L’impresa sociale, un pilastro per le politiche

L’impresa sociale è chiamata in causa nelle grandi sfide con cui alcune delle principali politiche del nostro Paese si stanno confrontando. Due dei tanti esempi sono sviluppati in questo numero di Impresa Sociale.

Città più vivibili, a misura d’uomo, dove luoghi di degrado, eredità di un passato industriale non più attuale, vengono rigenerati e si riempiono di nuove economie, relazioni, socialità; il contrasto della povertà e il tentativo di favorire, per quando possibile, percorsi di autonomia delle persone che oggi beneficiano del Reddito di Cittadinanza.

Oggi sembra quasi scontato, quando ci si misura con questioni di questa portata, interrogarsi su come l’impresa sociale possa aiutarci a trovare risposte adeguate o, in altri casi, su come la sua assenza nel concepire le politiche porti ad esiti parziali e insoddisfacenti. Per meglio dire: ci è difficile pensare a soluzioni in linea con la sensibilità dei nostri tempi – non assistenziali, basate sul protagonismo e l’attivazione dei cittadini, per quanto possibile autosostenibili, innovative, ecc. – senza che l’impresa sociale sia pienamente coinvolta.

Lo avevano ben argomentato Luca Tricarico e Lorenzo De Vidovich nel numero 2/2021, guardando alle nostre città che si ripensano post pandemia, accogliendo gli stimoli al rinnovamento al centro del dibattito di questi mesi, come quello delle “città dei 15 minuti”; lo sviluppano in questo numero Andrea Bernardoni, Massimo Cossignani, Daniele Papi e Antonio Picciotti riflettendo sul ruolo delle imprese sociali e delle organizzazioni del terzo settore nei processi di rigenerazione urbana. Armando Vittoria conduce invece una riflessione su presupposti e implicazioni delle politiche di cash benefit quali il Reddito di Cittadinanza, in particolare sui dispositivi che dovrebbero favorire l’inserimento sociale dei beneficiari; concentrandosi sui limiti di politiche basate sulla disintermediazione che mettono in secondo piano il ruolo del terzo settore.

Analisi simili potrebbero svilupparsi anche rispetto ad altri settori strategici delle politiche del nostro Paese: la cultura, l’ambiente, l’energia, la salute e gli altri “settori di interesse generale” evidenziano quanto sia prezioso un ruolo delle imprese sociali nei piani di rilancio del Paese o quanto la sua assenza si associ a politiche discutibili.

Impresa Sociale continuerà a raccontarlo anche nei prossimi numeri.