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ISSN 2282-1694
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Editoriale

La riforma del Terzo settore tra unità e differenziazione

Luca Gori, Gianfranco Marocchi

Lavoro

Impresa sociale e lavoro

Redazione

Tirocinio e tutoraggio

Piera Lepore

Gestione delle risorse umane in agricoltura sociale

Francesca Vaccari, Silvia Sacchetti, Andrea Signoretti

Coprogrammazione

Coprogrammazione, banco di prova per l’amministrazione condivisa

Redazione

La co-programmazione ex articolo 55

Andrea Bongini, Pina Immacolata Di Rago, Salvatore Semeraro, Umberto Zandrini

La coprogrammazione a Caluso

Gianfranco Marocchi

Recensioni

Cooperative da riscoprire. Recensione

Simone Poledrini

Numero 2 / 2021

Fiscalità

Il cantiere della fiscalità dell’impresa sociale

Felice Scalvini

Il cantiere della fiscalità dell’impresa sociale continua ad essere aperto. Era rimasto aperto nel 2006, causando il mancato sviluppo dell’impresa sociale e favorendo, come effetto secondario, una serie di analisi un po’ sconclusionate circa i motivi del mancato decollo della legge. Analisi che hanno comunque portato alla riforma del 2017 che però, in assenza della chiusura della partita fiscale a causa della tuttora inevasa notifica alla Commissione europea, non ha prodotto la tanto attesa, esplosiva svolta. A confema che l’assenza di una fiscalità adeguata costituisce l’unico vero freno al decollo dell’imprenditoria sociale con forme giuridiche diverse dalle cooperative. Che, guarda caso, sono storicamente ben regolamentate e quindi possono continuare a godere di una strutturale posizione di dumping fiscale.

I due lavori che seguono ci permettono di fare il punto. Nel primo Giulia Boletto ricostruisce con lucidità ed acume le ragioni costituzionali sulle quali fondare due orientamenti molto rilevanti. Il primo relativo alla opportunità “che il legislatore tributario valuti in modo differente i redditi prodotti da soggetti dotati di un particolare valore costituzionale e destinati ex lege a scopi pubblicistici”. Il secondo relativo al fatto “che la previsione di un trattamento fiscale ‘sottrattivo’ soggettivamente circoscritto non integra la nozione di aiuto di stato qualora esso risulti giustificato dalla natura o dalla struttura del sistema, perché in tal caso esso non rappresenta una deroga al regime ordinario è quindi non idoneo a determinare una concreta distorsione della concorrenza di mercato”.

Si tratta di un inquadramento che permette di leggere con uno sguardo nuovo la puntuale ricostruzione dello stato dell’arte proposta nell’articolo di Gian Mario Colombo. Infatti, tutti i limiti e le incoerenze della situazione attuale rappresentano, alla luce del quadro costituzionale, gravi incoerenze che vanno sanate e non soltanto imperfezioni, auspicabilmente da rimuovere. A conferma che il principio di sussidiarietà determina in tutti gli ambiti ordinamentali, compresa la fiscalità, un cambio di paradigma decisivo e per molti versi ancora da esplorare, riconoscere e, in questo caso, attuare.

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