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ISSN 2282-1694
impresa-sociale-1-2022-imprese-e-organizzazioni-dell-economia-sociale-e-solidale-e-tempo-di-raccogliere-la-sfida-e-rivendicare-un-ruolo-legittimo-sulla-scena-internazionale

Introduzione

Sull’economia sociale nella dimensione globale

Gianluca Salvatori

L’impresa sociale: dalla teoria alle policy

Giulia Galera, Stefania Chiomento

Dal mondo

Esperienze dal mondo

Redazione

Le cooperative agricole familiari in Brasile

Leandro Pereira Morais, Miguel Juan Bacic

Economia solidale: due esperienze dall'America latina

Maura Viezzoli, Luigi Grando

Innovazione sociale: una via mediterranea?

Dario Carrera, Suheli Chrouda, Rosario Sapienza, Marco Traversi

L’ESS per il lavoro dignitoso nell’Africa subsahariana

Jürgen Schwettmann

In memoria

Ricordando Marco Maiello

Felice Scalvini

Numero 1 / 2022

Le politiche

Imprese e organizzazioni dell’economia sociale e solidale. È tempo di raccogliere la sfida e rivendicare un ruolo legittimo sulla scena internazionale

Raymond Saner

Original English version

Alla 76a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i leader mondiali hanno discusso della necessità di darsi obiettivi più ambiziosi per affrontare le principali sfide globali, tra cui la pandemia da Covid-19, i cambiamenti climatici, l’estremismo politico e le crescenti disuguaglianze. Il modo più significativo per affrontare tutte queste sfide è l’Agenda 2030 e i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs); tuttavia, secondo le ultime valutazioni, gli SDGs non saranno realizzati entro il 2030 se il modello di sviluppo rimane quello prevalente. È quindi necessario identificare gli approcci che funzionano e aumentare le forme di sostegno.[1]

Le SSEEO (Social and Solidarity Economy Enterprises and Organizations, organizzazioni e imprese dell’economia sociale e solidale) possono svolgere un ruolo sostanziale nel raggiungimento degli SDGs, soprattutto considerando i diversi ruoli che ricoprono nell’economia e nella società. Le SSEEO hanno infatti raggiunto risultati solidi e positivi, che sicuramente le qualificano come soggetti in grado di dare un contributo importante al raggiungimento degli SDGs; tuttavia, non sono adeguatamente rappresentate nelle organizzazioni internazionali e quindi hanno meno opportunità di influenzare l’esito dei negoziati sui trattati che riguardano il lavoro, le imprese e la società e non sono in grado di partecipare ufficialmente alle discussioni internazionali su questioni chiave dello sviluppo socio-economico. Quelli che seguono sono alcuni esempi di come le SSEEO siano escluse dai processi internazionali.

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)

L’ILO conta 186 dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite più le Isole Cook. Ha sede a Ginevra, in Svizzera, e comprende circa 40 uffici locali in tutto il mondo. Le norme internazionali del lavoro dell’ILO mirano a garantire un lavoro accessibile, produttivo e sostenibile in tutto il mondo in condizioni di libertà, equità, sicurezza e dignità. Sono stabilite in 189 convenzioni e trattati, di cui otto classificati come fondamentali secondo la Dichiarazione del 1998 sui principi e i diritti fondamentali sul lavoro.[2]

Il Consiglio d’Amministrazione è l’organo esecutivo dell’Organizzazione. Si riunisce tre volte l’anno, a marzo, giugno e novembre; è composto da 56 membri titolari (28 espressione dei governi, 14 in rappresentanza dei datori di lavoro e 14 in rappresentanza dei lavoratori) e 66 membri supplenti (28 indicati dai governi, 19 dai datori di lavoro e 19 dai lavoratori). Dieci dei seggi governativi titolari sono permanentemente detenuti da Stati di primo piano nello sviluppo industriale: Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Federazione Russa, Regno Unito e Stati Uniti. Gli altri membri del Consiglio sono eletti dalla Conferenza ogni tre anni (le ultime elezioni si sono tenute nel giugno 2017). I membri rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori sono eletti a titolo individuale dai rispettivi collegi elettorali.

L’ILO ha un’unità dedicata alle cooperative e la sua divisione imprese include anche un focus sull’economia sociale e solidale affermando che: “La recente instabilità economica e politica globale è servita a sottolineare le carenze del nostro attuale sistema di sviluppo e a confermare ulteriormente la necessità di un paradigma di sviluppo alternativo o complementare. L’economia sociale e solidale (ESS) è una soluzione praticabile per riequilibrare gli obiettivi economici, sociali e ambientali”.[3]

Mentre il lavoro svolto dall’ILO per sostenere le cooperative e l’ESS è di alta qualità e molto apprezzato, la situazione politica rimane sbilanciata a favore dei governi e degli attori industriali tradizionali come i datori di lavoro e i sindacati. Le cooperative e le imprese di ESS non hanno una rappresentanza indipendente presso l’organo di governo dell’ILO, nonostante i loro anni di ruolo indipendente e contributi allo sviluppo economico e sociale.

High Level Political Forum on Sustainable Development (HLPF)

L’HLPF (High Level Political Forum on Sustainable Development, Forum politico di alto livello per lo sviluppo sostenibile) è la principale piattaforma delle Nazioni Unite che si occupa di sviluppo sostenibile ed è stato formalmente istituito nel luglio 2013. Si riunisce ogni anno sotto l’egida del Consiglio economico e sociale e ogni quattro anni nell’ambito dell’Assemblea generale.[4]

Ai Major Groups e ad altre parti interessate sono state concesse ampie opportunità di partecipazione all’HLPF attraverso la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite A/RES/67/290. Il paragrafo 15 della risoluzione stabilisce che, pur mantenendo il carattere intergovernativo dell’HLPF, i rappresentanti dei gruppi principali e gli altri stakeholders di rilievo sono autorizzati a:

  • partecipare a tutte le riunioni ufficiali del forum;
  • avere accesso a tutte le informazioni e i documenti ufficiali;
  • intervenire nelle riunioni ufficiali;
  • presentare documenti e presentare contributi scritti e orali;
  • fare raccomandazioni;
  • organizzare eventi collaterali e tavole rotonde, in collaborazione con gli Stati membri e il Segretariato.

In altre parole, essere riconosciuto come appartenente ai “Major Groups” o come stakeholder significativi consente la partecipazione attiva alla maggior parte delle principali riunioni delle Nazioni Unite.

Ci sono 9 Major Groups e 12 gruppi di stakeholder. I nove Major Groups riguardano i seguenti settori: donne, bambini e giovani, popoli indigeni, organizzazioni non governative, autorità locali, lavoratori e sindacati, imprese e industria, comunità scientifica e tecnologica e agricoltori.[5] Gli stakeholder riconosciuti sono ONG che rappresentano volontari, migranti, persone anziane, persone con disabilità, enti educativi e accademici, diritti umani, Beyond 2015, persone con disabilità, finanziamento per lo sviluppo, Together 2030, Sendai SG Mechanism e Gruppo LGBTI, AP RCEM, ECE RCEM, Africa Reg MGoS e Comunità DW &D.

Tuttavia, le cooperative e le imprese dell’ESS non sono rappresentate in questi incontri ufficiali e informali, né come gruppo principale né come gruppo di stakeholder, il che costituisce una grande lacuna nei dibattiti internazionali sullo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli SDGs sono pensati per essere inclusivi, trasparenti e partecipativi. Tutte e tre le qualifiche fanno parte del DNA delle cooperative e delle organizzazioni dell’ESS. L’ottenimento dello status ufficiale riconosciuto di gruppo di stakeholder consentirebbe alle cooperative e agli attori della ESS di fornire orientamenti essenziali per uno sviluppo economico e sociale sostenibile integrato che non sono coperti in modo così completo dai principali gruppi esistenti né dagli attuali gruppi di stakeholder.

Altre rappresentanze istituzionali

L’ICC (International Chamber of Commerce, la Camera di commercio internazionale) ha ottenuto lo status di osservatore presso le Nazioni Unite nel dicembre 2016, fornendo alle imprese per la prima volta l’accesso diretto al sistema delle Nazioni Unite.[6] Anche i datori di lavoro e i sindacati, già presenti all’ILO (tripartitismo) fanno parte del G20 come B20[7] e L20[8] e il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Direttore fondatore del World Economic Forum (WEF) hanno firmato con loro una partnership strategica nel 2019.[9]

Alle imprese e agli attori del mondo professionale vengono assegnati ruoli istituzionali per contribuire a influenzare le principali organizzazioni internazionali. Purtroppo, le cooperative e le imprese dell’ESS sono prive di una rappresentanza istituzionale e quindi non possono chiarire i loro punti di forza unici né contribuire a trovare soluzioni sostenibili in grado di andare oltre la tradizionale impronta dei modelli socioeconomici che si sono dimostrati carenti nel fornire alternative alle numerose sfide imposte dalle attuali crisi economiche e sociali.

In conclusione, si dovrebbero compiere i migliori sforzi per fornire alle SSEEO l’accesso alle organizzazioni e alle istituzioni decisionali internazionali. Hanno molti anni di esperienza nel costruire un modello di sviluppo socioeconomico positivo, ma non hanno voce istituzionale e quindi non sono autorizzate a contribuire a organizzazioni multilaterali come le Nazioni Unite e le sue numerose agenzie. In effetti, le SSEEO sono attive in tutti i settori rilevanti per gli SDGs. Grazie alla loro capacità di integrare aspetti economici e sociali, sono in grado di cogliere le interdipendenze tra i fenomeni e a considerare una pluralità di stakeholder. È quindi tempo che le SSEEO affrontino questa sfida e avviino il processo per ottenere il riconoscimento del diritto di portare il loro know-how e le loro competenze sfaccettate al tavolo dello sviluppo e del partenariato internazionale.

DOI: 10.7425/IS.2022.01.05

Note

  1. ^ Mahmoud Mohieldin, inviato speciale delle Nazioni Unite per il finanziamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, Blog UNU-Wider, 21 ottobre 2021: From summits to solutions: what success means at COP26.
  2. ^ ILO (1998), Dichiarazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui principi e diritti fondamentali nel lavoro e suoi seguiti, adottata dalla Conferenza Internazionale del Lavoro nella sua Ottantaseiesima Sessione, Ginevra, 18 giugno 1998.
  3. ^ Si veda anche: ILO (2019), L’Economia Sociale e Solidale e il del Futuro Lavoro, a cura di Borzaga C., Salvatori G., Bodini R. per ILO.
  4. ^ High Level Political Forum on Sustainable Development (HLPF).
  5. ^ HLPF Working Group Membership.
  6. ^ ICC: International Chamber of Commerce.
  7. ^ G20 Business 20 (B20) Summit 2021.
  8. ^ G20 & T20, Towards an intellectual backbone of the G20.
  9. ^ World Economic Forum and UN Sign Strategic Partnership Framework.
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