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ISSN 2282-1694
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Numero 1 / 2025

Saggi

Un percorso di amministrazione condivisa: il caso dell’emporio solidale di Empoli

Raffaele Calugi, Matteo Pozzoli

 


Introduzione

L’amministrazione condivisa si fonda sul dialogo costante tra Enti del Terzo settore (d’ora in avanti ETS) e Pubblica amministrazione, che rende possibile una più ampia capacità di intercettare e comprendere i bisogni della collettività. La collaborazione fra il Terzo settore e la P.A. produce un circuito virtuoso: gli ETS offrono la propria conoscenza del territorio, la rete di relazioni e le proprie competenze; la P.A., a propria volta, evidenzia le necessità del territorio e mette a disposizione una quota significativa delle risorse necessarie per attuare gli interventi. Questo è il senso dell’art. 55 del d. lgs. 117/2017 (Codice del Terzo settore, d’ora in avanti CTS) che disciplina i procedimenti di co-programmazione e di co-progettazione, ispirati al principio di sussidiarietà orizzontale (art. 118, 4 comma, Cost.), come rimarcato anche dalla sentenza della Corte costituzionale 131/2020[1]. Sulla base di tale norma, il partenariato collaborativo tra ETS e pubblica amministrazione non è più limitato – come avveniva ai sensi del preesistente DPCM 30/03/2001 – agli “interventi innovativi e sperimentali” (DPCM 30/03/2001, art. 7)[2], ma diventa una forma “ordinaria”, il cui esito si sostanzia in un accordo ai sensi dell’art. 11 della l. 241/1990. Infatti, ad essere (radicalmente) innovativo non è tanto l’atto finale dell’accordo, ma il modo con cui lo si raggiunge: gli obiettivi e i progetti da realizzare vengono individuati da enti del terzo settore ed enti pubblici insieme attraverso un procedimento amministrativo che garantisce la partecipazione dei soggetti coinvolti. Il CTS non ha creato i rapporti fra ETS e la pubblica amministrazione, già esistenti nella prassi da decenni, bensì ha strutturato un innovato percorso di intervento tramite un modulo procedimentale in cui gli ETS concorrono con l’ente pubblico ad individuare le esigenze della collettività da soddisfare e le attività da attuare. Tuttavia, la nuova sede in cui si svolge la cooperazione fra privato sociale ed ente pubblico richiede un linguaggio e delle conoscenze formali che sono in parte estranee alla tradizione degli Enti del terzo settore. È necessario, pertanto, capire se e come la nuova disciplina abbia contribuito nella pratica alle relazioni fra queste due realtà.

Lo studio di caso

Per comprendere a pieno le potenzialità applicative dell’istituto, si è scelto di procedere allo studio di un caso concreto: quello dell’Emporio solidale di Empoli (d’ora in avanti ESE). Si tratta di un’iniziativa di contrasto alla povertà alimentare attraverso un supermercato di prodotti gratuiti in cui il fruitore può scegliere i generi a lui più adatti tramite una tessera a punti.

L’aspetto di particolare interesse è che tale iniziativa è partita come collaborazione tra ETS e P.A. sviluppatasi al di fuori delle norme contenute nel Codice del Terzo settore. In seguito, la Società della Salute (d’ora in avanti anche SDS) ha emanato un avviso di un procedimento di co-programmazione riguardante la lotta alla povertà alimentare e il potenziamento dell’ESE e da quel momento in avanti il caso di studio si è riallineato con i binari normativi previsti dal CTS, dalla normativa regionale (L.R. 65/2020) e dalle Linee Guida del D.M. 72/2021. È possibile quindi studiare in che modo il passaggio alle forme di amministrazione condivisa previste dal CTS abbia impattato sulla sostanza dei rapporti collaborativi in essere.

Per approfondire la conoscenza di questa esperienza, si sono tenuti colloqui ed interviste con l’Emporio e si sono visitati i locali che hanno sede nella ex sede della mensa Emmaus, gestita dalla Misericordia di Empoli. Infine, si sono studiati gli atti e le proposte progettuali presentati dagli stessi ETS nelle procedure di co-programmazione e di co-progettazione.

La nascita dell’Emporio

L’esperienza ha preso avvio nel 2021 su iniziativa della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Empoli (di seguito anche “Misericordia di Empoli”) e di altri ETS presenti sul territorio locale: Associazione Vecchie e Nuove Povertà (d’ora in avanti anche VNP), Re. SO. Recupero Sociale, Arci comitato Territoriale Empolese Valdelsa APS, Croce Rossa Comitato di Empoli, Caritas Sant’Andrea di Empoli, Caritas Parrocchiale di Ponzano, Auser Filo d’argento, Caritas di Ponte a Elsa e Caritas parrocchiale di Santa Maria Pia.

L’Emporio Solidale Empolese (d’ora in avanti, ESE) è nato come un luogo dove le persone in situazione di disagio possono trovare gratuitamente, a titolo di solidarietà, generi alimentari di prima necessità. Il progetto ha preso forza dalle diverse provenienze culturali e ideologiche che caratterizzano le associazioni aderenti: si tratta di una rete orizzontale, ossia di un insieme di enti non legati tra loro dal punto di vista organico come nel caso delle reti associative composte da enti che si riconoscono nella medesima organizzazione di secondo livello[3] o comunque come nel caso delle sigle unitarie di enti accomunati da riferimenti culturali, religiosi, valoriali o di altro genere; in questo caso la rete nasce dalla decisione – assunta da soggetti tra loro indipendenti - di cooperare per uno scopo comune. Questa caratteristica ha rappresentato un presupposto favorevole per intraprendere il dialogo fra le associazioni e l’ente pubblico.

Fin dall’inizio, la Misericordia di Empoli e il Comune di Empoli condividevano l’obiettivo di creare una rete di distribuzione alimentare per fronteggiare le crisi causata dal Covid-19. In particolare, la Misericordia intendeva inserirsi nel progetto HOPE promosso dalla Confederazione della Misericordie d’Italia per istituire e organizzare una rete di Empori solidali in tutta Italia. L’idea centrale dell’intero progetto era alleviare il disagio delle persone in difficoltà cercando di rendere l’esperienza dell’Emporio più simile possibile a quella di fare una spesa quotidiana in un negozio.

Una prima forma di amministrazione condivisa: l’accordo di collaborazione

Con delibera n. 57 del 14 aprile 2021, il Comune di Empoli ha dato una prima veste formale al percorso di collaborazione con gli enti del terzo settore attivi sul territorio a sostegno anche economico delle fasce socialmente più fragili, in modo da creare un luogo all’interno del quale le persone in difficoltà possano trovare non solo generi alimentari di prima necessità, ma anche ascolto e solidarietà.

Al fine di attuare tale l’iniziativa, la Misericordia e il Comune hanno ritenuto opportuno coinvolgere altre associazioni del territorio. Tra queste, VNP ha svolto un ruolo di coordinamento del progetto, grazie all’esperienza nel lavoro di rete maturata in occasioni precedenti, in particolare nell’ambito del Patto Territoriale di Reciprocità tra l’Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa, che nel 2014 aveva visto un gruppo di enti del territorio avviare il progetto “WIN[4], una iniziativa di percorsi di inserimento socio-lavorativo per contrastare in modo attivo le situazioni di povertà ed emarginazione. Grazie all’esperienza maturata in tale iniziativa, l’associazione VNP è stata individuata, nell’ambito della prima progettazione dell’ESE, come soggetto in grado di contribuire alla gestione e il coordinamento della rete.

I compiti svolti dalle associazioni sono disciplinati dall’accordo di collaborazione di giugno 2021, ai sensi dell’art. 11 della l. 241/1990[5]. Coerentemente con quanto sopra richiamato, in questa prima fase del progetto ESE, l’associazione VNP aveva il compito di animare la rete delle associazioni e di gestire il tavolo dell’Emporio in cui sono coinvolte tutte le associazioni partecipanti al progetto; valutava le richieste provenienti dai punti-Emporio, sportelli diffusi sul territorio connessi all’Emporio stesso e con funzione di ricezione delle richieste della tessera da parte degli utenti. Infine, presso l’Emporio stesso (nei cui locali vengono distribuiti i prodotti), VNP gestiva la contabilità economica e finanziaria dell’iniziativa.

Le altre associazioni, in base alle proprie esperienze, partecipavano alla vita dell’Emporio: la Misericordia curava i rapporti con i fornitori e metteva a disposizione i locali dove si svolge l’attività; l’associazione RE.so. organizzava il magazzino delle scorte presso la propria sede; l'Arci Comitato Territoriale Empolese Valdelsa APS gestiva i punti di accesso dove registrarsi per accedere ai servizi dell’Emporio. Le altre associazioni mettevano a disposizione l’attività dei propri volontari. Da parte sua, il Comune di Empoli, in linea con le proprie risorse di bilancio, destinava alcuni fondi all’apertura dell’Emporio, con i quali tra le altre cose è stato possibile arredare i locali dell’Emporio.

Concretamente, le associazioni firmatarie raccoglievano le richieste di accesso all’ESE presso i propri punti di ascolto e periodicamente si riunivano in un Tavolo operativo, insieme all’ente pubblico, per approvare le domande e conferire all’utente la tessera di ammissione all’ESE. Tale Tavolo operativo era composto dai legali rappresentanti delle associazioni partecipanti e aveva la funzione di vigilanza sull’attuazione dell’Accordo, oltre ad affrontare eventuali controversie tra i soggetti partecipanti. Il legale rappresentate dell’ente coordinatore di progetto era l’unico soggetto legittimato all’utilizzo del fondo e pertanto rispondeva delle operazioni compiute. Come è evidente da questa descrizione, seppure in forma ancora embrionale, il patto di collaborazione del 2021 rappresenta un passo di grande rilievo nella costruzione di una rete strutturata del Terzo settore empolese.

Il procedimento di co-programmazione

L’Emporio Solidale di Empoli ha cominciato la sua attività nel 2021. Durante la vigenza dell’accordo di collaborazione, la Società della Salute[6] ha indetto parallelamente con determinazione n. 270/2020 un procedimento di co-programmazione ai sensi dell’art. 55 del CTS e dell’art. 10 della L.R. 65/2020 finalizzato a “acquisire gli interessi e i bisogni rappresentati dagli Enti del Terzo Settore, ed elaborare il quadro dei bisogni e dell’offerta sociale, in relazione alla macroarea di intervento: inclusione sociale e lotta alla povertà”.

L’avviso individuava quattro programmi di intervento: 1) reddito di cittadinanza; 2) marginalità estrema e persone senza fissa dimora; 3) programma di azioni di sostegno all’economia; 4) accoglienza e integrazione delle persone straniere. Inoltre, la SDS ha dimostrato, inoltre, l’interesse a dedicare “uno specifico focus al tema della povertà alimentare” (det. 271 del 31 dicembre 2020). Per ognuno delle suddette tematiche, la Società della Salute ha instaurato un tavolo operativo.

La SDS ha ammesso al procedimento 30 associazioni con sede operativa nei 15 Comuni che fanno parte del territorio dell’empolese Valdelsa. La pubblicazione dell’avviso ha pertanto portato ad un ampliamento della partecipazione degli enti del terzo settore rispetto alla compagine coinvolta nell’accordo di collaborazione; anche da un punto di vista territoriale, l’avvio del procedimento ha portato al coinvolgimento non solo di soggetti del comune capoluogo, ma anche di altri comuni della zona dell’Empolese Valdarno Valdelsa.

Per quanto concerne il tavolo della lotta alla povertà alimentare, il partenariato ha evidenziato la necessità di potenziare l’Emporio solidale già esistente, di aprirne di nuovi e di inaugurare un sistema di educazione volto alla lotta allo spreco; dunque, anche dal punto di vista delle azioni, il tavolo di co-programmazione ha portato ad un ampliamento delle azioni precedentemente realizzate, valorizzando il lavoro del precedente accordo di collaborazione e evidenziandone possibili ulteriori sviluppi.

La relazione dell’attività di co-programmazione ha definito gli empori solidali come “punti di distribuzione al dettaglio che permettono la scelta dei prodotti adeguati alle esigenze delle famiglie, realizzati per sostenere le persone in difficoltà attraverso l’aiuto alimentare e l’offerta di occasioni di socializzazione”, evidenziando quindi come una bottega dove è possibile ottenere gratuitamente dei prodotti lascia al beneficiario una maggior capacità di scelta dei prodotti di prima necessità rispetto al pacco alimentare, oltre a costituire un’occasione di contatto più significativo con gli operatori. L’ESE è apprezzato in quanto riesce contemporaneamente a rispondere a necessità primarie (es. erogazione dei generi alimentari) e ad offrire opportunità di sviluppo della persona in funzione sociale e relazionale. Inoltre, il tavolo ha sottolineato l’importanza di un coordinamento istituzionale tra enti pubblici ed ETS. La collaborazione tra i protagonisti dell’iniziativa è funzionale per le modalità di recupero dei generi alimentari e per la formazione dei volontari; inoltre, mette a disposizione percorsi di cittadinanza attiva sulla povertà alimentare e per rendere il più visibile e conoscibile possibile tutto ciò che il volontariato fa e può raccontare.

Il documento programmatico ha individuato altre macroaree di intervento. In primo luogo, il gruppo di lavoro si è posto l’obiettivo di “potenziare le pratiche di recupero dei generi alimentari tramite la collaborazione con mense private e pubbliche e con le aziende produttrici” (relazione attività di co-programmazione del gruppo Povertà Alimentare). In particolare, viene sottolineata la necessità di avere luoghi di deposito sani e adatti per accogliere questa tipologia di prodotti e in particolare alcuni frigoriferi per gli alimenti freschi, che sono i più difficile da reperire, conservare e trasportare. Il tavolo si è posto l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dei consumi attraverso incontri di formazione per i volontari e momenti di scambio di esperienze presenti sul territorio toscano.

In sintesi, il tavolo di co-programmazione si è orientato verso due priorità: migliorare da una parte la qualità della condivisione dei generi alimentari, dall’altra aspetti sociali e relazionali e un canale di formazione per l’uso consapevole del cibo.

La concreta attuazione del programma: il procedimento di co-progettazione

In coerenza con gli esiti della co-programmazione, con determina n. 87 del 27 aprile 2023, la Società della Salute ha indetto un percorso di co-progettazione focalizzato sul tema della lotta alla povertà alimentare. Nell’avviso, l’amministrazione procedente specifica 3 macroaree di intervento: 1) il potenziamento e l’apertura di Empori solidali; 2) altre forme di sostegno alimentare e 3) i servizi di supporto al contrasto della povertà alimentare.

La Società della Salute ha espresso valutazioni positive del progetto e, attraverso un procedimento ad evidenza pubblica, ha posto l’obiettivo di: “costituire una lista di soggetti qualificati a partecipare ad un’attività di co-progettazione di interventi al fine di individuare modalità di contrasto alla povertà alimentare, nonché azioni finalizzate alla riduzione dello spreco a riciclare, e indurre al riuso attraverso un procedimento ad evidenza pubblica” (det. 87/2023).

Per quanto riguarda gli ESE, il procedimento ha previsto l’integrazione tra gli Empori Solidali esistenti sul territorio della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, permettendo l’utilizzo degli empori a tutti i cittadini della zona circondariale, e non soltanto ai residenti del Comune di Empoli; ha previsto inoltre l’attivazione di progetti di educazione alimentare, il lavoro sul rafforzamento delle competenze dei fruitori degli empori mediante progetti di formazione e reinserimento lavorativo, l’organizzazione, all’interno degli Empori, di spazi specifici dove poter inserire un “Angolo delle Cose utili: prestito briko”, uno spazio dedicato agli attrezzi fai da te e di oggettistica di vario genere da prendere in prestito gratuitamente.

Inoltre, l’avviso aveva per oggetto anche altri interventi di contrasto della povertà, come la distribuzione di pacchi alimentari e azioni per rendere più conosciute e accessibili le mense solidali. Sempre nell’ottica di un maggior rispetto della dignità della persona, si è prevista la personalizzazione del contenuto del pacco alimentare, anche mediante lo sviluppo di un sistema di prenotazione online, o mediante l’utilizzo di un app. Infine, l’avviso di co-progettazione auspicava il potenziamento dei servizi a supporto del contrasto alla povertà alimentare, come il recupero di generi alimentari, l’educazione al riuso, la lotta allo spreco e un sistema di trasporti che permetta a tutti i tesserati di poter accedere agli Empori solidali.

Emerge quindi un circolo virtuoso che dalle prime esperienze pratiche – l’accordo di collaborazione – ha stimolato una riflessione tale da inquadrare l’azione di solidarietà alimentare dell’Emporio entro un insieme più ampio di interventi volti sia a favorire l’autonomia degli utenti, sia a impattare sui comportamenti e sulle percezioni dei cittadini. In generale gli interventi sembrano ad ogni passaggio aumentare nel livello di integrazione e di sistematicità, sollecitando un coinvolgimento sempre più ampio del tessuto sociale locale.

L’analisi di una proposta progettuale: la Misericordia di Empoli

Nell’ambito dell’attività di dottorato all’interno della Misericordia di Empoli, si è presa visione della proposta formulata dall’associazione nell’ambito dell’istanza di partecipazione al procedimento di co-progettazione, cui la Misericordia di Empoli ha partecipato come capofila di un’associazione temporanea di scopo[7] comprendente altre 13 Misericordie[8]. Anche se in questo caso si tratta di un percorso interno ad una specifica rete, è evidente come la co-progettazione abbia spinto i soggetti a fare sistema.

Rispetto alle proposte di intervento, la Misericordia non si è limitata a riproporre il progetto in essere, ma ne ha immaginato un rafforzamento attraverso uno spazio dedicato agli attrezzi per il fai da te e ha previsto un rafforzamento della collaborazione con la SDS prevedendo modalità di accesso all’Emporio che favoriscano la possibilità di intercettare i bisogni reali dei cittadini.

Tra le proposte ve ne erano alcune non direttamente connesse con l’attività dell’Emporio solidale: ad esempio, per quanto riguarda la distribuzione dei pacchi alimentari, la Misericordia ha promosso lo sviluppo di un sistema di prenotazione online con cui il beneficiario comunica i beni di cui ha bisogno. Le Misericordie hanno espresso anche la volontà di potenziare i servizi di trasporto, al fine di garantire a tutti l’accesso alle mense e agli empori esistenti sul territorio.

Il terzo obiettivo proposto dall’avviso consisteva nel ridurre lo spreco dei prodotti alimentari invenduti; a tale proposito, la Misericordia si impegnava a rendere più efficiente la relazione tra la rete territoriale locale e la piccola/media distribuzione, così da facilitare il conferimento dell’eccedenza alimentare agli interventi rivolti a persone in difficoltà.

Nel progetto appariva chiara la volontà di integrare le esperienze e le potenzialità espresse dal volontariato con quelle della SDS, così da garantire benessere e sostentamento alle persone in difficoltà. Il progetto appariva quindi coerente con lo spirito centrale della co-progettazione, in quanto mirava ad una proficua unione di energie e azione tra ETS ed ente pubblico per incrementare la quantità e la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.

Infatti, viene inoltre rimarcato che “l’ESE si presenta come attività di fornitura di generi alimentari, ma non si ferma a questo: diventa un luogo materiale di incontro e di relazione”.

Questo pur sintetico resoconto evidenzia come in sede di risposta all’avviso di co-progettazione gli ETS – o almeno l’ETS di cui si è avuto modo di esaminare la proposta – non si sia limitato a rispondere in ottica conservativa, riproponendo le azioni già in essere, ma sia stato stimolato a confrontarsi con le tematiche frutto del lavoro comune di co-programmazione e abbia lavorato al fine di ampliare, arricchire e integrare i propri interventi.

I tavoli di lavoro e la convenzione

Accanto alle Misericordie, anche altri enti hanno presentato le proprie proposte, che sono state ammesse ai tavoli di co-progettazione ad esito dei quali amministrazione procedente ed ETS sono giunti di comune accordo ad un progetto definitivo. La convenzione del giugno 2024 rappresenta il risultato del percorso di progettazione condiviso fra le associazioni del territorio e la Società della Salute e vede la partecipazione, oltre che delle Misericordie, di altri otto enti con diversa forma giuridica (oltre alle OdV, vi sono società cooperative sociali, associazioni di promozione sociale e fondazioni) e di diversa estrazione culturale.

La convenzione ha definito le modalità operative del partenariato, in forme coerenti con gli intenti collaborativi del procedimento. Ad esempio, per quanto riguarda l’individuazione dei beneficiari, essi potranno rivolgersi sia al servizio sociale, sia agli Empori solidali presentando la documentazione richiesta e, se ammissibili all’intervento, ne possono beneficiare anche senza essere formalmente presi in carico dal servizio sociale. Questa organizzazione dei criteri di accesso da una parte valorizza il partenariato ETS, dall’altra risulta più accessibile e meno stigmatizzante per i cittadini.

Inoltre, la convenzione definisce i compiti dell’amministrazione procedente e degli ETS partner, delineati sulla base delle esperienze, degli ambiti di attività e della presenza territoriale, evidenziando un quadro in cui le dinamiche dei tavoli hanno portato ad integrare in modo virtuoso competenze e radicamento territoriale di ciascuno.

La SDS interviene con risorse di supporto all’organizzazione dell’Emporio (costi di trasporto, software di gestione, servizio di cassa), senza sostenere la fornitura di generi alimentari, frutto invece della capacità di raccolta fondi degli ETS; finanzia la formazione ed aggiornamento degli operatori relativamente alle attività previste per il servizio; provvede ai costi per la manutenzione ordinaria dei veicoli destinati al servizio di trasporto. Accanto alle risorse proprie, la SDS si propone di agire per sostenere le capacità di raccolta alimentare sul territorio; come evidenzia il presidente della SDS, l’obiettivo è quello di “instaurare un rapporto più strutturato con le aziende private sul territorio operative nel settore alimentare. Ci stiamo organizzando, per esempio, con la Conad di San Miniato: da inizio 2025 invieranno a noi le eccedenze alimentari che non sono riusciti a collocare sul mercato”. In altre parole, la Società della Salute vuole coinvolgere nella rete di solidarietà anche società commerciali: in questo modo enti pubblici, enti nonprofit ed enti for profit possono creare una proficua sinergia volta allo svolgimento di un’attività di interesse generale.

La SDS ha destinato, inoltre, al progetto una somma pari ad € 124.000 annui composti da fondi propri e risorse provenienti da finanziamenti statali, regionali ed europei.

Conclusioni

Il caso sopra esaminato evidenzia come il Codice del Terzo settore abbia offerto una cornice sistematica per inquadrare istanze collaborative che nella sostanza preesistevano alla riforma del 2017. L’art. 55 del Codice permette di sfruttare al massimo la sinergia tra gli Enti di Terzo settore e la pubblica amministrazione. Come spiega efficacemente Gregorio Arena[9], l’amministrazione condivisa, che trova massima espressione nelle norme citate sopra, deve essere distinta “dalle varie forme di partecipazione già conosciute (come la partecipazione al procedimento amministrativo o ad organi decisionali pubblici) in cui i privati venivano ammessi a partecipare ad alcune fasi dell’esercizio del potere amministrativo. Nel modello dell’amministrazione condivisa, invece, l’ipotesi era che cittadini e amministrazioni condividessero non l’esercizio del potere bensì della funzione amministrativa, condividendo risorse e responsabilità per risolvere insieme problemi di interesse generale”.

È proprio quello che è successo nello svolgimento dell’Emporio solidale di Empoli: protagonisti dell’associazionismo territoriale ed enti pubblici hanno prima individuato gli obiettivi di utilità sociale da raggiungere e, in seguito, hanno messo in campo le proprie forze al fine di attuarli.

Questa compartecipazione ha messo in luce il ruolo propulsivo assunto dal Terzo settore: il soggetto pubblico ha infatti innestato la sua azione su un accordo liberamente assunto da associazioni di Terzo settore attraverso un negozio giuridico di diritto privato; solo successivamente, l’ente pubblico ha deciso di intraprendere un percorso di co-programmazione e di co-progettazione. D’altra parte, tali procedimenti non si sono limitati a riprodurre l’iniziativa originaria del Terzo settore, ma hanno promosso un processo che ha ampliato sia gli attori che le iniziative, tanto è vero che l’ESE – l’oggetto del primo accordo di collaborazione - è solo una delle aree di intervento individuate dagli avvisi. Inoltre, l’intervento della SDS ha aperto la possibilità di accedere ai servizi dell’Emporio a tutti i residenti del Circondario Empolese Valdelsa.

Alla luce di quanto sopra esposto, l’instaurazione di un percorso di co-programmazione e co-progettazione ha comportato un miglioramento delle interazioni tra ETS e pubblica amministrazione su tre profili: in primo luogo, la pubblicazione di un avviso da parte della Società della Salute ha ampliato l’ambito di intervento a tutto il territorio circondariale, cogliendo le medesime esigenze su un territorio più esteso di quello originario; l’inserimento di tavoli operativi all’interno di un procedimento amministrativo ha aumentato, sulla base di un confronto tra le diverse parti interessate, le tematiche di attività, integrative e ulteriori rispetto a quella esercitata secondo il progetto iniziale; infine, la capacità organizzativa e gestionale dell’ente pubblico circondariale ha permesso la partecipazione di soggetti e associazioni esterni al territorio comunale di Empoli, contribuendo a creare sinergie prima non ottenibili. Certamente il passaggio da un rapporto di tipo informale ad uno procedimentalizzato ha allontanato alcuni soggetti che avevano preso parte all’accordo di collaborazione iniziale. Tuttavia, ciò non deve stupire: alcune associazioni contribuiscono all’Emporio solidale attraverso l’apporto di propri volontari e non hanno le risorse e l’interesse a collaborare nelle altre attività individuate nel procedimento con la SDS. Rimane auspicabile che si avviino delle riflessioni su come – ad esempio prevedendo la possibilità di raggruppamenti, come peraltro avviene in moltissimi procedimenti – si possa facilitare una presenza più ampia delle piccole associazioni, al fine di far confluire gli sforzi di soggetti che, in via isolata, non riuscirebbero a raggiungere risultati significativi.

DOI 10.7425/IS.2025.01.07

 

Avvisi emanati dalla Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa:

Determinazione n. 271 del 31/12/2020: “Manifestazione di interesse per l’avvio di un procedimento di co-programmazione finalizzata ad acquisire gli interessi e i bisogni rappresentatati dagli enti del terzo settore ed elaborare il quadro dei bisogni e dell’offerta sociale in relazione alla macroarea di intervento: inclusione sociale e lotta alla povertà”;

Determinazione n. 23 del 19/01/2021: “Istruttoria e valutazione della candidature”;

Determinazione n. 102 del 24/03/2021: “Approvazione dei documenti finali”;

Determinazione n. 87 del 27/04/2023: “Avviso pubblico per la selezione di soggetti collaboratori in qualità di partner della Società della Salute Empolese Valdarno Valdelsa, interessati alla prestazione di proposte progettuali destinate a intervenire in materia di povertà alimentare”.

 

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Scalvini, F. (2018), Co-programmazione, co-progettazione e accreditamento: profili e questioni applicative, in Fici A (a cura di). La riforma del Terzo Settore e dell’Impresa sociale. Una introduzione, Napoli: Editoriale scientifica.

Sclavi, M., & Susskind, L. (2011). Confronto creativo: dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati: con una conversazione tra Marinella Sclavi e Giuliano Amato. et al.

Yin, R. K. (2004). The case study anthology. Sage.

 

[1] Marocchi G., La sentenza 131 e il lungo cammino della collaborazione, in Impresa Sociale, 2020.

[2] B. Di Giacomo Russo, la co-amministrazione sociale a livello locale, in Cooperative e non profit, Milano, 2014.

[3] Ai sensi dell’art. 41 CTS, le reti associative “sono enti del Terzo settore costituiti in forma di associazione, riconosciuta o non riconosciuta. Sono organizzazioni che aggregano un numero elevato di enti e che hanno un importante ruolo di controllo e rappresentanza degli interessi degli Enti del Terzo settore.

Per essere costituite le reti associative devono aggregare, anche indirettamente, un numero non inferiore a 100 enti del Terzo settore (20 nel caso di fondazioni), le cui sedi legali o operative siano presenti in almeno cinque regioni o province autonome”. La loro funzione consiste nel monitoraggio dell’attività, includendo eventualmente l’impatto sociale, degli enti ad esse associati, e redazione di una relazione annuale al Consiglio nazionale del Terzo settore e nella promozione e sviluppo delle attività di controllo, anche sotto forma di autocontrollo e di assistenza tecnica nei confronti degli enti associati.

[4] Si tratta di un progetto inquadrato nell’ambito di una convenzione tra enti pubblici e organizzazioni di volontariato ai sensi dell’art. 7 della l. 266/1991.

[5] L’art. 11 della l. 241/1990 disciplina gli accordi stipulati nel corso del procedimento tra amministrazione procedente e privati interessati. La normativa prevede la possibilità di stipulare accordi al fine di determinare il contenuto discrezionale del provvedimento amministrativo, vincolando la pubblica Amministrazione a chiudere il procedimento non già con un provvedimento, bensì proprio con l’accordo stipulato con i privati (accordi-sostitutivi).

[6] Istituite dalla L.R. 60/2005, recante modifiche alla L.R. 40/2005, le Società della Salute sono enti pubblici costituiti per adesione volontaria dei Comuni di una stessa zona-distretto e dell'Azienda USL territorialmente competente, per l'esercizio associato delle attività sanitarie territoriali, sociosanitarie e sociali integrate. Due leggi regionali del 2014, la 44 e la 45, individuano due strumenti per regolare gli assetti territoriali integrati in ogni zona distretto: il proseguimento della Società della Salute o la stipula di una convenzione sociosanitaria fra tutti i comuni della zona distretto e l'Azienda Usl di riferimento. Per questo dove non sono costituite le Società della Salute l'esercizio dell'integrazione sociosanitaria per la non autosufficienza e la disabilità è attuata attraverso apposita convenzione stipulata da tutti i comuni della zona distretto e dall'azienda unità sanitaria locale del territorio.

[7] L’ATS (Associazione Temporanea di Scopo) è una figura tipica dei coordinamenti di natura contrattuale tra enti del terzo settore per la realizzazione di un progetto specifico. È necessario che tutti i soggetti coinvolti sottoscrivano un contratto in cui siano previsti diritti e obblighi delle organizzazioni co-proponenti e la nomina dell’ente capofila che tenga i rapporti con i terzi. Tutti i soggetti co-proponenti sono responsabili in solido per le obbligazioni assunte nei confronti dei terzi.

[8] Hanno firmato l’atto di costituzione di raggruppamento temporaneo di imprese le seguenti misericordie: la Misericordia di Limite sull’Arno; la Misericordia di Castelfranco di sotto; al Misericordia di Sanminiato; la Misericordia del S.S. Crocefisso di Gambassi terme; la Misericordia di Certaldo; la Misericordia di Vinci; la Misericordia di San Miniato basso; la misericordia di Santa Corce sull’Arno; la Misericordia di Montespertoli; la Misericordia di Castelfiorentino; la Misericordia di San Romano; la Misericordia di Montelupo fiorentino.

[9] Arena G., L’amministrazione condivisa, a cura di Arena G., Bombardelli M., 2022, Università di Trento.

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