che la valutazione dell’impresa sociale diventa funzione del grado in cui riesce a rispondere a tali sfide.

Le successive tre sezioni legano gli aspetti di valutazione con quelli della finanza e in specifico:

  • Sezione 5: ripercorre il legame tra finanza e valutazione di impatto come inquadrato nelle normative, sia con confronti internazionali che con riferimento alla riforma del Terzo settore;
  • Sezione 6: Sviluppa il tema della “finanza di impatto”;
  • Sezione 7: affronta il tema specifico dei Social Impact Bonds e in generale degli schemi pay for results, sia con riferimento alle esperienze internazionali che a riflessioni sull’applicabilità di tali strumenti al contesto italiano.

Infine, nella Sezione 8, sono proposti alcuni contributi connessi a concreti esempi di valutazione.

In queste sezioni sono presenti alcune delle migliori firme del nostro paese sui temi della valutazione, che si confrontano virtualmente in queste pagine con posizioni non sempre coincidenti, anche se tutte interessanti e meditate. E' esattamente questo che crediamo una rivista debba fare: offrire punti di vista diversi, offrendo al lettore gli strumenti per formarsi una propria convinzione.


Con contributi di (in ordine di pubblicazione su questo dossier): Sara Depedri, Luigi CorvoLavinia PastoreStefano ZamagniPaolo VenturiSara RagoGian Paolo BarbettaAndrea BassiMarco MusellaGianfranco MarocchiNicoletta StameMario CalderiniFrancesco GerliJean FabreLaura BerardiGiulia BellanteMichele ReaGuido Cisternino, Carlo BorzagaIrene BengoMarco RattiVeronica ChiodoNeil McHughStephen SinclairMichael RoyLeslie HuckfieldCam DonaldsonAndrea BernardoniElisa ChiafFlavia Coda MoscarolaMarco DemarieEricka CostaLaura CastegnaroEleonora Maglia.

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